Il diario di Giovanni Battista Caffaratto

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Il diario di Giovanni Battista Caffaratto è un piccolo quaderno da appunti a quadretti, della misura di 11 x 6,5 cm. Un oggetto tascabile e non ingombrante, da portare con sè e sui cui annotare impressioni, eventi, riflessioni.

Il quadernetto è intestato, forse per il timore che venisse perso e che si potesse riconoscere il suo autore,  e intitolato Diario di guerra - 1915.
Le annotazioni coprono l'arco cronologico da 29 luglio al 9 settembre 1915; sono stese a matita e a penna, con una scrittura rapida e minuta. Il linguaggio è scarno e sintetico.


TRASCRIZIONE - DIARIO DI GUERRA

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Dottor Caffaratto Giovanni Battista
Tenente medico 50° Fanteria
1° Battaglione               Cavour (Torino)

 

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Diario di Guerra – 1915

Cavour 29 luglio: - Partenza per la guerra. Animo abbastanza tranquillo e fiducioso. – Grande curiosità di vedere cosa sarà.

31 Partenza da Belluno per Cerzenighe (Cencenighe). Arrivo a Cerzenighe ove non si trova il Comando del 50° Reggimento. Caduto in una bocca di lupo in un campo di meliga ove ero andato per soddisfare ad impellente bisogno. Pernotto a Cerzenighe e vi dimentico la camicia da notte.


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1 Agosto Arrivo a Taibòn. Presentazione al Reggimento. Colonnello Guarnaschelli. Bevuta di parecchie bottiglie con brindisi. Sono molto bene accolto dall’ufficialità.

2 Agosto. Ho niente da fare: vado a cogliere ciclamini. Ne tengo tre belli per spedire alla famiglia a Cornigliano Ligure. – Qui movimento straordinario, ma il cannone non si sente: il Reggimento è di riserva. Questi sono i paesi delle mosche ne mangiamo in tutte le salse.


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3 – 4 – Continuo a poltrire indecentemente a Taibòn, in attesa della definitiva destinazione. Ieri ed oggi ho fatto una passeggiatina di allenamento su per i monti. Oggi ho sentito da lontano il primo colpo di cannone. Passeggiatina ad Agordo a bere la birra. I soldati qui godono ottima salute.

5 -6-Nulla di nuovo. Gita in montagna. Vado ad Agordo a comperarmi un paio di scarpe alpine potenti.

7 – Oggi faccio San Martino: vado a Ghirlo a raggiungere il primo battaglione, del quale piglio la direzione sanitaria. Ho ai miei ordini un sottotenente.

 
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Il primo battaglione del 50° Fanteria sarà probabilmente la mia assegnazione definitiva per tutto il tempo della guerra. Mi scelgo per attendente un torinese.

Al battaglione sono quasi tutti ufficiali piemontesi richiamati: avvocati, geometri, etc. Alla mensa si fa un baccano indiavolato. Di qui si ode distintamente il cannone sul Colle di Lana: è veramente di lana caprina questo colle: non si può pigliare. Passano di qui spesso autoambulanze con feriti. Un battaglione di fanteria la vide brutta.

8 – Oggi cara festa per me: ricevo la prima lettera dalla mia adorata moglie: la prima da quando son partito pel fronte. Stanno tutti bene e mi dice tante cose carine. Che tu ed i miei bimbi possiate sempre essere felici per quanto lo si può essere quaggiù. Ora le risponderò inviandole i ciclamini che già avevo

 
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messo da parte per lei: Come fa bene in questi momenti ricevere notizie da chi si ama !

11 – Stamane sono stato ad Alleghe. Ho fatto colazione nel chalet del ristorante in riva al lago,diventato pure sede del Comando di divisione. Che splendido laghetto alpino! Non avevo mai visto acque di un cosi bel verde cupo! Da tavola vedevo li di fronte il famoso Colle di Lana intorno al quale ci affatichiamo da un mese, senza poterlo pigliare. Si vedono le trincee austriache. Quando una granata scoppia su d’esse, si vede col binocolo saltare in aria terra, sassi, e spesso uomini: sembrano tanti burattini buttati per aria. Che bella colazione al rombo del cannone! Qui è stato ucciso un caporale del nostro battaglione, feriti alcuni soldati, e uccisi due muli che stavano a oltre cinquanta metri dal luogo di scoppio della granata. Altri cinque muli che erano li sul luogo dello scoppio rimasero incolumi!


