Sciascia (1963)

Fonte:
Leonardo Sciascia, Perché ho scritto «Il Consiglio d’Egitto»: dal Caracciolo fino al giorno d’oggi, «L’Europa letteraria», n. 19 (feb. 1963), p. 176-177.

«Lo stesso giorno, un prete del mio paese, casualmente parlando di libri, mi raccontò di quando, ragazzo di seminario, aveva assistito alla defenestrazione della biblioteca del vescovo Lagumina [...]. Il Lagumina, vescovo di Girgenti (io ho un vago ricordo di una sua visita pastorale al mio paese), era un grande arabista, e uomo di viva intelligenza; aveva una grande biblioteca [...]. E mi affiorò il ricordo di un saggio del Lagumina, una specie di perizia postuma, sui falsi dell’abate Vella: e subito andai a cercarlo in biblioteca.
La perizia del Lagumina mi portò a rileggere lo Scinà, e poi la prefazione dell’Amari alla sua Storia dei musulmani di Sicilia

(Leonardo Sciascia, Perché ho scritto «Il Consiglio d’Egitto», p. 177. Probabilmente lo scrittore andò a consultare lo scritto in una biblioteca di Palermo).

Cfr. Alberto Petrucciani, Don Giuseppe Vella, l’“ignorantissimo impostore maltese”: tra fonti, torchi e biblioteche, «Todomodo: rivista internazionale di studi sciasciani», 8 (2018), p. 75-118.

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