Croce (1887)

Fonte:
Benedetto Croce - Donato Jaja, Dopo la fine di un mondo: carteggio 1885-1913, a cura e con un saggio di Cesare Preti, prefazione di Marcello Mustè, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2019.

«Il Professor Labriola m’ha scritto ieri da Roma per pregarmi di trovargli donde è stata tratta l’effigie di Giordano Bruno, che si riproduce comunemente. Per meglio dire, donde l’ha tratta il Wagner. Non so se sapete che a Roma fanno un monumento a Giordano Bruno. È stato già modellato, io ne vidi mesi fa il bozzetto, e lo scultore è Ettore Ferrari, il neodeputato radicale. Il Professor Labriola mi nominava, delle persone a cui potrei domandarne, voi e il Professor Tallarigo. Vi sarei perciò molto grato se con un biglietto mi diceste ciò che ne sapete. E vi sarei gratissimo, se al vostro biglietto mi uniste uno di presentazione per me al Professor Tallarigo, perché, nel caso che io non trovi la notizia in altro modo, possa andare anche da lui e tentare di contentare, anche per questa via, il Labriola. Ora vado alla Biblioteca [Nazionale di Napoli], e veggo se, riscontrando l’edizione Wagner e qualche biografia, giungo ad assodar nulla, che ho un gran sospetto che la comune effige sia una effigie ideale o fantastica!»

(Benedetto Croce, lettera a Donato Jaja, Napoli 27 gennaio 1887, p. 73-74).

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