Storia del Monumento

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Il numero di vittime della prima guerra tra i molfettesi fu il più elevato in tutta la Regione dopo quello del Comune di Bari: cinquecentoquattro soldati di cui sessantaquattro appartenenti all’arma della Marina Militare.

La città fu anche vittima di diversi bombardamenti: il 1° giugno 1915, l’11 agosto dello stesso anno e infine il più drammatico in data 27 luglio 1916 che causò la morte di nove persone.

Dato l’elevato numero di caduti già ad un anno dall’inizio della guerra nel 1916, durante l’amministrazione Poli, le autorità cominciarono ad avanzare l’ipotesi di un monumento dedicato ai caduti di guerra e a programmare un impegno di spesa.

Durante il conflitto l’iniziativa fu però sospesa a causa delle gravi condizioni economiche che afflissero la città. Fu l’Opera Nazionale Combattenti a dare nuovo impulso alla proposta, con un sollecito del 20 settembre 1920. In particolare nella lettera si chiedeva di incrementare il contributo da parte del Comune, inserendolo nel Bilancio comunale, perché quello inizialmente impegnato risultava insufficiente e di creare un Comitato cittadino che si adoperasse per la raccolta fondi.

 

Il comitato

Con l’elezione del sindaco Domenico Roselli si procedette all’avvio dell’iter amministrativo volto a pianificare la costruzione del monumento. Nel Consiglio Comunale del 29 dicembre 1920 si deliberò ufficialmente la nascita di un Comitato. I risultati raggiunti dallo stesso furono nei primi anni al di sotto delle aspettative a tal punto che si decise di coinvolgere sia le scuole cittadine sia l’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, inglobata all’interno del Comitato stesso. Le difficoltà e gli scarsi risultati continuarono negli anni successivi. Nel 1924 il Commissario Straordinario revocò il Comitato e ne costituì uno nuovo con 74 membri. Il Comitato ricomposto nell’anno successivo per la prima volta decise di avviare le trattative con lo scultore Cozzoli, dal momento che il primo incarico, risalente all’amministrazione Poli, era stato generico e non dettagliato. Il Comitato venne riformato nel 1926 quando il Sindaco appena eletto, cav. Giuseppe Maggialetti, dando seguito alle direttive del Governo Fascista chiamò a farne parte, nella seduta di giunta del 26 novembre, il Vescovo e gli esponenti politici locali più rappresentativi. Nella stessa occasione rese nota la quantificazione dei fondi raccolti fino a quel momento.

 

 

La raccolta di fondi

Venne inviato un invito a tutte le associazioni affinché sostenessero l’erezione del monumento e tra esse il Circolo Pro-Patria, il Circolo dei Proprietari, il Circolo dei Proprietari dissidenti, l’Unione Proprietari campestri. Nel frattempo il Comitato non riusciva a raggiungere risultati soddisfacenti. Dopo la crisi amministrativa, nel periodo di commissariamento con il dott. Camillo Perna (a partire dal 1923), dato il peggioramento della situazione economica, per favorire l’incremento dei fondi si pensò di aumentare il prezzo della carne, sia durante le festività pasquali che durante la festa di San Corrado. Venne inoltre organizzata una recita di beneficenza nel Real Liceo Ginnasio.

Nel 1924 il Commissario Prefettizio Giuseppe Scherini cercò di mettere ordine nella questione del servizio di raccolta fondi da parte del comitato invitando innanzitutto tutte le organizzazioni combattentistiche, politiche, sindacali, i responsabili di tutte le scuole a designare un rappresentante affinché si incaricasse delle necessarie operazioni di sensibilizzazione della popolazione. Il Commissario promosse rappresentazioni teatrali, veglioni, lotterie e serate danzanti, non senza difficoltà e polemiche. 

Dato il peggiorare della situazione economica e il dilagare della povertà, fu escogitato un ulteriore sistema per favorire la raccolta fondi. Si pensò ad una pubblicazione che raccogliesse la vita, le gesta e le lettere scritte dal fronte del Cap. Domenico Picca, decorato con medaglia d’oro, uno dei caduti della prima guerra.

