Banca Nazionale del Lavoro

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La storica sede della Banca Nazionale del Lavoro si trova tra via San Pietro ed il retrostante vicolo degli Orbi. Lo stabile di antica fattura, probabilmente antecedente al 1850, era originariamente di proprietà della famiglia Cuppelon che lo ha destinato ad uso abitativo ad eccezione del piano terra adibito ad uso commerciale[1].

Dalla famiglia Cuppelon la proprietà dell’edificio è passata alla Banca Industriale di Trento e successivamente nel 1928 si certifica il passaggio da quella proprietà alla Banca Nazionale del Lavoro.

Una volta acquisita la proprietà del fabbricato l’istituto bancario ha modificato la destinazione d'uso dei differenti piani dell’edificio, in particolare: il piano terra e parte del primo piano sono stati adibiti ad uso ufficio mentre i locali di servizio e le porzioni dello stabile mantenute ad uso abitativo si concentrano al secondo e terzo piano e nel sottotetto. La Banca Nazionale del Lavoro ha avviato dei lavori di ammodernamento tra il 1939 ed il 1940 riuscendo a mettere quasi completamente a nuovo la sua nuova sede all'interno della quale sono stati installati nuovi impianti di riscaldamento centralizzato, impianti igienico – sanitari ed impianti d'illuminazione.

In seguito a questa ristrutturazione la struttura appare in ottime condizioni sotto ogni aspetto e la banca ha proseguito la propria regolare attività fino alla primavera del 1945. Infatti, nel corso dei primi mesi di quell'anno la città di Trento viene bombardata ininterrottamente, l'obiettivo degli Alleati è la linea ferroviaria del Brennero, da interrompere. Gli attacchi si placano solo nel corso del marzo del 1945, pare che la città viva un periodo di tregua. Quella tranquillità viene però spezzata il giorno di pasquetta che ricorre il 2 aprile. Alle 21.20 del giorno festivo risuona in città la sirena dell'allarme ed in pochissimo tempo Trento viene illuminata dagli scoppi delle bombe che copiose vengono sganciate sulla città. In quel bombardamento aereo vengono colpite “[…] simultaneamente il Duomo, l'ex Banco di Napoli in Piazza Vittoria, la Banca Nazionale del Lavoro in via San Pietro, l'istituto Sordomuti in via San Bernardino, il palazzo delle scuole Crispi, il palazzo della sede delle Aziende Agrarie, il cavalcavia di San Lorenzo, le caserme di via Mattioli e di via Vittorio Veneto, via San Vigilio, via Mantova, via Oriola, via Rosmini,via Inama, via Verdi, via Tommaso Gar,via Santa Margherita,Piazza Portella, via Brescia, via Doss Trento, via Brennero, via Spalliera, via Muralta, via dei Mille, località Man, località Stella, località Maso al Desert e il sobborgo di Ravina, danneggiando più o meno gravemente diversi fabbricati esistenti nelle vie summenzionate. I morti sono 4: 2 in via dei Mille e 2 in via Brennero. Una trentina i feriti dei quali 6 gravi”.

In seguito a questo bombardamento lo stabile è stato distrutto quasi completamente ad eccezione di una parte dei muri perimetrali e delle fondazioni[2].

Il progetto di ricostruzione dell’edificio è stato redatto dall’ingegnere Angelo Marolda e successivamente vistato dall’ufficio del Genio civile di Trento. I lavori hanno interessato l’area distrutta e sono stati eseguiti tra il gennaio ed il novembre del 1947; in particolare la ditta occupatasi della ricostruzione comunica la conclusione dei lavori il 26 novembre 1947. Con un documento firmato il 30 maggio 1949 il funzionario del Genio civile di Trento, Luigi Tocchio, sottoscrive un certificato di regolare esecuzione dei lavori dove si dichiara che il contributo destinato alla BNL per la ricostruzione è pari a Lire 10.844.747[3].

