Foa (1940)

Fonte:
Vittorio Foa, Lettere della giovinezza: dal carcere 1935-1943, a cura di Federica Montevecchi, Torino, Einaudi, 1998.

«Qui di romanzi che ancora non avessi letto ho trovato poca roba: un grazioso e spumeggiante racconto di Somerset Maugham che forse conoscerete, Ritratto di un'attrice, con due sapide novelle al fondo, e un mediocre romanzo della scrittrice americana Pearl Buck, Figli. È il seguito de La buona terra, ma infinitamente inferiore al precedente. Sono rimasto sorpreso di trovare qui un diffusissimo entusiasmo per il romanzo della Mitchell Via col vento che forse voi conoscete [...]: è un romanzo che, malgrado il suo successo, non manca di pregi; ma, appunto perché si può valutarlo sulla base di «pregi», è segno che rimane al di sotto della sfera estetica. [...] In fondo la lettura di romanzi è in galera uno dei mezzi più indicati per mantenere il contatto con i mutamenti dello spirito pubblico coll'andar degli anni: evidentemente quel che interessa non è l'argomento del romanzo ma la mentalità generale dell'autore.»
(Vittorio Foa, lettera ai genitori, Civitavecchia 9 settembre 1940, p. 863. Nel giugno 1940 Foa era stato trasferito dal carcere di Regina Coeli a quello di Civitavecchia. Per varie letture menzionate nelle lettere da Civitavecchia non è specificata la fonte).

«Giusto pochi giorni fa leggevo, da questa Biblioteca carceraria, un libro della sua Mamma [di G.C. Wieck], su Bettina Brentano, la giovane amica di Goethe. È anche questo un gran bel libro, come gli altri della Allason, rievocazione storica intessuta di poesia».
(Vittorio Foa, lettera ai genitori, Civitavecchia 30 settembre 1940, p. 868-869).

«Un interessante ricordo di cose note e famigliari, di Capo Berta, della Casa Rossa, del mare di Oneglia, mi è stato procurato dalle Lettere di Jacopo Novaro ai suoi genitori che ho trovato in questa Biblioteca. Conoscete?»
(Foa, lettera ai genitori, Civitavecchia 29 ottobre 1940, p. 878).

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