Il caso di Brescia

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La prima richiesta dell’Endirot di invio dei propri monumenti al Comune di Brescia risale al 28 agosto 1941; a partire da tale data il Comune si dedicò alla preparazione di calchi in gesso delle opere da consegnare. Di tutte, salvo che del monumento ai caduti ferrovieri presente all’interno della stazione il quale, dopo un rapido carteggio tra il Prefetto e il Capo Dipartimento delle Ferrovie dello Stato, risulta già rimosso in data 20 settembre e depositato presso il geometra Solzi delle Ferrovie dello Stato di Brescia.

Tale invio viene portato a termine soltanto tra il 15 giugno del 1942, data dell’ultimo nulla osta delle Ferrovie dello Stato di Milano, e il 17 luglio, quando la Ditta Tonolli deputata alla fusione inviò una ricevuta al Comune di Brescia per una targa del peso di 90kg.

Il saldo del materiale da parte della Ditta Tonolli verrà effettuato solo tra l’1 e il 9 giugno 1943.

Una seconda richiesta dell’Endirot al comune di Brescia è datata 7 gennaio 1943, ma ad essa non seguono documenti di ricezione da parte della Ditta Tonolli né di saldo per il bronzo consegnato.

E’ credibile quindi che dalla città di Brescia l’unico monumento effettivamente consegnato e fuso sia proprio il suddetto monumento ai caduti ferrovieri.

[MB]

ASBS, Fondo Prefettura, b. 3877, fasc. "Sostituzione dei monumenti in bronzo in monumenti in marmo"

ASC BS, Rubrica XVIII (1941-1954), b. 234