Vugliano (1943)

Fonte:
Mario Vugliano, Gozzano studente, «Corriere della sera», 68, n. 30 (4/5 feb. 1943), p. 3.

«Comune luogo di ritrovo con Gozzano e gli amici era la Società di Cultura, frequentata anche dalla calma luminosa Carola Prosperi con seguito di maestrine e dalla solitaria tenebrosa Amalia Guglielminetti. Quando v'entrava la banda Gozzano, addio pace studiosa là dentro! Facce sgomente si levavano dai libri: rivedo quelle di Ruffini e Mosca, nostri professori all'Università, dei seri compagni Calcaterra, Fassò, Caristia, oggi professori universitari anch'essi. Tutte invocavano un po' di silenzio. E Gustavo Balsamo Crivelli, che era, se ben ricordo, il bibliotecario: «Prrego, Gozzano, anche un po' più di rrispetto per i librri». Perchè Gozzano vi pupazzettava sui margini vergini folli. E poi erano scherzi come lo spostamento di tutti i soprabiti nell'anticamera, sicchè, all'uscita, più nessuno ritrovava il proprio: e a un distratto, quanto illustre professore di criminologia, accadeva d'infilarsi, lui bassotto, quello del lunghissimo suo genero. La nostra turbolenza si spinse a tal punto da essere messa all'ordine del giorno in un'assemblea societaria. Poichè le rimostranze non finivano più, Gozzano propose, firmata da tutta la banda, una «mozione d'ordine», la quale invitava gli oratori a parlare stando su una gamba sola.»

(Mario Vugliano, Gozzano studente, «Corriere della sera», 68, n. 30 (4/5 feb. 1943), p. 3).

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