Mila (1936-1939)

Fonte:
Massimo Mila, Argomenti strettamente famigliari: lettere dal carcere 1935-1940, a cura di Paolo Soddu, introduzione di Claudio Pavone, Torino, Einaudi, 1999.

«Da quindici giorni qui non mi danno piú libri, ma con qualcuno che mi ero comperato, con qualcuno che mi passa il cappellano, e con le molte idee che ho in testa (veramente, molte no, ma fertili), passo il tempo benissimo ugualmente. Intanto può darsi che chi si occupa della biblioteca digerirà i panettoni, e piano piano è capace magari di rimettersi al lavoro.»
(Massimo Mila, lettera alla madre dalle Carceri di Regina Coeli, 3 gennaio 1936, p. 150. Per il periodo precedente vedi Mila (1935). Di molte altre letture menzionate non si specifica la fonte).

«Di' a nonna che la ringrazio moltissimo della sua cara lettera, e che stia tranquilla, che il cappellano viene ancora ogni tanto a trovarmi e mi provvede sempre di libri.»
(lettera alla madre, 3 aprile 1936, p. 193).

«Altre novità niente, eccetto che ho di nuovo in lettura anche i libri della biblioteca speciale, cosí non mi capita mai di annoiarmi. Quanto a riceverne, ti ho già scritto venerdí scorso che non è possibile, quindi ringrazia ugualmente le case editrici che me ne hanno offerti.»
(lettera alla madre, 22 maggio 1936, p. 209).

«È stata un'idea eccellente quella di mandarmi l'articolo su Dos Passos, che ha interessato molto anche i miei compagni: avevamo infatti già chiesto di comperare 42° Parallelo, e New York c'è anche qui nella biblioteca.»
(lettera alla madre, 20 novembre 1936, p. 253).

«Alle volte mi preoccupa veramente il fatto che, uscito di qui, non potrò piú continuare a leggere quanto posso qui, grazie alle biblioteche del carcere e, sopra tutto, grazie al tuo ultrageneroso mecenatismo; e poi qui non ho nient'altro da fare.»
(lettera alla madre, 4 marzo 1938, p. 446).

«Noi siamo di nuovo a corto di libri, perché, oltre alla recente proibizione di comprar più di 2 libri al mese, è un anno e piú che non ci vengono piú dati i libri della biblioteca speciale del carcere.»
(lettera alla madre, 19 gennaio 1939, p. 588).

«PASTOR, Storia dei papi, vol. XVI [...]
Con questo ho finito i 20 volumoni di quest'opera colossale, che ho potuto leggere grazie alla grande cortesia del Cappellano che me l'ha prestata. Senza quest'occasione non l'avrei certo mai studiata, e certamente merita d'esser conosciuta, per l'enorme erudizione e anche per una certa lealtà di esposizione storica, benché, naturalmente, sia retta da criteri e opinioni lontanissimi dai miei.»
(lettera alla madre, 26 marzo 1939, p. 611).

«M'è capitato di leggere, in inglese, il I° vol. d'un romanzo che tu hai letto qualche anno fa, Il mulino della Floss, della Eliot, e m'è piaciuto moltissimo: ma qui ce n'era solo il I° volume.»
(lettera alla madre, 17 settembre 1939, p.683).

«Figurati che ho trovato qui nella biblioteca il libretto di Stampini sulla metrica di Orazio, e ora me lo sto ristudiando in memoria di quel buon vecchietto. Poi mi sono ingolfato a leggere i romanzi di Goethe in tedesco: ne leggo 10-12 pagine al giorno, in principio con una fatica bestiale, adesso va già un po' meglio.»
(lettera alla madre, 3 dicembre 1939, p.720).

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