Raccolta Biblioteca di storia moderna e contemporanea

Sul verso di tutte le fotografie conservate nella Biblioteca di Storia moderna e contemporanea è apposta (trasparendo a volte anche sul recto), in posizione centrale, l’indicazione manoscritta “Calandrelli”, oltre al numero d’ingresso e al timbro della vecchia Biblioteca Vittorio Emanuele II. Esse infatti facevano parte della collezione di Alessandro Calandrelli che, già deputato alla Costituente romana, era stato colonnello dell’esercito della Repubblica romana e triumviro, insieme a Livio Mariani e Aurelio Saliceti, dopo le dimissioni di Mazzini, Saffi e Armellini.

La raccolta è costituita da 41 carte salate. Le immagini di Lecchi, per lo più firmate e datate come fossero quadri, costituiscono un corpus unico non solo per la tecnica usata, per il tipo e il formato della carta adottata (della ditta Canson), ma anche e soprattutto perché la maggior parte fissa luoghi o edifici legati alla difesa della Repubblica. Due di esse, sono state realizzate nei primi mesi del 1849 e rappresentano edifici, il Casino Cenci e il Casino di Raffaello entrambi situati nella villa Borghese, che verranno distrutti a scopo difensivo. Le altre 39 invece sono immediatamente successive alla fine della Repubblica e documentano le “nuove rovine” di Roma, causate dai combattimenti.

La maggior parte delle fotografie rivelava, prima del restauro, delle evidenti tracce di colla agli angoli, sul verso. Ciò consente di ipotizzare che esse fossero incollate su un supporto, si trattasse di pannelli, come quelle del Bertani, o, molto più plausibilmente, su album. Il fatto che alla Mostra del Risorgimento del 1911 fossero esposte su un leggio rende ancora più plausibile tale ipotesi.

Le fotografie presentano una coloritura diversa da quella che le caratterizzava inizialmente. L’indebolimento del tono e la tendenza al rosso sono un segno inequivocabile del tempo trascorso.

Queste carte salate, molte delle quali già conosciute in pochi esemplari originali appartenenti a collezionisti privati, in riproduzioni fotografiche dei primi del Novecento, in numerose derivazioni litografiche, furono ritrovate nel 1997 da Marina Miraglia nella Biblioteca di Storia moderna e contemporanea

(Maria Pia Critelli)