Guccini-Macchiavelli (1998)

Fonte:
Francesco Guccini - Loriano Macchiavelli, Un disco dei Platters: romanzo di un maresciallo e una regina, Milano, Mondadori, 1998.

«Li accolse il fresco dell'Archiginnasio, il silenzio delle sue sale e il profumo dei libri.
Santovito non avrebbe saputo da dove cominciare e lasciò che se la cavasse Raffaella che ne sapeva più di lui. La ragazza prese il tagliando d'ingresso e fece segno a Santovito di seguirla. Trovò quasi subito la scheda nei cassettini dei vecchi mobili, schede vergate da una penna in un'elegante grafia in chiaroscuro, da chissà quanti anni. Compilò il tagliando con i dati della scheda, lo consegnò al bibliotecario e andò a sedere nelle antiche panche, sempre seguita da un Santovito silenzioso e quasi intimorito. Di tanto in tanto il passaggio di un tram per via del Pavaglione faceva vibrare i vetri delle enormi finestre. Per il resto, silenzio e caldo.
«Il Gozzadini» mormorò Raffaella «è stato fra i primi a impostare scientificamente lo scavo archeologico; di ogni tomba registrava le dimensioni ed eseguiva personalmente o faceva eseguire i disegni degli oggetti trovati... Vedrai. Scoprì la prima necropoli dell'età del ferro nella sua tenuta di Villanova, vicino a Bologna... Di là è venuto il termine di "civiltà villanoviana"...»
Si interruppe e si alzò per tornare al banco del prestito: il bibliotecario era appena rientrato in sala di consultazione con il grosso volume. Raffaella lo portò al tavolo, lo sfogliò rapidamente e si fermò alle belle illustrazioni.
«Stupefacente, sono identici, sono i gioielli che Stelio ha disegnato, non c'è dubbio!» mormorò.
«Sì, sono loro» e Santovito controllò il titolo di copertina: «Di un'antica necropoli nel Bolognese; 1865 l'anno di stampa».
«Ma come accidenti sono finiti fra le mani del Romitto e poi fra quelle di Stelio?» si chiese Raffaella.
Santovito tornò alle pagine disegnate e vi posò le mani come per accarezzare le riproduzioni: «Io credo proprio di saperlo» e sorrise a Raffaella che lo guardava sorpresa. Aggiunse, sempre sottovoce per non turbare il silenzio della sala: «Cioè, me lo immagino». Si alzò. «Vieni che andiamo a controllare».»

(Francesco Guccini - Loriano Macchiavelli, Un disco dei Platters, p. 284-285. Il romanzo è stato poi raccolto, con altri due, in Appennino di sangue).

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