La Famiglia Scaramangà

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La famiglia Scaramangà, discendente da una nobile casata bizantina insediata nell’isola di Chios (Grecia), era originariamente divisa in tre rami. Il nucleo familiare cui apparteneva Pietro Scaramangà intraprese traffici commerciali a Vienna e in Russia, perdurati fino al suo trasferimento a Trieste, città dove sposò Myrtò, figlia di Giovanni Scaramangà. Quest’ultimo era a capo di un altro ramo della famiglia che si era trasferito a Trieste in seguito ai massacri avvenuti quando l’isola di Chios era insorta contro i Turchi nel 1822 e quattro componenti della famiglia finirono impiccati.

Giovanni Scaramangà (Chios, 1793 - Trieste,  1883), che aveva ottenuto dall’Imperatore d’Austria il titolo nobiliare di Altomonte, dal 1841 fu a capo di una ditta commerciale che prendeva il nome della sua casata. In seguito al matrimonio della figlia con Pietro, la ditta Scaramangà divenne collettiva fondendosi con quella del genero.

 

Giovanni Scaramangà di Altomonte

(Trieste, 2 aprile 1872 – Trieste, 4 marzo 1960)

Giovanni, figlio di Pietro e di Myrtò Scaramangà, entrò nel 1892 a far parte della ditta di famiglia. Dal 1905 fu impegnato anche sul piano politico: entrò a far parte del Partito Nazionale Liberale e venne eletto rappresentante di Trieste al Parlamento di Vienna. In seguito abbandonò la carriera politica per dedicasi completamente alla gestione delle attività commerciali della famiglia venendo anche inserito nella Commissione per la Pubblica Economia delle dogane e degli zuccheri.

Nel 1911 entrò a far parte della Camera di Commercio e Industria divenendone presidente nel 1914 e, alla fine della grande guerra, Commissario Regio dal Governo italiano con l’incarico della ricostruzione. La sua carriera procedette con la presidenza, fino al 1926, della Banca Commerciale triestina e, dal 1944 del Lloyd Triestino. Nel 1947 si ritirò dalle attività imprenditoriali.

Giovanni Scaramangà diede un importante contributo anche all’ambito culturale cittadino: fin da giovane fu membro della Società di Minerva, tra il 1909 e il 1921 fu consigliere del Curatorio dei Civici Musei di Storia e Arte, fece parte della Commissione Consultiva della Biblioteca Civica e divenne Presidente del Curatorio Revoltella.

Giovanni Scaramangà nutriva una forte passione per tutto ciò che era legato alla storia di Trieste tanto da costituire con atto testamentario la Fondazione che porta il suo nome allo scopo di evitare la dispersione delle sue raccolte di materiale storico.


Bibliografia essenziale
- C. Pagnini, Giovanni Scaramangà di Altomonte, Trieste 1960
- A. Rossetti De Scander, Il museo della fondazione Giovanni Scaramangà di Altomonte a Trieste, Trieste 1992
- I grandi vecchi: ritratti di protagonisti delle fortune economiche della moderna Trieste, a cura di W. Abrami, N. Cremoni, G. Pozza Pittini, L. Resciniti, Trieste 1990, p. 50

Giovanni Scaramangà