Blum (2000a)

Fonte:
Rudolf Blum, La Firenze bibliotecaria e bibliofila degli anni 1934-1943 nei ricordi di un tedesco non ariano, a cura di Diego Maltese, «La Bibliofilia», CII (2000), n. 2, 3.

«Ben presto, dopo la mia immatricolazione, cominciai a rielaborare, come tesi di laurea, il mio lavoro per l’esame di stato (sulla composizione dello scritto del corpus Hippocraticum sulla dieta nelle malattie acute). Cambiai qualcosa del suo impianto, allungai la mia dimostrazione, ma nell’insieme ripresi quanto a suo tempo avevo esposto. Allestire un nuovo lavoro non mi sarebbe stato possibile, poiché la situazione delle biblioteche di Firenze era allora molto sfavorevole. La Biblioteca Nazionale, che per le mie materie disponeva di buone raccolte, era in procinto di traslocare dagli Uffizi nell’edificio costruito apposta in piazza Cavalleggeri (non lontano dall’Arno!).6 La biblioteca dell’Università aveva solo una piccola sala di lettura; le opere dell’apparato di consultazione, peraltro non ricco, stavano in armadi lungo le pareti, chiusi da griglie, e si dovevano ordinare una per una. Non esisteva un seminario di filologia classica, con una biblioteca specializzata. Allora capii come si trovavano bene gli studenti di antichità classica a Berlino.»

6 Io ho potuto vedere la sua deprimente sala di lettura agli Uffizi. Non lontano dall’entrata si trovava un grande tavolo rettangolare riservato alle signorine. Il direttore sedeva in una stanza attigua, che era separata dalla sala di lettura soltanto da una pesante tenda.

(Rudolf Blum, La Firenze bibliotecaria e bibliofila degli anni 1934-1943 nei ricordi di un tedesco non ariano, p. 222)

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