I 12 mesi di Cercepiccola
print this pageA Cercepiccola si svolge la rappresentazione carnascialesca dei mesi dell’anno che si svolge per le strade del paese e, in particolar modo, nella piazza Lombardi, in cui sfilano e recitano, in groppa ad asini e cavalli, circa trentadue personaggi, tutti interpretati da uomini, riccamente addobbati con abiti ed elementi caratteristici. A Cercepiccola la rappresentazione si svolge secondo un rituale bene definito: il corteo viene aperto dal (1) presentatore della festa in frac che introduce il concetto della mascherata e ne spiega il significato. L’intera recita è accompagnata dagli Orchestrali, (8), che in groppa agli asini suonano le fisarmoniche e non mancano parti cantate e recitate anche per i suonatori di chitarra e mandolino, introdotti dall’ direttore d’orchestra (1) . Il corteo è composto dalla figura del nonno (1) che simboleggia il secolo, seguito da quella del padre che, invece, rappresenta l’anno (1) e da 12 personaggi ciascun per ogni mese che recitano poesie e strofe in rima, ognuno caratterizzato da abiti e oggetti particolari. Le (4) quattro stagioni, rappresentate da uomini in abiti femminili, dalla primavera all’inverno, dalla più giovane alla più anziana, si inseriscono all’interno della rappresentazione alternandosi con i personaggi dei mesi. Non mancano personaggi spiritosi come i cenciunari (2) (straccioni), l’Arlecchino (1) e (2) Pulcinella, di cui uno proveniente da Napoli e l’altro natio di Cercepiccola, introducendo agli spettatori l’intero corteo. Simili manifestazioni ossia recite in cui i mesi sono i principali protagonisti si svolgono in diversi comuni della Campania, da cui sicuramente proviene anche la rappresentazione di Cercepiccola. Composta probabilmente agli inizi del Novecento da un personaggio di spicco dell’ambiente napoletano, tale Abele De Blasio, la recita è uno spaccato della vita del tempo, tra arte, storia, cultura, consuetudini con riferiti ad eventi o episodi di vita vissuta, velatamente celati, ma allo stesso tempo decantati in piazza. La rappresentazione potrebbe essere giunta in Molise ad opera di un conoscente del nobile De Blasio, e solo in un secondo momento, ad un’iniziale struttura ben articolata di versi e strofe, a tratti anche molto malinconici, ma dal tono aulico, sono stati inseriti elementi tipici della vita contadina del territorio molisano, con chiari riferimenti dialettali. Dal punto di vista antropologico le manifestazioni carnascialesche sono legate alla volontà da parte dell’uomo di esorcizzare i periodi più cupi della vita e di sperare in eventi migliori; nell’ambito contadino, questo si verifica con i riti di iniziazione della primavera e l’augurio di un buon raccolto, ma ancor prima con mascherate e riti magici per proteggere i nuovi semi, nella primissima fase, quando sono sottoterra, affinché crescano forti e rigogliosi durante i mesi futuri. |