Sardegna

La lunga tradizione dei merletti di cui la Sardegna può fare vanto presenta una netta prevalenza di prodotti realizzati con la tecnica “ad ago” su un supporto tessile, anche se non sono completamente assenti le lavorazioni a punto in aria, a fuselli e all’uncinetto.
Trine e merletti, come quasi ovunque, anche in Sardegna venivano applicati a capi di vestiario e biancheria da casa.
Naturalmente, considerato l’alto costo dei manufatti prima che, nel 1800, venisse introdotta la produzione seriale per mezzo di macchine, le committenze provenivano quasi esclusivamente dalle famiglie nobili e abbienti che facevano sfoggio dei loro acquisti come di uno status symbol.
I documenti d’archivio attestano l’uso di “randas” (pizzi) e di tele “obradas” e “estraforadas” (operate e traforate) almeno dalla metà del ‘500. In particolare nei testi storici la citazione di tali manufatti ricorre frequentemente collegata al cosiddetto “letto sardesco”, una originalissima tipologia di talamo matrimoniale. Si tratta di una struttura alta quasi due metri, poggiante su cavalletti di legno e composta di un numero variabile di materassi, fino a sette. Le origini di questo tipo di letto devono essere certamente di natura aristocratica; più tardi esso venne sicuramente adottato anche dai ceti popolari, mantenendo la caratteristica ricchezza del corredo e dell’apparato tessile cui fanno da decoro pizzi e merletti in abbondanza.
Come in molte altre regioni, pur essendo praticata anche presso gli istituti religiosi, l’attività di produzione artigianale di pizzi e merletti era quasi esclusiva dell’ambito domestico dove si tramandava di madre in figlia. Fu particolarmente intensa nel corso dell’’800, quando le donne, ormai in buona parte svincolate dal duro lavoro della panificazione e della produzione di tessuti grezzi, avevano tempo sufficiente per le attività di ricamo e di filatura del merletto.
Presso il Museo nazionale G. A. Sanna di Sassari, nella sezione etnografica, è conservata la preziosa collezione denominata “Raccolta Amilcare Dallay”, composta di circa 300 esemplari di merletti, tessuti e ricami straordinariamente rappresentativi di uno dei tasselli del ricco patrimonio artigianale sardo, in particolare delle città di Sassari e Nuoro.