Storia del Monumento

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Le prime iniziative, documentate dagli atti dell’archivio storico del Comune di Barletta conservati presso la Sezione di Archivio di Stato di Barletta, risalgono al 16 agosto 1915 cioè all’inizio della Grande Guerra quando Luigi Vista, rappresentante, scriveva al Sindaco di Barletta Cav. Uff. Luigi Cafiero comunicandogli “[…] di aver lanciato ai nostri concittadini una sottoscrizione popolare a 20 centesimi per una Colonna Commemorativa ai Nostri Caduti sul Campo della Gloria perché è dovere nostro provvedere acchè i Caduti sul Campo abbiano la riconoscenza della Città e l’eterno ricordo fra i vivi: null’altro mi spinse”.

Nella missiva al Sindaco, il signor Vista citava anche una lettera inviata da Giuseppe Carli, deceduto due mesi prima, alla propria famiglia.

La risposta del Sindaco non si fece attendere e il 21 agosto, dopo soli cinque giorni, Cafiero scriveva al Vista ringraziando “[…] per la premura che si è data nel farmi la comunicazione, plaudisco con vivo e sincero entusiasmo al delicato pensiero di perpetuare con una Colonna Commemorativa  la memoria dei Nostri Cittadini che hanno fatto olocausto della loro vita per la grandezza e la gloria della Patria. Questa Amministrazione, la quale vedrà concorrere nella maggior possibile misura col suo tributo finanziario, offre tutto il suo morale appoggio perché la nobile e patriottica iniziativa abbia al più presto la sua solenne consacrazione”.

Le vicende belliche non permisero che il progetto potesse avere la sua realizzazione, ma la riflessione sulla realizzazione di un monumento commemorativo riprese al termine del primo conflitto mondiale.

 

Il comitato

Il 29 giugno 1920 il Regio Commissario Prefettizio Cav. Dott. Alfredo Mandarini inviava una lettera circolare ai rappresentanti delle associazioni e a privati cittadini: “[…] E’ mio intendimento costituire un Comitato per la raccolta delle offerte necessarie per erigere qui un degno monumento che ricordi ai posteri il nobile sacrificio di tanti prodi che immolarono la loro vita per la Gloria e la Grandezza della Patria. La S.V. Ill.ma voglia compiacersi intervenire all’adunanza da me indetta per l’oggetto che avrà luogo su questo Palazzo di Città la sera di venerdì 2 luglio prossimo alle ore 19. Questa nobile e patriottica Città non deve essere seconda alle altre sorelle d’Italia e perciò sono certo che tutte le classi cittadine daranno, ben volentieri, il maggior contributo”.

In quella data subito si istituì il “Comitato per il monumento ai figli di Barletta Caduti in Guerra” con Presidente il Comm. Francesco Torre Brigadiere Generale in pensione. Tra i componenti da segnalare il dott. Alfredo Reichlin, il Grand’Ufficiale Arcangelo Cafiero, il notaio Tommaso Severini, l’Ing. Arturo Boccassini e il Dott. Michele De Pascale.

Il Comitato appena eletto programmò fin da subito iniziative per la raccolta di fondi. Tra le altre una pesca di beneficenza fissata per le feste natalizie del 1920. Tra coloro che aderirono all’iniziativa vi fu il Comune che, per tramite del Regio Commissario Prefettizio, inviò “[…] per la pesca di beneficenza un servizio in argentone per gelati per dodici” battuto per la cifra di lire 367,95.

Le iniziative continuarono negli anni e tantissimi, da ogni parte del mondo, inviarono somme e prodotti per la realizzazione del monumento. Fra le tante si segnala la somma di £.20 offerte dalla Società Anonima Fratelli Branca “[…] nell’impossibilità per il momento di inviare oggetti della nostra Ditta il famoso amaro” e £.6.180 (dollari 225,50) inviati dalla Società “Mutuo Soccorso Barletta” di New York il 9 luglio 1926.

