Siciliano (1996a)

Fonte:
Il Vieusseux: storia di un gabinetto di lettura: cronologia, saggi, testimonianze, a cura di Laura Desideri, Firenze, Polistampa, 2004.

«In cosa credevano? Nella storia di cui l'Istituto [Gabinetto Vieusseux] era colmo, una storia il cui incunabolo era un librone compilato a penna non stilografica, dall’inchiostro non ingiallito, dentro il quale ricorrevano confuse tra loro firme da leggenda: “Le docteur Schopenhauer”, “Beyle”, “H. Heine”, “J. Fenimore Cooper”, Enrico Fermi, Kipling, Gertrude Stein, Valéry Larbaud, Aldous Huxley... meraviglioso “Libro dei soci”.»

(Enzo Siciliano, Un paio di buoi per via Strozzi, in Il Vieusseux: storia di un gabinetto di lettura, p. 279-280. Originariamente pubblicato in apertura del numero di «Antologia Vieusseux», n.s., 2, n. 3/4 (settembre 1995-aprile 1996), dedicato alla storia dell'Istituto).

Un'ulteriore testimonianza di Siciliano sul Gabinetto Vieusseux è apparsa in Diario italiano 1997-2006, in un testo scritto in occasione della scomparsa del critico Luigi Baldacci (26 luglio 2002): «Dunque, il Vieusseux era una realtà, in questo da non affidare a mediocri giochi municipali: luogo da rendere, fuori della polvere, memoria efficace e produttiva, il luogo dove quel Novecento «remoto» aveva casa al presente, nella sua intatta vitalità, nelle carte, negli autografi, nei libri ordinati biblioteca per biblioteca, di Savinio, di Bonsanti, di Cecchi, di Dallapiccola, di Pasolini, di Ungaretti, di Tobino, di Debenedetti e così via» (p. 244). 

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