Cattedrale di Squillace
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Il disegno, anche se è poco più che uno schizzo, probabilmente risale allo stesso anno del terremoto. Successivamente, l’ingegnere Francesco Gattoleo in una relazione descrive la Cattedrale come un organismo basilicale a croce latina con transetto non sporgente ("atrio che interseca in forma di croce la navata della chiesa"), con un profondo coro, contenente due ordini di stalli e cappelle laterali, tra le più importanti erano quelle del patrono S. Agazio e della SS. Annunziata a destra e quella del SS. Sacramento e di S. Maria delle Grazie. Nello schizzo, il transetto ha le medesime dimensioni della navata centrale, così da formare una vastissima crociera sormontata da un’enorme cupola, tale da sembrare quasi sproporzionata rispetto all’edificio. La redazione della perizia dell’ingegnere Gattoleo è solo la prima fase di numerose vicissitudini costruttive testimoniate dal corposo carteggio dedicato alla Cattedrale di Squillace, di cui ricordiamo il primo progetto redatto dall’architetto Ferrraresi, ma scartato dal Vicario Generale del Re, Francesco Pignatelli essendo eccessivamente modesto. Il compito fu poi affidato all’ingegnere militare Claudio Rocchi che lo portò a termine in breve tempo. Però, dopo soli due anni, la cattedrale crollò e sempre lo stesso Rocchi, aiutato da un tecnico calabrese Vincenzo Piro, fu incaricato alla sua riedificazione, ma con fondi personali del Vescovo.
Si riportano le due mezze coperte del fascicolo riguardante la Cattedrale