ARCHEOLOGIA

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Piccola regione localizzata nel centro sud Italia che affaccia sul mar Adriatico, il Molise offre la possibilità di visitare luoghi e strutture suggestive da un punto di vista artistico e archeologico. Partendo dalla costa Molisana fino ai confini con le ragioni Campania e Lazio, esistono delle vere e proprie eccellenze che vale la pena scoprire. Partendo dal Basso Molise, zona costiera limitrofa al mare, compare su una collina a pochi chilometri dal mare, l’antica città di Larino. Centro importantissimo in antichità, la città moderna si è sviluppata in parte attorno  all’anfiteatro Romano situato nel parco archeologico di Villa Zappone. Qui è possibile cogliere la maestosità delle strutture romane di età imperiale immerse nel verde. Procedendo verso l’interno della regione, ci si imbatte in un capolavoro dell’urbanistica di età romana: Sepino.

Foto aerea della città romana di Saepinum

La città romana è perfettamente conservata; è possibile percorre e ammirare  le antiche strade (cardo e decumano), insieme a tutti gli edifici tipici delle città romane( Macellum, Basilica, teatro, mura, porte urbiche). Molte delle testimonianze archeologiche di questi due centri sono conservate nel Palazzo Mazzarotta di Campobasso che ospita uno dei più attraenti musei della regione: il Museo sannitico di Campobasso. Di particolare interesse per quanto concerne l'arte e l'archeologia è la collezione privata custodita al Museo Civico di Baranello, nato dalla donazione della collezione che il 10 ottobre 1897 l'architetto Giuseppe Barone fece al Comune e alla cittadinanza baranellese, è un unicum in Molise e tra i pochi esempi in Italia di collezionismo ottocentesco arrivato integro ai nostri giorni.

Lasciamo alle spalle la provincia di Campobasso per dirigerci verso quella di Isernia, comunemente denominato Alto Molise. Qui è collocato il sito archeologico di Pietrabbondante che si erge sul versante orientale del monte Saraceno, in posizione di declivio dominante rispetto alla vallata del fiume Trigno. Il complesso santuariale si configura come la principale area sacra del territorio dei Sanniti Pentri.

Lasciando le splendide montagne alto molisane è possibile visitare il giacimento paleolitico di Isernia La Pineta, un unicum nel territorio nazionale. Il giacimento paleolitico di Isernia La Pineta è una delle più complete testimonianze della storia del popolamento umano dell'Europa. I dati emersi con gli scavi sistematici e con lo studio interdisciplinare, attivati a partire del 1978, hanno consentito di ricostruire nel tempo, anche negli aspetti particolareggiati, la vita e l'ambiente naturale in cui visse l'uomo circa 700.000 anni fa. Testimonianza eccezionale e unica nel suo genere, della frequentazione medievale della regione, è l’abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno.

Castel S. Vincenzo - Abbazia carolingia di S. Vincenzo a Volturno - ingresso della cripta dell'abate Epifanio

Il complesso si trova a circa due chilometri dalle sorgenti del fiume omonimo, in una posizione favorevole sulla fertile Piana di Rocchetta, difesa dalle catene delle Mainarde e della Meta a ovest e dal massiccio del Matese a sud. Gli scavi condotti hanno mostrato la maestosità e l’importanza del cenobio benedettino e i materiali archeologici sono esposti nelle sezioni del Museo Archeologico di Santa Chiara a Venafro.  Il nostro viaggio prosegue ai confini con le regioni Lazio e Campania. Qui è possibile ammirare la città romana di Venafro  che offre ai visitatori una suggestiva visuale dominata dal massiccio del Matese e dalle Mainarde. È possibile ancora percorrere alcune manifestazioni dell’architettura e urbanistica romana (teatro e anfiteatro), e di quella medievale e post medievale che si esplicita nella suggestiva costruzione di Castello Pandone. Opera maestosa che si affaccia sulla città moderna, il Castello ospita quadri di eccezionale valenza e si configura come Museo nazionale del Molise.

Per quanto riguarda l'arte in modo specifico, i periodi che maggiormente hanno lasciato traccia nei vari centri del Molise sono il romanico e il gotico; distruzioni varie succedutesi nel corso dei secoli hanno però sensibilmente diminuito o alterato la consistenza di questo patrimonio artistico. Tra le opere d'arte si segnalano le opere d'arte del Castello De Capua di Gambatesa, che conserva un ricchissimo ciclo di affreschi, datati 1550, opera di un ignoto Donato. Per la produzione pittorica quattrocentesca e del primo Cinquecento fu fondamentale l'affresco della Madonna col Bambino e Cobella dei Mancini (1458) della cattedrale di Venafro, dove si evidenzia una volontà prospettica che non rinuncia a sottili conquiste grafiche di stampo tardogotico. Poco resta della produzione scultorea del sec. XVI che continuò a privilegiare per ragioni economiche il legno a materiali più pregiati quali il bronzo o il marmo. Dopo la prima metà del sec. XVI in ambito pittorico la situazione mutò radicalmente grazie al crescente arrivo di opere provenienti soprattutto dall'area napoletana, che diedero una maggiore consapevolezza all'ambiente molisano del progressivo mutamento delle tendenze. Numerose le tele custodite nelle chiese della regione che testimoniano della cospicua attività artistica del Seicento a opera di G. Imparato, F. Santafede, I. Borghese, Azzolino e i caravaggeschi Battistello e F. Guarini. Nel Settecento furono attivi P. Gamba e P. De Majo, allievi di F. Solimena, e P. S. Di Zinno, che ideò e costruì anche gli “ingegni” sui quali vengono tuttora allestiti i quadri viventi dei Misteri di Campobasso. Esempi della produzione pittorica ottocentesca si trovano nel museo di Baranello, dove è conservato il Bosco di Fontainebleau (1847) di G. Palizzi, mentre al primo quarto del Novecento risalgono le scene di storia molisana che decorano il salone della Banca d'Italia a Campobasso, opera di Diodati, De Lisio e Biondi.

Per saperne di più consultare le schede di approfondimento di seguito allegate.

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