Le iniziative continuarono anche durante il governo del successivo commissario, dott. Giacinto Perrone.

Anche la realizzazione di marche “pro-monumento ai caduti” va annoverata tra le numerose iniziative di questi anni. Esse furono rese obbligatorie dal 1924 al 1928 per tutti i documenti prodotti anche da enti diversi dall’amministrazione comunale. Il disegno della marca fu opera del prof. Gabriele Poli e la fornitura fu affidata alla “Premiata Tipografia e Libreria Editrice Ostinelli di Cesare Nani & C.”. I tagli delle marche furono di 1,20,50 centesimi e successivamente di 2 e 5 lire.

 

La scelta dell’artista

Inizialmente il monumento era stato commissionato al Cozzoli dal Comune di Barletta, come testimonia una lettera del 31 agosto 1923 del Commissario Prefettizio della città della Disfida Francesco Torre, Presidente del “Comitato per il Monumento ai Figli di Barletta caduti in guerra”. Il documento rimanda all’affidamento dei lavori di progettazione e realizzazione del monumento all’artista molfettese e al preventivo di spesa di lire 100.000. In un documento successivo si fa riferimento alla cifra di 125.000 e alla dilazione del pagamento in cinque rate. Il rompersi dei rapporti tra l’artista e il committente è testimoniata da una ricca corrispondenza e fu causata sia dai continui rincari del preventivo sia dal mancato accordo relativo alle modalità di pagamento. Il commiato definitivo sarebbe da collocarsi tra il 5 e il 13 luglio del 1926, allorquando il Cozzoli procederà alla definitiva restituzione dell’acconto.

Da questo momento il progetto del monumento passa nelle mani della cittadinanza molfettese, che già dal 1916 aveva pensato di affidarne la realizzazione a Cozzoli. Durante una seduta consiliare del 19 agosto 1916 infatti il consigliere avv. Ilarione Poli “invitava l’amministrazione a predisporre un progetto per un monumento affidando l’esecuzione dell’opera al concittadino Giulio Cozzoli” (Uva M., p. 180). Il Sindaco Graziano Poli a pochi giorni di distanza, il 21 agosto, chiedeva al Cozzoli, data la volontà dell’amministrazione, la disponibilità a ricevere l’incarico. Lo scultore non tardò a rispondere: “(…) non appena le condizioni, attualmente restrittive, mi permetteranno di dedicarmi con tutto l’amore e libertà di pensiero al grande soggetto, sarò assai lieto di mettermi all’opera, nella speranza di essere all’altezza della lungimiranza fiducia che la S.V.Ill. ha voluto riporre in me. Prego pertanto a volermi concedere un margine di tempo piuttosto sufficiente onde applicarmi con una certa calma alla compilazione del progetto, trattandosi specialmente di un’espressione d’arte prediletta dal mio temperamento” “sarei grato alla S.V.Ill. se con comodo volesse farmi conoscere, in linea approssimativa, la somma che eventualmente potrebbe disporre per la spesa, in tal modo fissato nella mia mente il concetto da svolgere potrei inquadrarlo nei limiti reali dell’esecuzione.”

Nel consiglio comunale del 4 settembre 1916 si discusse proprio dell’eventuale contributo: l’avv. Poli propose che il Comune investisse per il solo monumento la cifra di 6.000 lire. Per altre spese si sarebbe potuto provvedere tramite sottoscrizione popolare.

Il consigliere Domenico Turtur pur condividendo l’idea di affidare l’incarico all’artista molfettese, proponeva di non prendere impegni ufficiali ma di attendere il momento in cui fosse nota la spesa totale. L’impegno ufficiale sarebbe arrivato solo nel 1925 quando “il Comitato chiese al Cozzoli elementi più concreti intendendo procedere all’approvazione del progetto, alla determinazione della spesa, dopo aver visionato il bozzetto e deliberato il luogo ove collocare il monumento” (Uva M., p. 213).

