Mussolini, Benito

Nome
Benito Mussolini
Data di nascita
29/07/1883
Data di morte
28/04/1945
Benito Mussolini
Benito Mussolini

Nacque il 29 luglio 1883 a Dovia di Predappio (Forlì) da Alessandro, fabbro, e Rosa Maltoni, insegnante elementare. Nel 1901 conseguì il diploma magistrale, dopo essere stato in un collegio a Forlimpopoli.
Cominciò l’attività di insegnante, militando inoltre nel movimento socialista.  Tra il 1902 e il 1904 fu soprattutto in Svizzera, dove visse di lavori saltuari e approfondì i suoi legami con il socialismo rivoluzionario. Dopo il servizio militare nel 1906, proseguì nell’insegnamento in varie località nel Centro-nord. Nel 1909 fu a Trento, collaboratore di alcuni fogli socialisti e sindacalista, e facendosi notare per le sue posizioni anticlericali.
Negli anni seguenti visse a Forlì, diventando una delle figure più in vista del socialismo locale. Nel 1912, con la vittoria dei massimalisti al congresso del PSI a Reggio Emilia, si affermò come un dirigente di rilevanza nazionale. Nello stesso anno si spostò a Milano in qualità di direttore dell’«Avanti!». Nel novembre del 1914 arrivò la rottura con i socialisti, per la sua scelta di passare a sostegno dell’ingresso in guerra dell’Italia, diventando rapidamente uno dei leader dello schieramento interventista, alla guida del quotidiano dal lui fondato, «Il Popolo d’Italia». Nel corso della guerra fu richiamato alle armi. Ferito al fronte nel 1917, tornò all’attività giornalistica.
Al termine del conflitto, nel marzo del 1919, fondò i fasci di combattimento, movimento di ex combattenti, con un programma d’impronta socialista. Nel clima di contrapposizione che attraversava il paese, caratterizzato dalla diffusa paura tra settori consistenti della borghesia nei confronti del movimento socialista e suoi possibili sviluppi rivoluzionari, vide un’opportunità per la sua formazione politica, facendola avvicinare a settori più antiliberali della società italiana, soprattutto gli agrari e gli industriali dell’Italia centro-settentrionale. A partire dal 1920 il fascismo divenne il braccio violento di una reazione antisocialista e antisindacale, che gli consentirono di diventare una figura centrale nel caos politico e sociale che attraversava il paese, con il movimento che sarebbe diventato Partito nazionale fascista nel novembre 1921. Alla fine di ottobre del 1922, il re Vittorio Emanuele III lo nominò capo del governo, sotto la pressione delle squadre armate fasciste che avevano organizzato la cosiddetta “marcia su Roma” e con la benevolenza delle alte sfere politiche, economiche e militari.
Guidò il governo italiano ininterrottamente fino al 25 luglio 1943. Fino al 1924 fu a capo di un governo di coalizione con altri partiti di centro e destra, provando a conciliare l’anima rivoluzionaria ed eversiva del partito fascista con le preesistenti istituzioni liberali. A seguito delle elezioni del 1924, con l’assassinio da parte di sicari fascisti dell’esponente socialista Matteotti, il suo governo fu in bilico, ma nel gennaio del 1925, col benestare della monarchia, impose una svolta che apriva la strada alla messa fuori legge di ogni opposizione e a una piena fascistizzazione dell’assetto politico-istituzionale, ricevendo così un potere illimitato.
Il regime fascista si resse su una capillare macchina propagandistica che esaltava il carisma del capo e si caratterizzava per un’adesione di massa alla dittatura, ambendo a una commistione tra Stato, partito e società. L’apice del prestigio di Mussolini e del fascismo fu raggiunto verso la seconda metà degli anni Trenta, caratterizzati da un maggiore aggressività in politica estera, attraverso un avvicinamento alla Germania nazista e l’acquiescenza alle sue politiche espansioniste, l’aggressione e la conquista dell’Etiopia e dell’Albania, l’intervento nella Guerra civile spagnola al fianco delle forze nazionaliste e le leggi antiebraiche.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, dopo un periodo di incertezza, decise di far intervenire l’Italia contro Francia e Inghilterra nel giugno 1940, convinto di una vicina vittoria tedesca. Il conflitto si dimostrò più lungo e con risultati disastrosi. Con gli anglo-americani sul territorio italiano a fine luglio 1943, cadde il regime e Mussolini si ritrovò agli arresti. In seguito all’armistizio dell’8 settembre fu liberato dai tedeschi, che lo misero a capo della Repubblica sociale italiana, stato fantoccio creato dai nazisti nei territori non ancora finiti sotto controllo alleato. Con il crollo nazifascista della primavera del 1945, provò a trattare la sua salvezza, ma in fuga verso la Svizzera fu arrestato dai partigiani e fucilato il 28 aprile.  Il suo cadavere fu esposto nei giorni seguenti assieme a quello della sua amante Claretta Petacci e altri gerarchi fucilati a piazzale Loreto a Milano.

Mario De Prospo

Emilio Gentile, Mussolini, Benito, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 77, 2012.

Bernard Gagnebin, Mussolini a-t-il rencontré Lenine à Genève en 1904?, in: Genève et l’Italie: études publiées à l’occasion du 50e anniversaire de la Société genevoise d’études italiennes par Luc Monnier, Genève-Paris, Libraire Droz, 1969, p. 281-293.

Raffaello Biordi, Alla ricerca di Mussolini nella biblioteca di Ginevra, «Almanacco dei bibliotecari italiani», 1970, p. 111-115.

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