Dopo aver scartato l’idea di collocare il monumento presso i giardini della stazione, si optò per la ubicazione su un’aiuola circolare in un piazzale centralissimo antistante il Palazzo della Posta, luogo deputato alla sosta delle carrozze e più tardi dei taxi in attesa di clienti.La scelta del luogo

 

Il concorso

 Non appena fu raccolta la somma necessaria per la realizzazione del progetto, il presidente del Comitato Torre inviò alla redazione del Bollettino del Sindacato Fascista degli Ingegneri di Terra di Bari il bando di concorso per un “Monumento ai Figli di Barletta Caduti in Guerra”: “E’ bandito un concorso fra gli artisti italiani per la erezione nella Città di Barletta di un monumento dedicato alla glorificazione dei barlettani caduti nell’ultima Guerra 1915-18. La somma posta a disposizione del vincitore per la esecuzione di detto monumento è di £.150.000. Il concorso è aperto fino al 30 novembre 1926 ”.

 

Il vincitore

Il concorso venne vinto dallo scultore Raffaele Ferrara il quale fu incaricato della realizzazione del Monumento, mentre i lavori per la costruzione delle fondamenta, per un importo di £.21.269,27, furono eseguiti dalla Cooperativa “Produzione e Lavoro” presidente Michele Prascina, composta da ex combattenti.

 

L’inaugurazione

L’inaugurazione si tenne il 18 marzo del 1929 alla presenza del Regio Commissario Prefettizio Vito Lattanzio e di autorità civili, religiose e militari.   

Nel suo discorso il Commissario spiegava che il Monumento ai Caduti di tutte le guerre era stato costruito “[…] per non dimenticare il sacrificio silenzioso dei tanti nostri morti delle guerre e per salvare la memoria della tragicità di quegli eventi. Centinaia di barlettani: questo il tributo enorme che una Città gloriosa ha offerto sull’empio altare del dio della guerra. Tante vite spezzate, tante famiglie distrutte o mai nate per difendere i confini dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Se la nostra nazione esiste è anche perché tantissimi uomini sono morti  su tanti fronti. Uomini con ideali diversi, con storie diverse, con motivazioni diverse ma con in comune un destino tragico e  glorioso: la loro morte in guerra per preservare la propria Patria. I Barlettani di tutto il mondo hanno prodotto uno sforzo comune per ricordare i tanti fratelli morti chissà come e in quale posto sconosciuto. La nostra comunità cittadina non ha voluto perdere il ricordo di un ramo reciso della sua famiglia anzi, ha voluto serbare il diritto e la dignità di commuoversi ricordando i il nome di un familiare che ha donato la propria vita per la Patria”.


Le trasformazioni

Dopo una decina di anni quel monumento, sorto per ricordare valorosi barlettani, fu privato delle figure di bronzo che lo componevano e la motivazione fu quella di fornire metallo alla Patria per costruire cannoni utili ad affrontare un’altra guerra.

Sulla vicenda della rimozione dei bronzi permangono numerose ombre. Se ne è interessato di recente il dott. Michele Grimaldi, funzionario responsabile dell’archivio di Stato sezione di Barletta che ha verificato numerose lacune concernenti la documentazione che ricostruisce sia l’erezione del monumento sia la rimozione dei bronzi.

Il 24 settembre 1941 il Podestà di Barletta De Martino-Norante inviava una lettera ai sigg. Velasquez e Fazio dell’Ufficio Tecnico di Barletta, con la quale spiegava che “[…] La Regia Prefettura partecipa che la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’autorizzare la rimozione dei monumenti in bronzo ha disposto che la rimozione stessa dovrà avvenire solo quando l’Endirot (Ente Distribuzione Rottami) ne fa richiesta […]  Pertanto si prega astenersi dal rimuovere innanzi tempo i monumenti dei quali è stata autorizzata la fusione, e nel caso sia stato provveduto alla rimozione di detti monumenti, si prega informare: 1) della data di rimozione dei monumenti; 2) della ditta alla quale è stato consegnato il metallo”.

I faldoni (cartelle) contenenti i documenti relativi al Monumento ai Caduti non contengono assolutamente atti relativi a quanto richiesto dal Podestà.

Mancano inoltre le foto scattate ai bozzetti del monumento dal fotografo Luigi Faggella e pagate £.228,50.