Biblioteca Gregoriana (Roma)

Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana

Biblioteca Gregoriana - sala di letturazoom
Biblioteca Gregoriana - sala di lettura

La Pontificia Università Gregoriana è l’erede naturale del Collegio Romano, istituto di formazione aperto nel 1551 per volontà di Ignazio di Loyola, fondatore e primo preposito generale della Compagnia di Gesù. Dall’iniziale offerta formativa relativa ai soli corsi di studio cosiddetti inferiori (grammatica e retorica), nel volgere di pochi anni iniziarono a tenersi anche insegnamenti di filosofia e teologia. Nel 1556 il pontefice Giulio II concesse al Collegio la facoltà di addottorare in filosofia e teologia, provvedimento che di fatto equiparò l’istituto gesuita alle università di fondazione medievale e rinascimentale. Il Collegio doveva diventare il principale istituto di formazione per i membri dell’ordine che sarebbero poi stati inviati nelle missioni o a insegnare nelle altre centinaia di collegi gesuiti disseminati in tutto il mondo. Questo ruolo centrale venne di fatto mantenuto fino alla soppressione della Compagnia nel 1773, quando il collegio venne chiuso e l’edificio assegnato al rinnovato Seminario Romano. I gesuiti tornarono in possesso della loro antica università nel 1824, dieci anni dopo la restaurazione dell’ordine (1814). Nel 1873, a seguito delle cosiddette leggi eversive, i gesuiti furono definitivamente espulsi dallo storico edificio nel centro di Roma che venne requisito dallo Stato italiano. Il Collegio, che aveva nel frattempo assunto la denominazione di Pontificia Università Gregoriana, si spostò dapprima nella vicina sede di palazzo Borromeo e poi, nel 1930, in piazza della Pilotta, dove venne costruito un nuovo imponente edificio tutt’ora sede dell’Università.
Sin dalla fondazione del Collegio furono probabilmente presenti libri messi a disposizione dei gesuiti residenti nell’edificio. È tuttavia soltanto a partire dagli anni ’70 del Cinquecento che nei documenti è attestata la presenza di una raccolta organica. Al 1593 risale invece la costruzione del primo vaso librario, successivamente spostato in spazi più adatti negli anni ’30 del Seicento; questi stessi spazi furono restaurati una prima volta nell’ultimo quarto del XVII secolo e poi ampliati alla metà del XVIII, quando venne costruita la famosa “crociera” (due vasi librari che si intersecano dando vita a una biblioteca a forma di croce), tutt’oggi visibile all’interno del Collegio Romano. Nel corso di vari interventi susseguitesi all’interno dell’immenso complesso architettonico del Collegio e a seguito del progredire degli insegnamenti impartiti nell’università e nelle scuole, al momento della requisizione da parte dello Stato nel Collegio erano presenti diverse biblioteche, alcune annesse ad istituti specifici (l’osservatorio astronomico, il museo, la farmacia), altre a disposizione di alcune classi di insegnamento. Tra queste raccolte, le più corpose (nonché le più antiche) erano la biblioteca detta maior o secreta (con accesso riservato ai soli docenti) e la biblioteca minor o communis (aperta a tutti i residenti della comunità).
Non è possibile ricostruire l’esatta composizione bibliografica di tutte le biblioteche, dato che i cataloghi superstiti fanno quasi sempre riferimento alla maior: di questa sono disponibili un catalogo manoscritto a volumi della fine del Seicento, un altro manoscritto a volumi di metà Settecento e vari altri cataloghi manoscritti quasi tutti incompleti e non rilegati risalenti al XIX secolo. Oltre che con i libri acquistati sul mercato o lasciati dai padri al momento della loro morte, la maior si arricchì soprattutto grazie ad alcune importanti donazioni tra le quali vanno ricordate almeno quelle di Marc’Antoine Muret (nipote omonimo del grande umanista francese), di Giovanni Battista Coccini e di Carlo Ventimiglia.
Nel 1873, con la legge di soppressione degli ordini religiosi, i gesuiti vennero espulsi dal collegio e il loro patrimonio mobiliare e immobiliare incamerato dallo Stato. La gran parte dei libri presenti nel Collegio finirono per costituire il nucleo principale della nuova Biblioteca Nazionale di Roma, fondata nel 1875 per volere del ministro della Pubblica Istruzione Ruggiero Bonghi. Alla Gregoriana rimase solo ciò che i padri riuscirono a mettere in salvo, cioè soprattutto una parte dei libri delle biblioteche dette dei teologi e dei filosofi (quelli, cioè, di uso più immediato per l’insegnamento) e alcuni dei volumi più antichi che oggi sono conservati nel Fondo Riserva della biblioteca della Gregoriana. Una parte consistente di manoscritti (ca. 2.000) vennero invece “salvati” a ridosso della presa di Roma e, dopo essere stati nascosti a lungo in alcune case dell’ordine nei Castelli Romani e in parte donati alla Vaticana, tornarono in Gregoriana nel 1919 e andarono a formare il primo nucleo dell’Archivio storico dell’università.
Dopo essere stata attiva nella sede di Palazzo Borromeo, la biblioteca venne trasferita nel 1930 nel nuovo edificio in piazza della Pilotta, dove erano stati predisposti dei larghi spazi per la lettura e una torre libraria sufficientemente ampia da poter consentire per decenni lo stoccaggio dei nuovi volumi acquistati ogni anno. Alcuni lavori di ampliamento vennero effettuati negli anni ’80 del XX secolo.
L’attuale biblioteca conserva ca. 500.000 volumi, fra cui vi sono anche alcuni fondi personali e speciali. Il vecchio catalogo a schede è disponibile alla consultazione e non si conservano i registri di ingresso degli utenti e dei volumi dati in lettura. L’Archivio storico, oltre ai manoscritti sopra menzionati, conserva un altro fondo antico detto Fondo Curia, costituito da manoscritti restituiti ai gesuiti dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma nel 1948. Sono conservati sia i vecchi cataloghi a schede (topografici e per autori e titoli), sia i registri di lettura a partire dagli anni ’30 del Novecento.

Lorenzo Mancini

Sito della Biblioteca: <https://www.unigre.it/pug/>

Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-RM0668>

 

Lorenzo Mancini, I bibliotecari del Collegio Romano (1551–1873): un contributo per la storia delle biblioteche della Compagnia di Gesù, «Archivum Historicum Societatis Iesu», 89 (2020), pp. 45-115.

Alfredo Serrai, La Bibliotheca Secreta del Collegio Romano, «Il bibliotecario», III s., 2/3 (2009), pp. 1750.

Homo in libris ac litterulis abditus: i libri di Marc Antoine Muret alla Biblioteca nazionale centrale di Roma: Roma, 22 maggio-20 giugno 2013, a cura di Marina Venier e Jean-Eudes Girot, Roma, Biblioteca nazionale centrale di Roma, 2013.

Lorenzo Mancini, L’Ordine e i libri: fonti per la storia dell’uso delle biblioteche della Compagnia di Gesù, in: What happened in the library? Cosa è successo in biblioteca?: lettori e biblioteche tra indagine storica e problemi attuali: readers and libraries from historical investigations to current issues: seminario internazionale di ricerca (Roma 27-28 settembre 2018), a cura di Enrico Pio Ardolino, Alberto Petrucciani e Vittorio Ponzani, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020, p. 157-171.

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