La requisizione delle cancellate

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Presso l’Archivio storico della Soprintendenza Belli Arti e Paesaggio per le provincie di Brescia, Mantova e Cremona è conservato materiale documentario relativo alle requisizioni di materiale metallico a scopi bellici iniziate nel 1940.

Per quanto riguarda la Provincia di Cremona si ritrovano due tipologie di documenti riferiti a due diversi tipi di requisizioni: le cancellate metalliche e i monumenti in bronzo. Entrambi forniscono interessanti informazioni circa i monumenti ai caduti eretti dopo la Prima Guerra mondiale.

Nell’ambito del clima autarchico reso ancora più stringente dalle necessità belliche, nella primavera del 1940 vennero richieste ai Comuni tutte le cancellate per poterne recuperare il metallo. Ciascun Comune si trovò pertanto a segnalare al Prefetto tutte cancellate degli edifici pubblici e privati presenti nel proprio territorio.

Presso la Soprintendenza si conservano alcune segnalazioni di cancellate poste a cingere Monumenti ai Caduti e le relative fotografie (Acquanegra Cremonese, Crema, Formigara (parco delle Rimembranze), Gabbioneta Binanuova, Persico Dosimo, Pieve d’Olmi, Soncino, Spineda, Torre de’ Picenardi, Vescovato e Volongo).

Tale documentazione è implementata dai documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Cremona, nel fondo Gabinetto di Prefettura, tra i quali si ritrovano ulteriori segnalazioni (Corte de’ Frati, Fiesco, Offanengo, Pieve San Giacomo, San Daniele Ripa Po, Scandolara Ravara e Voltido e Trescore Cremasco).

Alcuni Comuni richiesero fin da subito l’esenzione alla rimozione della cancellata del proprio monumento ai caduti, vantando il pregio artistico del manufatto. Tra questi è emersa la richiesta del Comune di Torre de’ Picenardi che segnalò alla Soprintendenza la “cancellata in ferro battuto artisticamente lavorata” a recinzione del Monumento ai Caduti e quella del Comune di Vescovato che segnalò la cancellata del Monumento ai Caduti della frazione di Ca de’ Stefani e di Spineda quale “solo abbellimento all’umile estetica del monumento”. Il Soprintendente Raffaello Niccoli dopo aver richiesto fotografie dettagliate delle cancellate non poté però accogliere tali richieste.

Nella documentazione conservata presso l’Archivio Storico di Cremona si conserva l’elenco provvisorio delle cancellate fornito dall’Ente Distribuzione Rottami il 9 luglio 1940. Dalla medesima documentazione emerge che in un secondo momento il Sottosegretario di Stato per le Fabbricazioni di Guerra decise di preservare le cancellate cingenti i monumenti ai caduti L’Ente Distribuzione Rottami, infatti, il 7 agosto 1940 fece presente alla Prefettura di Cremona che il Sottosegretario di Stato per le Fabbricazioni di Guerra “ha espresso parere favorevole all’esenzione di quelle cancellate che recingono i monumenti ai caduti e per le quali le Ecc. i Prefetti stimino che ricorrono particolari motivi di conservazione”.

In questo modo alcune delle cancellate dei monumenti ai caduti furono esonerate dalla rimozione (Soncino, Pozzaglio ed Uniti, Castel Gabbiano, Grumello Cremonese, Pandino, Volongo, Vescovato, Rivarolo del Re e Formigara), mentre altre furono raccolte dall’Endirot dal novembre del 1940 (Cingia de’ Botti, Motta Baluffi, Spineda, Sospiro e Trescore Cremasco).

[SM]

Fonti

Archivio  SBEAP BS, MN, CR

Archivio di Stato di Cremona, Fondo Prefettura, busta 279, busta 332