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Un’altra granata colpi in pieno la cucina ufficiali, facendo saltare in aria e mandando in frantumi marmitte e provviste: il cuoco Martino rimase ferito. Quel di’ si dovette fare dieta. Sono tremende le granate austriache! Sono costituite da metallo pesantissimo: arrivano sibilando, e si schiantano rabbiosamente con un certo sinistro suono metallico….Le nostre non credo siano cosi perfette. Un Capitano di Saluzzo che mangia qui con me mi assicura che il battaglione Fenestrelle degli Alpini è stato distrutto…. Le schegge delle granate austriache han tanta potenza che quando sembrano cadere come palla morta si approfondiscono ancora di un metro nel terreno! Una di esse passò da parte a parte il torace di un nostro mulo.

12 – Oggi sono stato a trovare il mio sottotenente a Forno di Canale. E’ un bel paesetto prima di San Pellegrino.

13 – 17 – Nulla d’importante

 
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18 – Ieri alle due dopo mezzodì, improvvisamente, a San Pellegrino gli Austriaci cominciarono a sparare granate sull’attendamento del 49° Fanteria della nostra brigata Parma. Evidentemente qualche spia aveva indicato alla artiglieria nemica il luogo preciso del’accampamento. Rimasero feriti cinque ufficiali ed una ventina di soldati: quattro soldati morti. Non si conosce il luogo preciso di dove sparassero. Il dottor Camusso (?) di Torino, addetto alla sezione di sanità della nostra brigata, che si trovava li presso venne richiesto dell’opera sua in aiuto ai medici del reggimento. Mentre era intento a curare un ufficiale, una scheggia di pietra lanciata dallo scoppio di una granata gli strappa la giubba: egli continua il suo lavoro:

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un’altra scheggia di pietra pochi secondi dopo gli squarcia il ginocchio sinistro. Mentre è portato via dai portaferiti, grida: “Sono ferito e debbo lasciarvi, ma non è niente: voi che restate qui, vendicatemi voi e buona fortuna! W l’Italia!”. Vien condotto all’Ospedale di Agordo e gli si amputa la coscia. Al Generale che gli fa le condoglianze per la gamba perduta, risponde: “ Non fa niente me ne resta ancora una, si vive anche con una gamba sola!”. Dopo pochi minuti dalla operazione muore per shok nervoso. Cosi si comportano e sanno morire i medici italiani! Un mese fa era ancora sergente, poi, essendo laureato in medicina, venne promosso tenente medico. Siano onore e gloria a Lui!

Parlai pure col sottotenente del 49°

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Zanello, astigiano, richiamato, ferito a un piede. Mi fa vedere la scheggia di granata che da se steso dovette levarsi dalla ferita: la conserva per ricordo: è di metallo giallo, pesantissimo. Stette dalle tre alle sei al riparo di un grosso pezzo di roccia: le granante fioccavano, e non lo si poteva andare a pigliare. E pensare che non si potè rispondere a questo attacco neanche con un sol colpo!

Episodi: al Col di Lana: plotone (?) Bortolotti: se vengon gli Austriaci nella trincea non han da far altro che pigliarsi ad uno ad uno per la schiena come tanti conigli!

Di notte nella trincea: gran fracasso nella buia notte: fuoco accelerato del plotone contro cavalleria! Tutto il campo a subbuglio: al mattino si constata l’uccisione di 4 cavalli di ufficiali, che erano azzopati. Gli ufficiali si mettono le mani nei capelli…

23 – Sto in pena perché da due giorni non ho più notizie del mio figlio.


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Spero bene che starà meglio!

