Gruppi Universitari Fascisti (GUF)
print this pageSe il problema degli spazi dedicati al teatro sembrava risolto, c'era ora il problema dei repertori che continuavano ad essere gli stessi e necessitavano un rinnovamento, ma il dibattito che neseguì fu incapace di delineare il nuovo tipo di teatro di cui si auspicava la nascita. Mancava un teatro di qualità, si chiedeva un teatro che rappresentasse l'anima italiana, la famiglia italiana, la società del regime, ma non si riuscì mai far decollare questo tipo di teatro, soprattutto da parte dei commediografi.
I giovani che seguivano le vicende del teatro italiano lo ritenevano insufficiente a mostrare le ansie, i bisogni e le speranze che viveva la loro epoca. Significativa in questo senso fu l'esperienza dei Gruppi Universitari Fascisti (GUF) che propugnavano un teatro fondato sui valori restaurati dal regime “Famiglia, Nazione, Umanità, Dio” e fu questo che proposero anche nella prima edizione dei Littoriali.
Il 29 aprile 1934 fu portato in scena il 18 BL, che rappresentò il primo tentativo di teatro di masse mai tentato in Italia fino a questo momento. Il 18 BL aveva come protagonista un camion, il camion della marcia su Roma nella fattispecie, il Fiat 18 BL appunto, che rievocava tre momenti salienti della storia d'Italia:
1. La Prima Guerra Mondiale (il 18 BL carico di viveri soccorre un battaglione di soldati sprovvisti di cibo da tre giorni);
2. L'avvento del Fascismo (il 18 BL carico di un gruppo di giovani fascisti);
3. La Costruzione della nuova Italia (il 18 BL gettato in un fosso e ricoperto di terra mentre giovani lavoratori lavorano alla bonifica delle paludi).
Lo spettacolo fu un totale fallimento a cuasa della mancanza di coesione tra le varie scene.
I GUF nel '35 tentarono di installare un “Teatro Sperimentale” (che a partire dal '41 divenne il “Teatro Nazionale dei GUF”) nella vecchia sede dell'Accademia dei Fidenti a Firenze e fu qui che realizzarono i loro lavori più importanti. In generale però anche tra i GUF e negli stessi Littoriali erano pochi i copioni ispirati alle tematiche di propaganda fascista, si andavano a delineare ruoli di donne ben diverse da quelle idealizzate dal regime, si mostravano i sogni degli uomini che rifuggivano la realtà, ritenuta brutale, menzognera e difficile da comprendere, si rivelava quanto il paese natio o il nucleo familiare (temi cari alla retorica fascista) potessero invece diventare soffocanti e si delineava uno sfondo in cui malgrado la guerra e l'orrore che essa portava, l'attaccamento al denaro, l'egoismo e l'invidia continuassero a regolare i rapporti umani.
L'Accademia dei Fidenti (oggi Teatro Brendel) a Firenze
Per offrire una panoramica più ampia relativamente al teatro di propaganda appare necessario menzionare la contemporanea esperienza del teatro d'agit-prop (teatro d'agitazione e propaganda). Si tratta di una forma di teatro didattico del XX secolo diffuso nella Russia post-rivoluzionaria, che aveva come scopo la propaganda e l'informazione presso il pubblico analfabeta degli ideali rivoluzionari. Questo tipo di teatro, di connotazione fortemente politica, era caratterizzato da un'organizzazione basata sul lavoro di non professionisti, solitamente operai aderenti al Partito Comunista dell'Unione Sovietica, riuniti in una compagnia senza ordini gerarchici all'interno, da uno scarso utilizzo di apparati scenografici, dal rifiuto dei luoghi deputati per l'azione teatrale come luogo di rappresentazione, la predilezione per composizioni drammaturgiche di breve durata e da una costruzione dello spettacolo che non si incentrava sulla parola ma si avvaleva della musica, della pantomima, dell'acrobazia e delle proiezioni cinematografiche.
Mentre il teatro d'agit-prop presentava notevoli innovazioni (ad esempio quella di non svolgersi nei luoghi ad esso deputati ma tra i caseggiati, sui tram...) quello fascista rimaneva ancorato ad un'impostazione consueta: trama (inizio, svolgimento, fine), vicende verosimili...Inoltre lo scopo di quest'ultimo era quello di proporre e celebrare esempi di comportamento che fossero d'esempio per tutti gli italiani, il teatro d'agit-prop verteva a mobilitare le masse contro l'ordine precostituito.