Buonaiuti (1945c)

Fonte:
Ernesto Buonaiuti, Pellegrino di Roma: la generazione dell'esodo, a cura di Mario Niccoli, introduzione di Arturo Carlo Jemolo, Bari, Laterza, 1964.

«Quando, in occasione delle solenni cerimonie svoltesi a Milano nel ricorrere del XV centenario della morte di Sant'Ambrogio, l'allora prefetto dell'Ambrosiana, Achille Ratti, pubblicava un coscienziosissimo studio sui ritratti del grande presule milanese, che nella seconda metà del quarto secolo aveva così vigorosamente fatto argine alla penetrazione ariana in Italia, nessuno in verità degli ambrosiani amici del diligente studioso o dei suoi lettori avrebbe potuto immaginare che un giorno sulle spalle del modesto direttore dell'insigne biblioteca milanese si sarebbero posate, non solamente le infule episcopali della grande metropoli lombarda, ma anche i candidi paramenti della suprema dignità religiosa del cattolicismo romano.
A quindici anni di distanza, lo studioso, il paleografo, l'esploratore acutissimo della storia dell'arte lombarda, sale sulla cattedra di Pietro, a governare, in una delle ore più solenni e più cariche di avvenire, l'immenso organismo del cattolicismo nel mondo. Come rapida è stata la sua ascensione e come repentino il maturare del suo destino!
Chi scrive queste righe lo ricorda ancora, sei anni or sono, prefetto della Biblioteca Vaticana, dove, succeduto alla prefettura del duro ed arcigno padre Ehrle gesuita, aveva portato una così larga vena di espansiva cordialità, verso tutti gli assidui frequentatori del grande tesoro letterario, custodito nel recinto dei palazzi di San Pietro. Dalla faccia larga e sorridente, dagli occhi acuti e mobili, sogguardanti al di sopra delle lenti con aria intelligente e bonaria ironia, l'erudito prelato irraggiava intorno a sé un'atmosfera di schietta, perenne serenità. Ma bastavano pochi periodi di conversazione per fare intendere che, sotto la modesta ed arguta semplicità dell'uomo, si nascondeva, non soltanto una perizia scientifica di primissimo ordine, bensì anche una padronanza signorile della cronaca politica contemporanea.
Benedetto XV predilesse il prefetto della Vaticana. La guerra europea era scoppiata da pochi mesi a gettare vampate sanguigne su tutti i tessuti della vita internazionale, che monsignore Achille Ratti era inviato dal Pontefice a coprire uno dei posti più delicati che in quel momento si offrissero alla diplomazia pontificia: la delegazione apostolica in Polonia.»

(Ernesto Buonaiuti, Pellegrino di Roma, p. 195-196. L'autore riporta qui l'articolo pubblicato nel 1922, per l'elezione del papa, sul giornale «Il mondo». La prima edizione del volume uscì a Roma presso Darsena nel 1945).

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