Foa (1991a)

Fonte:
Vittorio Foa, Il cavallo e la torre: riflessioni su una vita, Torino, Einaudi, 1991.

«A quindici anni ero al Liceo Massimo d’Azeglio, attorno al quale si è creata una specie di leggenda antifascista. [...] Il più noto dei nostri insegnanti, Augusto Monti, era un sincero antifascista e fu poi condannato con me dal tribunale speciale nel 1936; egli non disse mai nelle sue lezioni la parola «libertà» ma ci leggeva Dante, Boccaccio e Ariosto in modo da farci capire che l’arte è un valore che non può essere contaminato dalle contingenze economiche o politiche. In sostanza l’insegnamento non era contro il fascismo, era oltre il fascismo. [...] Monti era l’insegnante responsabile della biblioteca dell’istituto; suo aiutante era Leone Ginzburg. Lo conobbi lì, ero andato a chiedere che mi dessero un libro di Benedetto Croce; Leone mi diede da leggere il Breviario di estetica

(Vittorio Foa, Il cavallo e la torre, p. 26-27).

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