Faldella-Sella (1881)

Fonte:
Atti parlamentari, Camera dei deputati, Legislatura XIV, 1ª Sessione, Discussioni.

«Poniamo che l'Accademia dei Lincei, come quella di Francia, onori largamente i meritevoli ingegni, perciò gli è forse necessario un nuovo palazzo? Non basta la sede capitolina? Svolgendo gli atti dell'Accademia, di cui trovai parecchi volumi intonsi nella biblioteca della Camera (Si ride), lessi che gli accademici stranieri, rispondendo agli annunzi di loro nomina, si dichiarano, nel loro latino cerimonioso, soprattutto onorati di essere stati assunti in Campidoglio.»
(intervento di Giovanni Faldella, in Atti parlamentari, Camera dei deputati, Legislatura XIV, 1ª Sessione, Discussioni, tornata del 16 marzo 1881, p. 4405).

«SELLA, relatore.
[...] Ma francamente, onorevole Faldella, si possono compatire, ma non deridere quelli che si sobbarcano a questi uffici. E dei risultati se ne ottengono. Saranno ancora intonsi i volumi dell'Accademia, nella nostra biblioteca, ma sappia l'onorevole Faldella che i volumi accademici non si leggono.
FALDELLA. Però si stampano.
SELLA, relatore. Ma si consultano. Sa l'onorevole Faldella come si guardano i volumi dell'Accademia? Il mio vicino, l'onorevole Del Zio, vuol fare una ricerca relativa alla storia della filosofia, io voglio fare una ricerca di cristallografia, il mio vicino, l'onorevole Maurigi, una ricerca di economia politica? Ebbene, notiamo l'argomento intorno al quale vogliamo fare speciali indagini, e ci proponiamo, se possibile, di far progredire il sapere umano.
La prima questione che si presenta è la seguente: che cosa è stato fatto, che cosa si sa oggi sopra cotesto argomento? Ecco il quesito che deve porsi sempre uno che studia: chi vuol fare un'indagine novella deve sapere a che punto sono giunti gli altri. Si cerca negli indici, e poi nelle serie di volumi delle Accademie o società scientifiche ciò che fu scritto sopra quel dato argomento, e si trova, per esempio, che a Pietroburgo un tale è giunto fin qui, in America, nell'Australia ve n'è un altro che è arrivato fin là. Ecco lo scopo delle collezioni accademiche: non sono bozzetti, onorevole Faldella (Si ride), che si leggano con piacere e con diletto, i volumi accademici sono la cosa più intollerabile del mondo, sono la raccolta delle ricerche, delle osservazioni fatte sopra tanti argomenti speciali da persone che talvolta spendono la loro vita per studiare soltanto una cosa. Anzi costoro sono forse quelli che più aiutano il progresso delle scienze. La divisione degli studi è giunta a un segno, che, per esempio, uno studierà soltanto alcune famiglie di piante fossili, e chi ne trova delle novelle, da qualunque parte del mondo gliele manda a determinare. [...]
Non si maravigli dunque l'onorevole Faldella che i volumi dell'Accademia siano ancora intonsi; quei volumi possono stare anni senza che nessuno se ne serva, poi viene quel giorno in cui permettono ad uno di fare un'indagine che altrimenti far non potrebbe. Questo è lo scopo di quei volumi, ed è perciò molto importante che vi sia in Roma un'Accademia che sia in relazione con tutti gli istituti scientifici del mondo, onde finire per avere la collezione delle loro pubblicazioni. [...] Ma non sappiamo ormai più ove disporre i libri che da tante parti affluiscono.
Dobbiamo pure avere una biblioteca, ci è pure mestieri avere un ufficio per le pubblicazioni, gli invii e simili: dobbiamo pure dare un certo numero di metri quadrati al dotto che venisse da una qualunque parte d'Italia o dall'estero per consultare i nostri libri.»
(replica di Quintino Sella, in Atti parlamentariCamera dei deputatiLegislatura XIV1ª SessioneDiscussioni, tornata del 17 marzo 1881, p. 4439).

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