La Resistenza nelle biblioteche di Venezia (1950)

Fonte:
La Resistenza nelle scuole e nelle biblioteche di Venezia, «Cronache veneziane», 2, n. 14 (23 apr. 1950), p. 13-14.

«Accanto alle scuole di Venezia non è possiible non ricordare le pubbliche Biblioteche.
La «Querini», diretta dal prof. Manlio Dazzi, fu un centro di antifascisti fin dal lontano 1924, cioè da quando l'oppressione si manifestò nella sua più piena padronanza e nel suo più feroce dispotismo.
La «Querini» non fece mai mancare ai suoi lettori le riviste che il Governo aveva escluso dalle biblioteche statali, e attraverso importanti periodici stranieri tenne sempre al corrente il pubblico veneziano dei movimenti politici e sociali esteri. Contrariamente agli ordini, la «Querini» non tolse dal suo schedario le schede delle opere ufficialmente probite.
Alla morte di Gobetti, questa Biblioteca acquistò in blocco tutte le sue opere e le sue edizioni nonchè i periodici, dalla vedova dello scomparso.
Le accuse ministeriali che qui vi fossero convegni di ebrei e di antifascisti, e quella di un impiegato che si volessero usare magazzini per deposito di armi, non rispondevano che a verità. Tutti i cospiratori ebbero nella «Querini» un centro di raccolta e di informazione, un centro di smistamento di periodici clandestini.
[...]
Alla «Marciana», e particolarmente nelle sale riservate, era un continuo andirivieni di cospiratori, alcuni dei quali vi avevano fatto il loro quartiere generale, col pretesto di compilare un manuale di storia o di filosofia.
E anche alla «Marciana» più di una volta entrarono i distinti signori della polizia, per scoprirvi questo o quel patriotta. Ma sempre invano.»

(La Resistenza nelle scuole e nelle biblioteche di Venezia, «Cronache veneziane», 2, n. 14 (23 apr. 1950), p. 13-14: 14).

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