Barbieri (1979)

Fonte:
I compagni di Firenze: memorie di lotta antifascista, 1922-1943, a cura di Giovanni Gozzini, introduzione di Renzo Martinelli, Firenze, Istituto Gramsci, Sezione toscana-CLUSF, Cooperativa editrice universitaria, 1979.

«Alle Murate incominciai nuove letture, sui libri disponibili nella biblioteca, e su quelli che mi inviava mio padre; ma senza un programma, perché fra l'altro non conoscevo, come non conosceva quasi nessun altro compagno, la letteratura marxista. Ma la vigilanza, anche se meno rigida, era sempre rigorosa per i detenuti in attesa di giudizio. In modo particolare per i politici. Rimasi nel carcere delle Murate per tutto il 1929.»

(Orazio Barbieri, in: I compagni di Firenze: memorie di lotta antifascista, p. 109-189: 140. B. era stato arrestato il 19 ottobre e trasferito in carcere dopo circa una settimana. Poi l'8 gennaio 1930 venne trasferito al carcere romano di Regina Coeli).

«Mi piace ricordare quei due primi compagni del carcere di Regina Coeli, perché mi furono molto utili. L'italiano era Ettore Vacchieri di Perosa, arrestato col gruppo milanese per la bomba. Era stato in Russia, aveva compiuto seri studi, ed in carcere continuava a studiare almeno quindici ore al giorno. Conoscendo la letteratura marxista ed una vasta bibliografia, sapeva procurarsi dalla biblioteca del carcere e dai parenti, molti libri di storia, filosofia, classici della letteratura italiana che – pur editi dal fascismo o da case editrici cattoliche – contenevano spesso brani o riassunti riferiti a testi marxisti o politici. Ricordo una serie di annate di «Civiltà cattolica» dalle quali sapeva spulciare brani interessanti. 
Vacchieri non aveva compiuto studi regolari in Italia e perciò voleva approfondire lo studio della lingua italiana. Mi disse che aveva letto dieci volte «I promessi sposi» di Manzoni e dieci volte «Guerra e pace» di Tolstoi. [...]
In quella cella, dunque, bisognava studiare. Prima cosa farsi un programma e procurarsi libri. Su consiglio di Vacchieri, feci una lista di libri che cercai di procurarmi: Storia della letteratura italiana del De Sanctis, Storia della filosofia di De Ruggero, Filosofia e scienze della natura di Schopenhauer, Clausewitz, Pareto, i classici della letteratura italiana, la Storia della Rivoluzione francese di Mathiez, Napoleone del Tarle, la Storia greca del Ciccotti, la Storia dell'antico oriente di Hauslik, Il Risorgimento di L.M. Hartman della Collana storica a cura di E. Codignola, gli otto volumi della Storia di Roma del Mommsen, l'Enciclopedia Sonzogno che era uscita a dispense, ed altri libri che non ricordo, oltre ad alcuni della biblioteca del carcere. Molti di quei libri, col timbro di censura del Carcere Giudiziario di Regina Coeli li conservo ancora. I miei autori preferiti furono subito Saint-Just e Darwin.
Ma quanti anni di carcere bisognava fare per condurre seriamente quegli studi? Questo infatti era il problema che si poneva subito, per chi intendesse farsi una preparazione. [...]
Dal carcere fui liberato nell'ottobre 1930.»
(ivi, p. 143-144, 146. Non sono segnalate alcune piccole imprecisioni nelle citazioni delle letture).

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