Il 18 novembre 1948 la sede di Trento della Banca Nazionale del Lavoro inoltra all’ufficio del Genio civile di Trento la pratica completa per ricevere il contributo diretto rateale per il finanziamento posticipato dei lavori di ricostruzione della sede. Viene altresì sottolineato che la pratica è corredata da atti tecnici e amministrativi che evidenziano la possibilità di beneficiare del premio di acceleramento dato che i lavori di ricostruzione si sono conclusi in tempi rapidi grazie all’impegno economico sostenuto preventivamente dall’istituto bancario e funzionale alla celere esecuzione dei lavori [4]. In risposta all’invio di questa documentazione l’Ispettorato centrale per le ricostruzioni edilizie risponde che il contributo di finanziamento viene erogato unicamente per la porzione dello stabile adibito ad uso abitativo, escludendo in tal modo dal finanziamento la parte destinata ad uso ufficio[5].

Con una lettera inviata il 14 novembre 1951 il Ministero dei Lavori pubblici attraverso l’Ispettorato centrale per la ricostruzione edilizia comunica alla sede trentina della Banca Nazionale del Lavoro che è stata ufficializzata l’elargizione del contributo destinato al finanziamento posticipato per la ricostruzione della sede distrutta in seguito a danni bellici. Il finanziamento viene erogato all’istituto bancario in trenta annualità di Lire 522.800 ciascuna e stanziate a partire dal primo ottobre del 1951 fino al primo ottobre del 1980[6].

Grazie ai documenti conservati nel fascicolo dedicato alla Banca Nazionale del Lavoro è possibile desumere che in un momento successivo all’ottenimento del contributo rateale trentennale, l’istituto bancario ha inoltrato all’ufficio del Genio civile di Trento e all’Intendenza di finanza richiesta di integrazione del contributo per finanziare anche i lavori eseguiti alla parte di edificio destinata ad ufficio, porzione dello stabile che come sottolineato in precedenza venne in un primo momento escluso del beneficio economico.

In un documento inviato il 10 dicembre 1965 l’ufficio provinciale dell’industria e del commercio invita i funzionari dell’ufficio del Genio civile di Trento di valutare, studiando i prezzi vigenti nel 1940, la parte di danno subito dal fabbricato nella porzione adibita ad uso ufficio per procedere alla completa liquidazione del contributo volto al finanziamento totale delle spese di ricostruzione della sede della Banca Nazionale del Lavoro[7].


[1] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, Copia di perizia di stima ricostruzione della sede della BNL, Trento, 30 maggio 1947.

[2] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, Relazione integrativa alla perizia di stima in data 30 maggio 1947, Trento, 28 maggio 1949.

[3] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, Certificato di regolare esecuzione dei lavori, Trento, 30 maggio 1949.

[4] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, lettera da Banca Nazionale del Lavoro a Genio civile di Trento, Trento, 18 novembre 1948.

[5] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, lettera da Ispettorato centrale per le ricostruzioni edilizie a Banca Nazionale del Lavoro e ufficio del Genio civile di Trento, Roma, 17 maggio 1949.

[6] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, lettera da Ministero dei Lavori pubblici a Genio civile di Trento, Roma, 14 novembre 1951.

[7] ASTN, GC113, Banca Nazionale del Lavoro. Trento, lettera da ufficio provinciale dell’industria e del commercio a ufficio del Genio civile di Trento, Trento, 10 dicembre 1965.

Bibliografia essenziale

Benvenuti, Sergio, Storia del Trentino, Trento, Panorama, 1994-1998 (4 voll.).

Ferrandi, Giuseppe, Diario di una città. Gli anni '40 a Trento, Trento, Curcu & Genovese, 2005.

Ferrandi, Mario; Pacher, Gian; Sardi, Luigi, Gli anni delle bombe. Trento-Bolzano 1943-1945, Bolzano, Seta, 1973.

Gorfer, Aldo, Trento città del concilio, Trento, Arca, 1995 (1ª ed. 1963).

Laboratorio di storia Rovereto (a cura di), Il diradarsi dell'oscurità. Il Trentino, i trentini nella seconda guerra mondiale 1939-1945, Rovereto (TN), Egon, 2010 (3 voll.).

Leoni, Diego; Marchesoni, Patrizia (a cura di), Le ali maligne, le meridiane di morte. Trento 1943-1945. I bombardamenti, Trento, Temi-Museo storico in Trento, 1995.

Mariz, Nadia, Trento 1940-1945. I testimoni raccontano, Mori (TN), La grafica, 2012.