Nitti (1961)

Fonte:
Trent'anni di storia italiana (1915-1945): dall'antifascismo alla Resistenza, lezioni con testimonianze presentate da Franco Antonicelli, Torino, Einaudi, 1961.

«La nostra vita era regolata da norme precise e sottoposta al controllo continuo della polizia. La posta era passata al vaglio della censura, sia all'arrivo che alla partenza, e così ogni pacco o altro invio da parte di nostri familiari. Avevamo ottenuto il permesso di costituire una piccola biblioteca, ma con quale pavido spirito si censuravano i libri! Ricordo che molte opere erano sequestrate all'arrivo perché ritenute «pericolose» o avverse al regime fascista: Bernard Shaw perché era inglese, Carlyle perché filosofo e storico liberale (la sua poetica Rivoluzione francese fu considerata diabolica); gli scrittori francesi moderni esclusi perché ritenuti anticonformisti. Qualche volta potemmo giocare sulla crassa ignoranza dei sorveglianti, riuscendo ad avere libri che il fascismo avrebbe dovuto considerare ben più esplosivi! Organizzammo anche, con il permesso del direttore della colonia, una scuola: si davano e si ricevevano lezioni di storia, letteratura italiana, matematica e lingue straniere. Dopo alcuni mesi la scuola fu chiusa dalla direzione per timore che le lezioni servissero soltanto a riunioni di carattere «cospiratorio».»
(Fausto Nitti, La fuga da Lipari, in Trent'anni di storia italiana, p. 199-200). Nitti fu arrestato il 2 dicembre 1926 e giunse a Lipari nel marzo del 1927, riuscendo a evadere il 27 luglio 1929 assieme a Carlo Rosselli e Emilio Lussu a bordo di un motoscafo guidato da Italo Oxilia e proveniente dalla Tunisia. Sull'episodio Nitti ha rilasciato una testimonianza orale, poi pubblicata nel volume einaudiano, con lievi differenze: «La nostra vita era quella dei prigionieri ai quali si vietava tutto ciò che era sospetto. E per i fascisti, per il regime fascista, tutto era sospetto. Avevamo avuto, dopo molte insistenze, il permesso di organizzare una biblioteca, ma avremmo dovuto certamente segnare, annotare, per non dimenticarle, le atroci buffonate alle quali dovevamo assistere quando arrivavano dei pacchi di libri. Ogni libro era sospetto. Sospetto Bernard Shaw perché era inglese, dicevano. Sospetto l'altro inglese, Carlyle, che aveva scritto una Rivoluzione francese poetica e nient'affatto pericolosa. Pericolosi in gran parte gli autori francesi. Pericoloso tutto. Comunque noi riuscivamo, giuocando sull'ignoranza dei nostri sorveglianti, a organizzare almeno un piccolo scaffale di libri interessanti.». La registrazione, assieme all'intero ciclo di lezioni e testimonianze tenutesi a Torino presso il Teatro Alfieri tra l'aprile e il giugno 1960 e poi confluite in volume, sono disponibili all'indirizzo <http://www.metarchivi.it/dett_FONDI.asp?id=359&tipo=FONDI>.

Relazioni