Ho ricevuto una lettera da Amabile, che mi dice di essere tutta sconfortata, e che non fa altro che piangere: [   ] è troppo nervosa e non sa mai adattarsi alle circostanze: ho paura che finirà per venire ammalata. Le scrivo una lettera per lei e per i suoi nuovi padroni, consolandola, e facendole coraggio. Dice che non fa che piangere e pregare per me: lo credo; in fondo è buona. Per sua disgrazia è troppo sensibile. Spero che a Torino saprà mantenersi onesta. – Mi hanno fottuto il mio sottotenente Di Lella, che credo sia andato sull’Isonzo, ed ora mi tocca fare il servizio a tutto il battaglione, che è sparso un po’ dappertutto. Decreto di andarmi a stabilire a Forno di Canale, ove si sta meglio di qui ed ove ieri sono andato a far la visita e santa messa. Che bella chiesetta! Non so perché, la

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dentro al sentire quei mesti canti mi veniva da piangere.

Gli austriaci hanno incendiato e distrutto Pieve di Livinallongo. Al San Pellegrino continuan a sparare. Peppino Garibaldi e compagni al Col di Lana si comportano bene: ma non so quando riusciremo a pigliare questo benedetto Colle!

Dichiarazione di guerra alla Turchia: bene! Era tempo. Per noi militari questo vuol dire un altro po’ di carne al fuoco. Il male si è che i Russi se le pigliano di santa ragione, lasciando nelle mani dei tedeschi molti cannoni: più di mille tra Kovno e Novogeorgievsk ! Al Col di Lana non si possono raccogliere i feriti: gli austriaci sparano sui portafe

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riti e sui medici. Abbiamo fatto uscire dalla trincea il prete coi paramenti sacri: hanno sparato anche su di lui. Lanciano certe bombe a mano di una efficacia straordinaria: molto superiori alle nostre.

Due Settembre – Gita sul mulo sino a Falcada e di li su ad inerpicarsi fino a 3000 metri, sul Mulaz. Fino al pian dei pidocchi va bene, e poi comincia a nevicare….Passiamo piccolo, ameno ghiacciaio. Arriviamo lassù madidi di sudore, assiderati dal freddo, coperti di neve…e con una nebbia che non lascia veder nulla. Peccato ci sarebbe stata una vista splendida. Lassù in un rifugio del Club Alpino stanno 20 soldati, con tre posti avanzati di sentinella. Sono arrivato lassù molto stanco perché il giorno prima avevo preso la purga, e non avevo mangiato… Non ho avuto le vertigini. Colgo lassù

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in mezzo alla neve alcuni non ti scordar, che spedirò a mia moglie.

3 – Ho incontrato a Cencenighe i giornalisti cui è stato permesso di venire al fronte: tra di essi vi è Barzini e Jean Carrere. – Gli inglesi se la squagliano tutti al Col di Lana. …protesta dei Francesi che non vogliono andare a San Pellegrino.

Gita a [  ] . Pranzetto col sottotenente Predazzi.
Altra gita a [   ] Croce: ottima colazione preparata dal sottotenente [  ] con Guglielminetti.

7/9 – Il tenente medico [ ] lascia il reggimento e va a Belluno. Io sto bene al Ghirlo e non mi muovo. Da qualche giorno ho la diarrea e mal di pancia, forse causato dal freddo. Il Comandante

 
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il Battaglione mi ha preso affezione, e mi vuole sempre insieme, specie nelle lunghe gite alpestri.
Capitano Dotta: temp de guera ciù bal che tera.
Al Colonnello che arriva improvviso al distaccamento e vuol vedere subito i soldati, egli fa suonare pel rancio…dice che cosi è l’unica maniera per farli venire….conseguenze: gli arresti.

Il fratello del nostro caro tenente Bortolotti, sull’Isonzo rimane ferito da quattro palle che gli fan otto buchi. Noi ci congratuliamo con lui perché al fratello è andata bene… ed egli risponde: L’ho sempre detto io che quello lè nato fortunato!”.

 9/9 – Tirsi è guarito completamente: questo mi riempie il cuore di gioia.

 10 – Corre voce che noi andremo a svernare giù vicino a Belluno.