i "Poveri" nel Viaggio di John Galt

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Purtroppo le iniziative intraprese risultarono inefficaci, la povertà era talmente diffusa e crescente da impressionare anche i viaggiatori stranieri che amano anche descriverla per meglio colorire i loro diari.

Quando nel 1809 l'inglese John Galt  durante il tour del Mediterraneo nel suo "Voyages and Travels in the years 1809, 1810, and 1811", descrive Palermo (pp.20-21) "Tutte le descrizioni che io ho veduto della capitale della Sicilia sono piuttosto difettose e scorrette".  All'autore la città di Palermo appare bisognosa e povera e nel suo diario dedica una pagina ai poveri.

I poveri voyages_galt_02"In mezzo alle più strane prove della declinazioni dei beni e dei poteri clericali in Sicilia, è l'abbrivio nelle larghezze ordinarie ai poveri alle porte dei conventi. L'effetto di questo alla prima istanza è malinconico. Lo stato del povero è diventato gradualmente peggiore, e in Palermo il numero dei mendicanti é cresciuto visibilmente negli ultimi venti anni. Da qualche tempo, le loro miserie attirano l'attenzione del governo; e fu fabbricato, per rimediare il male, un grande ed esteso stabilimento, ad imitazione delle nostre case si lavoro inglesi. Il fabbricato, sebbene non ancora completo quale è la estenzione del disegno, farebbe onore a qualsiasi Stato. I regolamenti interni sono, mi si dice, efficaci e savii. I ricoverati ammontano a molte centinaia, e il loro impiego é principalmente nei differenti processi delle manifatture di seta.

Ma quantunque bene intesa, questa istituzione è riconosciuta del tutto inadeguata a scuotere le miserie dei poveri, ed in proporzione della declinazione della Chiesa deve crescere il numero dei mendicanti, finchè avrà luogo un cambio salutare nelle abitudini delle classi più alte, per il quale cambio la cessazione delle loro suppliche gratuite è il foriere necessario. I gentiluomini siciliani, e particolarmente le donne, hanno la reputazione di persone caritatevoli. Difatti pare che tutta la nazione abbia una gran dose di benevolenza.

Dovrebbero essere difatti fortemente pregiudizioso chi non concedesse la condotta di questo popolo a un altro, nonostante la sfiducia generale che li individualizza tanto, da essere insieme rispettosi e buoni."