47 - Breviario benedettino

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Il Breviario monastico ebbe larga diffusione in quanto era utilizzato per la celebrazione della liturgia delle ore, come era stato normalizzato nella regola di san Benedetto. Fra i molti editori che sfruttarono abilmente questo settore del mercato librario fu Lucantonio Giunti: la serie liturgica degli eleganti, enormi, decorati corali a stampa e dei messali relativi, tutti corredati da xilografie figurate e da capilettera originali, mostrò le grandi possibilità della sua stamperia.

Le xilografie con illustrazioni e intere serie di capilettera allora realizzati furono frutto della collaborazione dell’editore con il miniatore e disegnatore Benedetto Bordon e con alcuni incisori, tra i quali spicca il monogrammista “i.a” (Iacobus Argentoratensis), ossia Jakob von Strassburg. Essi costituirono da allora in poi un grande serbatoio per riusi e rifacimenti delle edizioni religiose giuntine che sarebbero seguite, a favore delle quali dovette comunque continuare il sodalizio con il disegnatore padovano. 

47.b.3-Front.

Altre cinque edizioni giuntine dello stesso testo, a cominciare dal 1506, precedettero il presente Breviario ad uso della congregazione di Monte Cassino, del 1525.

Il legno che apre la pagina del titolo, con san Benedetto raffigurato tra Placido e Mauro e i monaci oranti, è appunto reintagliato sul medesimo soggetto già presente almeno dal Breviario del 1506.

L’elegante carattere gotico giuntino stampato in nero e rosso è accompagnato da accurati piccoli capilettera e da alcune lettere iniziali maggiori, che segnano in particolare il Salterio e l’Innario con cui si apre il testo. Quei capilettera fogliati e a mascheroni fanno parte delle xilografie realizzate per le serie giuntine dei grandi volumi liturgici di inizio secolo.

L’Ordo Breviarii (con inizio dal f. 55r) è segnato con scene figurate, inserite negli spazi altrove destinati ai capilettera, con soggetti cristologici, legati alle feste principali e ai santi.

Belli e confrontabili con figure miniate da Benedetto Bordon gli evangelisti accompagnati dai loro simboli, le cui figure si ripetono lungo il testo. Si tratta per lo più di riusi di legni già impressi nelle edizioni giuntine precedenti.

47.b.3-San Marco

Il monogramma “i.a” compare almeno per il martirio di san Saturnino al f. 263r.

La sigla dell’intagliatore “L.VH.F” che si legge nella scena della Crocifissione, e con varianti anche in uno dei legni laterali, è letta come “Lunardus fecit” e quindi accomunata a una serie di xilografie che compaiono negli stampati giuntini lungo gli anni venti.

La stessa formella con la Crocifissione, dal disegno di grande impegno con molte figure, corredata dai legni di contorno parzialmente frutto di riadattamento, compariva già almeno nel Breviario olivetano del 1521, in una sostanziale continuità stilistica con le scene disegnate dal Bordon.

 

timbri avanti