Il progetto originario avrebbe subito qualche modifica. Il Comitato infatti richiese, rispetto ad un primo bozzetto, una serie di cambiamenti. Inoltre lo scultore propose tre disegni diversi per il basamento, ognuno dei quali collegato ad un diverso preventivo di spesa. Il disegno prescelto rappresentava un fregio continuo e di sicuro risultava il più ricco e decorativo ma anche il più costoso, e diede impulso ad una ulteriore fase di raccolta fondi.

Un primo contratto notarile stipulato tra l’artista e il sindaco di Molfetta Maggialetti è del 4 novembre 1926 e divenne definitivo il 14 febbraio 1927. La realizzazione del monumento impiegò l’artista per un totale di sei anni, a partire dal settembre del 1923 periodo in cui è attestato il primo compenso relativo a due mesi di lavoro necessari per realizzare il bozzetto, fino al maggio 1929.

Il costo complessivo del monumento fu di 222.500 lire. Inizialmente il costo pattuito con l’artista fu di 210.000 ma al momento della fusione in bronzo, il bassorilievo diede parecchi problemi, con incidenti e rotture  che provocarono la richiesta di un risarcimento da parte della fonderia “Bruni” di 12.500 lire.

 

La scelta del luogo

La scelta della piazza fu un argomento a lungo dibattuto dai membri del Comitato. La prima ipotesi fu quella di collocarlo nella zona antistante la banchina, di fronte al mare, al fine di accostare l’eroismo dei soldati all’eroismo dei marinai. Una seconda proposta fu quella di sistemarlo in villa comunale, in modo da sfruttare uno spazio ampio valorizzando l’opera e permettendo ai cittadini, in un luogo molto frequentato, di ricordare sempre il suo significato. Un’ultima ipotesi prevedeva di collocarlo nel giardinetto di Piazza Effrem: in tale luogo, trattandosi di una zona di passeggio, si sarebbe data la possibilità di vederlo facilmente tanto ai cittadini quanto ai forestieri. Dal momento che il Comitato non riusciva a trovare una soluzione condivisa fu interpellato lo scultore Cozzoli, il quale manifestò maggiore propensione per la sistemazione in villa comunale. Nel 1928 si decise definitivamente e si stabilì di comune accordo di spostare il monumento a Giuseppe Mazzini, di piccole dimensioni, in Piazza Effrem per lasciare spazio all’opera dedicata ai caduti in villa.  Proprio in onore dei caduti si decise di modificare il nome della piazza (Piazza Borgo) in Piazza “IV Novembre”. Tuttavia una volta effettuati i rilievi sul suolo e preventivati i lavori necessari per la costruzione delle fondamenta, dato l’alto costo del trasferimento, fu deciso di far spostare il monumento di Garibaldi in Piazza Effrem.

 

L’inaugurazione

Il monumento fu inaugurato, dopo diversi rinvii, domenica 20 luglio 1930 con una cerimonia solenne in presenza di autorità non solo locali ospitate su due tribune d’onore addobbate. Il Podestà Giuseppe Mastropasqua in occasione di questo avvenimento fece realizzare alcune medaglie commemorative, con l’intento di donarle alle autorità intervenute e alle famiglie dei caduti. Il Cozzoli fu chiamato a progettare l’apparato iconico della medaglia, mentre il conio fu eseguito dalla ditta “Stefano Johnson” di Milano. Ne furono ordinate, date le numerose richieste da parte della cittadinanza, 1040 esemplari in bronzo e 100 in argento.

Un esemplare in oro fu coniato per il Ministro Costanzo Ciano e una lastra raffigurante il dritto e il rovescio della medaglia fu invece realizzata presso il Municipio come ricordo dell’evento.

Il cerimoniale prevedeva un percorso in automobile, una visita alla Cappella Ossario nel cimitero e messa, l’inaugurazione presso la Villa. Furono realizzati circa mille ritratti di Ciano da sistemare per la città e il monumento fu coperto da un velario.