Nato a Trani nel 1889 e morto nel 1965. Figlio dello scultore Nicola, da giovanissimo compì il suo apprendistato a Roma, in Germania ed in Austria: la permanenza in questi centri definì i termini fondamentali di riferimento della sua arte negli anni di formazione (forti sono i richiami a Gustav Klimt e Franz von Stuck), che tra l’altro comprende un decisivo recupero della cultura classica. Partecipò come ufficiale alla guerra del ’15-’18, ma nonostante venne gravemente ferito, inviò una cospicua rappresentanza di lavori alla I Mostra d’Arte Pugliese allestita a Bari nel 1917. Tale produzione rivela l’adesione dell’artista, nei titoli più che nelle forme e nei volumi, alla poesia simbolista.

Gli anni del conflitto mondiale ispirarono l’artista nella scelta dei soggetti, sempre più rappresentativi delle vittime sociali della guerra. La carriera di Bassi si sviluppò tra esposizioni e committenze pubbliche, passando per una fase di stagnazione creativa che lo avrebbe portato ad impegnarsi proficuamente nella realizzazione di cappelle funerarie, come conseguente e volontario allontanamento dai circuiti espositivi, anche a causa di impegni assunti all’interno dell’azienda di famiglia.

A Trani fu Segretario del locale Fascio di Combattimento e membro della Federazione Provinciale. Successivamente fu tra i 54 ostaggi catturati nel 1943 dai tedeschi. In quel tragico frangente il suo intervento presso il comandante tedesco fu assolutamente decisivo perché era l'unico a conoscere benissimo il tedesco e a poter colloquiare col comandante.

Oltre alle sculture realizzate a Trani (il Monumento ai Caduti nella Villa Comunale e nel Cimitero, la statua dell'Immacolata in piazza Libertà, la lapide ad Antonio Piccinni, e i medaglioni posti ai quattro angoli delle due fontane che si trovano in piazza della Repubblica attorno al monumento a Bovio) fu autore di monumenti a Mola di Bari, Ortanova, a Candela, a Ginosa, a Pavia, a Martina Franca, a Sammichele di Bari, a Bernalda, a Como. Quest'ultima città lo nominò Cittadino Onorario. Nel 1927 fu invitato a compiere un'opera per celebrare i Caduti di Zara.