Aggregazione dei Comuni foranei
Piacenza, agli inizi del ‘900, non aveva sfruttato le possibilità offerte dalla legge urbanistica del 1865 che permetteva uno sviluppo e un ampliamento, possibilmente armonico, anche fuori dai confini della città storica rappresentati dalle mura cittadine; nella sostanza rimaneva ancorata ad un decreto del 1812 che ne limitava lo sviluppo all’interno della cinta muraria rinascimentale.
Ma già con i primi anni del 1900 si diffusero le prime idee intorno allo “sventramento” del centro cittadino, per facilitare soprattutto il collegamento fra la stazione e Piazza Cavalli. Per assicurare l'espansione della città al di là delle mura, nel 1909 il sindaco Gustavo Della Cella presentò una richiesta di accorpamento dei comuni foranei: Sant’Antonio, San Lazzaro Alberoni e Mortizza. Nonostante l'opposizione più o meno accesa delle amministrazioni contermini esso fu concesso con il Regio decreto del 8 luglio 1923, n. 1729, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, n. 193 del 17 agosto 1923.