le forme

print this page

La scelta tipologica e l'entità del monumento, oltre ad essere dettata dal fattore culturale dell'autore, è motivata anche  dalle disponibilità finanziarie locali e dai termini del contratto. Il fattore culturale non è solo quello dello scultore che deve realizzare il monumento ma anche quello legato alla realtà del luogo in cui tale manufatto deve sorgere. Le svariate tipologie adottate interessano sia il basamento, dal più semplice al più complesso, destinato ad “accogliere” i nomi dei caduti di quel luogo, che la parte soprastante scultorea che va dalla singola figura al gruppo di figure. Quest'ultime possono essere collocate sia sul basamento in posizione centrale che ai lati ma anche alla sommità di obelischi o torri.

La geometria più o meno articolata del basamento a volte lascia il posto ad informi masse in pietra con l’intento di suggerire le alture dolomitiche teatro di guerra, com’è evidente nel monumento di Sanfatucchio di Castiglione del lago, San Pellegrino ed Abeto di Norcia.

Una tipologia di base è quella del MONUMENTO A STRUTTURA in prevalenza architettonica dove, nonostante gli apparati decorativi, è assente qualsiasi figurazione in pietra o bronzo. In questa  tipologia si considera lo sviluppo verticale del monumento attorno ad un corpo centrale affiancato da coppie di colonne di tipo corinzio o dorico, come è evidente negli esempi di Amelia e Stroncone, dove il primo rimanda direttamente al monumento di piazza Campello in Spoleto dedicato alle guerre risorgimentali mentre quello di Stroncone si potrebbe considerare come l'antecedente del monumento realizzato in Acquasparta: una originale e poderosa colonna a fascio che alla sommità sorregge un'ara classica con l'iscrizione riferita al 1924. Altra opera decisamente a carattere architettonico, ovvero con struttura ad obelisco impostata su una platea in pietra, è quella di San Giustino, dove il piccolo bronzo della Vittoria alata ricorda in un'iscrizione la Fonderia Marinelli che la fuse nel 1933.

Altra forma scelta per molti dei monumenti ai Caduti è l'OBELISCO realizzato in diversi modi e spesso sormontato dall'immancabile simbolo dell'aquila o dal braciere del sacro fuoco della Patria. In alcuni casi umbri, come quello di Villantria di Magione, alla base è ricavato una cappella votiva: una stanza quadrata che raccoglie le memorie del luogo direttamente connesse alla Grande Guerra. Alcuni fra i diversi esempi di  monumenti ad obelisco li ritroviamo a Castiglione del lago, Citerna, Città della Pieve, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Cattaneo, San Giustino, Umbertide, Colombella, San Martino in Campo, Ficulle, San Gemini. Il tradizionale obelisco a sezione quadrata, già nel 1919 a Pale di Foligno si mostra composto da sezioni rastremate verso l'alto, una versione che ritorna nell'obelisco di Piediluco poco dopo il 1945, riunendo il ricordo delle due guerre. La forma ad obelisco nel secondo dopoguerra assumerà una sezione triangolare come nel caso dei monumenti di Castel del Piano o di Ripalvella. Nel caso del monumento di San Gregorio di Assisi degli anni Venti la forma ad obelisco diventa una piramide composta da bugnato regolare.

La tipologia di monumento A COLONNA è presente in Umbria in due declinazioni: capitello dorico, colonna spezzata. In quest'ultima categoria ricordiamo quello di  San Mariano di Corciano, Ramazzano di Perugia e quello di Lugnano nel comune di Città di Castello. La versione della colonna spezzata è diffusa per via delle sue implicazioni simboliche, come nel caso del piccolo monumento di Rivotorto di Assisi che, collocato in un angolo di verde nei pressi della chiesa ottocentesca di San Francesco, mostra la spirale dei nomi dei Caduti che si avviluppa sul suo fusto. Altro caso è nel cimitero di Sant'Egidio dove questa volta la colonna scanalata che s'imposta su uno sperone di roccia è sormontata dall'aquila. La colonna spezzata ritorna nel monumento di Tordandrea, questa volta fondata su un alto piedistallo.

