Santa Giustina

La chiesa di Santa Giustina, Vergine e Martire, è una delle chiese di Udine di cui gli udinesi hanno completamente perso la memoria; eppure era una chiesa cittadina antica di secoli, poiché venne edificata nel lontano 1571 dai cappuccini, in quella che oggi si chiama via Tiberio Deciani. I cappuccini erano presenti, oltre che in centro, nell’ospedale di San Lazzaro, in origine un ricovero per i lebbrosi, eretto nel 1285 per volontà di Uccelluto de Uccellis, fuori porta san Lazzaro, nell’attuale via Martignacco; da lì si trasferirono nella contrada che collegava borgo San Lazzaro con borgo Gemona ed eressero una chiesa di cui oggi si è persa quasi completamente la memoria. Naturalmente esisteva anche un convento dei padri cappuccini, e anch’esso subì il destino di quasi tutti gli altri, nel breve ma terribile periodo del Regno d’Italia, dal 1805 al 1813: la soppressione. Mentre il vicino convento di Santa Lucia dei frati agostiniani, in via Mantica, passato alle suore francescane di San Nicolò, veniva adibito ad uso militare, e la chiesa sopravvive tutt’oggi grazie alla sua trasformazione in biblioteca universitaria, il convento di via Tiberio Deciani subì una sorte quasi peggiore della demolizione perché, sconsacrato, venne trasformato in una fabbrica. La chiesa e il monastero di Santa Giustina con annesso il convento dei cappuccini facevano parte della parrocchia di San Quirino.



Poi in via Ronchi:

I Cappuccini dimorarono in questo ultimo convento oltre due secoli dal 1564 al 1806, quando il turbine anticlericale di Napoleone soppresse anche il convento di S. Giustina e i frati dovettero riparare in fretta in quello delle monache cappuccine sito in via Ronchi. Qui però la loro dimora fu breve perchè anche questo convento, nel 1810 subì le stesse sorte e i Cappuccini dovettero riparare a Venezia.

Nel 1959 le vocazioni parevano così fiorenti che si pensò di aprire un secondo convento, in periferia, facendo le cose in grande: un centinaio di celle per i religiosi, e altrettanti posti nel coro della chiesa. Invece, alla fine degli anni ’70 il convento di via Chiusaforte è stato chiuso per mancanza di vocazioni; la chiesa, spogliata dei sacri arredi, è stata sconsacrata; e le celle dei frati sono state trasformate in laboratori per le ricerche di biologia molecolare, genetica e nanotecnologie.

Del vecchio complesso conventuale di via Ronchi è rimasta soltanto la chiesa che continua ad essere officiata dagli stessi Cappuccini e il chiostro, mentre la braida è stata ceduta al Comune di Udine per la costruzione di una scuola.