Convento dei frati Cappuccini

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La presenza di un convento di frati Cappuccini a Trento è databile dal 1597, quando il vescovo Ludovico Madruzzo concede ai religiosi il vecchio convento dei frati crociferi situato fuori da porta Veronese (la porta sud della romana Tridentum). Il movimento francescano si è stabilito in città già dal 1221 presso le Canossiane. Nel 1842 i frati si trasferiscono dal vecchio convento di S. Croce, attuale sede della Fondazione Bruno Kessler, nella nuova sede alla Cervara. Per la nuova chiesa si mantiene il Titolo dell’invenzione della S. Croce, divenuto anche Titolo della Provincia tridentina eretta da Giuseppe II nel 1784. I nuovi locali del convento e della chiesa vengono progettati dal padre cappuccino Giuseppe da Verona e consacrati dal vescovo di Trento Giovanni Nepuceno Tschiderer. La nuova sede si trova in un rione vasto, che abbraccia tutta la zona alle spalle del Castello del Buonconsiglio. All’interno del convento sono presenti anche una pinacoteca e una ricchissima biblioteca, che nascerà ufficialmente però solo nel 1970 con l’unione delle biblioteche dei diversi conventi della provincia. Il nuovo convento viene poi distrutto nel 1893 da un incendio e prontamente ricostruito. Nel 1939 vengono iniziati i lavori di ampliamento dell’ala nord del convento e viene realizzato anche un nuovo studentato che completano il plesso.

Negli eventi bellici della seconda guerra mondiale anche i Cappuccini subiscono danneggiamenti: il 13 maggio 1944, con il secondo più grande bombardamento su Trento, la chiesa e lo studentato vengono duramente colpiti ed i danni sono notevoli. In un promemoria della Curia Provinciale dei Minori Cappuccini, conservato all’interno di uno dei fascicoli relativi alla ricostruzione dello stesso, si afferma che “questa chiesa non è più che un rudere pericolante"[1]. Segue nel documento un elenco dettagliato di tutti i danni materiali e artistici riportati dalla chiesa, per cui la curia lamenta anche la perdita di un Tintoretto originale rappresentante Mosè assistente alla immolazione dell’agnello pasquale. Anche l’ing. Adami, ingegnere capo del Genio Civile di Trento, nella sua prima perizia sui danni, riporta l’identico elenco dei danni.

I primi urgenti lavori provvisori di difesa e di copertura, seguiti da quelli di ripristino, della chiesa e del convento, vengono effettuati dai padri cappuccini stessi, come si evince dalla dettagliata relazione dell’ing. Adami datata 12 ottobre 1948[2]. I lavori sono stati soprattutto di rimozione dei gravi danni subiti dagli edifici e di ripristino delle mura danneggiate. La direzione dei lavori è stata presa in diretta amministrazione dai padri e quindi non se ne conserva documentazione all’interno del fascicolo prodotto dal Genio Civile poiché l’istituto religioso non era a conoscenza del regolamento per la direzione e la contabilizzazione delle opere pubbliche sovvenzionate.

A tal proposito va specificato come i Cappuccini non abbiano ricevuto inizialmente alcuna sovvenzione per i danni di guerra subiti. L'intervento del Genio Civile non viene infatti autorizzato perché, come riportato nell'art. 2 del d.l.p. n. 35 del 1946, la struttura non è da considerarsi luogo di culto rientrante nella categoria avente diritto al risarcimento dei danni di guerra subiti. Nella pratica relativa sono conservate anche sollecitazioni da parte della Curia Provinciale che attesta l’opera caritatevole ed ecclesiastica dei frati nel tentativo di far recepire al Genio Civile il loro status di ente di culto. Con nota 24 luglio 1948, n.10570, l'Ufficio del Genio Civile trasmette la perizia n. 5196 del 24 luglio 1948 che contemplava i lavori più urgenti da realizzarsi al convento. Il Provveditorato con decreto n. 5499/1 in data 27 agosto 1948 approva la perizia stessa autorizzando il rimborso di Lire 4.893.000, pari alla cifra totale spesa per sistemare gli edifici, alla Curia provinciale dei Frati Minori. La curia ha quindi incaricato l'ing. Franco Battelli di redigere l'elaborato di esecuzione e liquidazione dei lavori, redatto il 30 giugno 1948. La nota di collaudo n.6902 è datata 25 settembre 1948 e giustifica e seguenti spese di ripristino: per il Seminario Serafico L. 595.406,60, per il Convento L. 1.061.299.80 e per la Biblioteca e lo studentato L. 3.266.197. Alla somma finale di L. 4.892.903,40, la Curia Provinciale ha aggiunto un importo maggioritario del 2% per la spese relative alle perizie, alla direzione, alla sorveglianza e alla contabilizzazione dei lavori.

Nella relazione di Adami non sono presenti verbali di inizio e di ultimazione lavori poiché questi sono stati eseguiti in amministrazione diretta e senza avere conoscenza del regolamento apposito. Adami constata che i lavori sono stati iniziati subito dopo l'ingresso degli alleati a Trento nel maggio del 1945 e terminati il 10 ottobre 1947. In questo modo i costi dell'opera si sono tenuti relativamente bassi, non essendo i prezzi dei materiali ancora aumentati come invece accade nell'immediato dopoguerra. Lo stesso Adami ha frequentemente visitato il luogo nel corso dei lavori, certificandone la regolarità e la continuità. Il lavoro è effettuato da ditte specializzate in condizioni di piccolo cottimo fiduciario e sono consistiti principalmente nella rimozione dei detriti e nel ripristino dei danni. Particolare attenzione è stata posta al tombamento dei crateri delle bombe e allo spianamento dei piazzali a cui si è provveduto utilizzando le macerie.

Adami sottolinea più volte nella perizia che i lavori sono stati eseguiti “con solidità, economia, semplicità e quel minimo di decoro che si richiede anche in un povero Convento”[3].

Tra il luglio e l’ottobre del 1953 viene aperto dal Genio Civile un altro fascicolo per una perizia di lavori complementari inerenti alle riparazioni di guerra per il Convento dei Cappuccini. Dalla relazione emerge come l'Istituto abbia fatto pervenire richiesta di rimborso spese al Genio Civile per la risistemazione dei gabinetti esterni che emanano esalazioni inopportune. L'ufficio del Genio Civile, dopo accurata ispezione, ammette che nella prima perizia redatta per le pratiche di risarcimento degli anni 1945-1948 non sono state prese in considerazione le tubazioni e le fosse biologiche come elementi danneggiati dalla guerra. Dalla relazione emerge però che i problemi derivanti dal malfunzionamento delle tubature sono imputabili a difetti di costruzioni e che quindi la richiesta di risarcimento è da respingersi. Inoltre non è possibile la ricostruzione dei servizi igienici al loro stato pre-bellico, in quanto le norme igienico sanitarie in materia di costruzione di detti locali sono nel frattempo cambiate ed il preventivo di spesa aumenterebbe considerevolmente.


[1] ASTN, GC251, Convento RRPP Padri Cappuccini, Atti Vari.

[2] ASTN, GC251, Convento RRPP Padri Cappuccini, Consuntivo dei lavori eseguiti nel Convento dei Cappuccini in Trento danneggiata da eventi bellici.

[3] ASTN, GC251, Convento RRPP Padri Cappuccini, Consuntivo dei lavori eseguiti nel Convento dei Cappuccini in Trento danneggiata da eventi bellici.