La tipologia del monumento A CIPPO si ritrova nell'esempio del cimitero di Spello, dove è sempre l'aquila a sovrastare la memoria tributata ai Caduti, ma anche quello di Lerchi di Città di Castello, classicamente impostato, rientra fra questi. Altre testimonianze del genere sono a Pietralunga, Lisciano Niccone e nel territorio ternano a Civitella del Lago di Baschi. Gli esempi più cospicui sono quelli delle grandi città come Gubbio, Spoleto e Terni

I monumenti del tipo A LAPIDE hanno bisogno di essere ancorati su supporto murario: questi vanno oltre la semplice lapide, seppur decorata e con rilievi, mostrando viceversa la presenza di figure scultoree a rilievo che li fa considerare come fossero monumenti su muro. Alcuni esempi che rientrano in questa casistica sono quelli di Perugia, dedicato a Cesare Battisti, Ponte Valleceppi, Ponte Felcino, San Secondo (Città di Castello), Ospedalicchio (Bastia), Spello, Compignano (Marsciano), Panicale, Preci nella provincia di Perugia o Montegabbione in quella di Terni.

I monumenti AD ERMA sono caratterizzati da un alto piedistallo su cui s'imposta un busto, come nell'esempio di Gualdo di Narni.

Il monumento A FONTANA prevede invece una struttura inserita in una vasca d'acqua con l'intento simbolico di sublimare la memoria dell'evento tragico della guerra in una catarsi verso una vita migliore. Un percorso, seppur doloroso, che tramite la Vittoria militare prevede un'unità nazionale rinnovata. A seguito di ricerche d'archivio sembra ricadesse in questa tipologia il monumento ai caduti di Marsciano, che in origine venne concepito come fontana la cui vasca prevedeva due alti piedistalli con le sculture del fante e della Vittoria alata. Sono invece fonti bibliografiche, ma sempre tratte da fonti d'archivio, a riferirci dell’esistenza di un primo progetto a fontana relativo al monumento di San Venanzo.

Il MONUMENTO A STELE riguarda una struttura verticale semplificata e con poca profondità sul tipo classico, come ci evoca la stessa definizione. Un esempio di questa tipologia la troviamo a Ferentillo nel ternano, con la Vittoria alata ed il soldato morente, ma anche a Monte Santa Maria Tiberina, seppure il suo supporto sia un moderno rifacimento.         

a tipologia AD EMICICLO, con un fondale architettonico accogliente un corpo centrale, è fornita dall'esempio del monumento di Orvieto, dove un ricco e decorativo dado di base che sorregge il gruppo bronzeo ha per fondale una mostra architettonica incurvata in cui sono riportati i nomi dei caduti. Analogo esempio nel caso di Spoleto, ma lì il fondale in pietra ha una funzione ben precisa in quanto argina il terrapieno della collina. 

Come tipologia ulteriore ed originale dedicata ai caduti della prima guerra mondiale sono da ricordare i rari esempi in cui si “riciclarono” frammenti e pezzi d'artiglieria, con l'evidente intento di dare un messaggio tangibile ed un senso compiuto alla memoria collettiva. E' questo il caso dei monumenti di Corciano, Quadrelli e di Montoro.

Oltre a monumenti e lapidi dedicati ai caduti, una forma di commemorazione si concretizza in strutture edilizie come cappelle, edicole e sacrari.

CAPPELLE VOTIVE - Le cappelle ai caduti possono essere ricavate da architetture preesistenti come nel caso di Agello di Magione, dove la chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco viene a loro dedicata quando nel 1926 passa alla proprietà comunale; anche la piccola struttura ottagonale del secolo XIX con portichetto antistante di Casalina (Deruta) è convertita in cappella ai caduti nel 1920 a seguito dell'apposizione di una lapide commemorativa. Alcuni esempi di cappelle votive intese come struttura ex novo  sono quelle di Lippiano nel comune di Monte S. Maria tiberina, Badiali di Città di Castello o di Pian San Martino vicino a Todi, mentre nel ternano ricordiamo quella di Giove e Montecastrilli. Le cappelle dedicate alla memoria sono anche ricavate in chiese ben più antiche come nei casi di San Domenico di Città di Castello (cappella della Vittoria), di Sant'Ercolano di Perugia o di San Francesco ad Orvieto.       

EDICOLE  -  Altra forma per commemorare i Caduti della Grande Guerra sono le edicole, come quelle di Miralduolo e Montebello nei pressi di Perugia  o come quella di San Valentino nel comune di Marsciano, dove la struttura è addossata alla chiesa; nel caso di Foligno l'edicola non è una struttura indipendente ma collegata alla parete esterna del Vescovado e prossima alla facciata della Cattedrale.

SACRARI  -  Ex chiese “dismesse” nel proprio culto religioso vengono adibite a sacrari, come la chiesa di San Giorgio a Stroncone; in essa si conservano circa quattrocento pezzi fra cimeli storici, armi bianche, materiale d'armamento, parti dell'equipaggiamento e baionette.