OPERE COMMEMORATIVE

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Autore: Elisa Morano

Nel primo dopoguerra, sul territorio provinciale bolognese, si assiste alla realizzazione di un enorme numero di lapidi commemorative e monumenti, simbolo del culto e della venerazione per la nazione. Spesso sono le Prefetture o lo stesso Governo Nazionale a sollecitarne la costruzione, come attestato dalla documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Bologna, in particolare quella appartenente al fondo del Gabinetto di Prefettura. L’obiettivo è quello di alimentare il sentimento patriottico, come era già stato fatto nel corso della Grande Guerra, quando la propaganda a favore del conflitto era una vera e propria esigenza, dettata dalla volontà di controllare e risollevare il morale dei soldati al fronte e quello della popolazione civile.

Nel primo dopoguerra nascono, sul territorio provinciale bolognese, numerosi comitati che si attivano per il reperimento del materiale e dei contributi economici necessari, spesso elargiti da singoli cittadini. La creazione dei ricordi marmorei, infatti, fu possibile solo grazie a generose donazioni private, mentre i comuni raramente ebbero un ruolo in merito, limitandosi alla raccolta dei fondi occorrenti e all’organizzazione delle cerimonie di inaugurazione.

Un altro fenomeno interessante è il proliferare di iniziative finalizzate a censire le opere commemorative già erette, con il doppio intento di inserirle in appositi elenchi e pubblicazioni e di spronare i comuni “inadempienti” a realizzarne per i propri caduti.

Uno dei primi tentativi di ricognizione è rappresentato dal “Libro d’Oro del Valore Italiano”, promosso dall’Unione Editrice Nazionale di Genova. La pubblicazione, basata sui Documenti Ufficiali del Ministero della Guerra e della Croce Rossa e sugli Atti di Stato Civile del Regno, avrebbe dovuto contare 300 quaderni riportanti i nomi dei caduti e le riproduzioni fotografiche dei monumenti, suddivisi per comune. Si prevedeva di stamparne 1000 esemplari, alcuni dei quali sarebbero stati rilegati e custoditi in appositi cofanetti, per poter essere donati a personaggi illustri, e che la pubblicazione completa sarebbe avvenuta nel corso del 1923.

Per l’occasione anche i comuni della Provincia bolognese furono invitati a comunicare alla Prefettura l’eventuale erezione di «...Monumenti, targhe e simili in memoria dei caduti di guerra», come recitava un’apposita circolare. Ad alcune lettere di risposta si allegano elenchi con i nominativi dei caduti e fotografie dei ricordi marmorei già esistenti (è il caso della località di Massumatico, nel comune di San Pietro in Casale); in altre comunicazioni si dichiara, invece, di non aver ancora fatto erigere alcun monumento, sebbene si prevedesse di farlo in breve tempo; in altre ancora se ne comunica l’imminente cerimonia di inaugurazione, alla quale veniva invitato lo stesso Prefetto.

Il comune di Bologna risponde nel mese di aprile del 1923, comunicando l’elenco delle 17 targhe e lapidi realizzate fino ad allora, collocate in vari luoghi della città, tra cui: il palazzo municipale, alcuni Licei ed Istituti Scolastici, Università, palazzi, abitazioni, banche.

Il progetto non ha alcun seguito ed il Libro d’Oro non viene concretamente pubblicato. Tuttavia, negli anni successivi, vi sono altre iniziative simili che vanno a buon fine, tra cui “Monumenti della riconoscenza eretti dagli italiani ai caduti per la patria nella Grande Guerra 1914-1918. Serie 1”, edito da E. Malferrari & C.. Nell’opuscolo che raccoglie le opere realizzate in alcuni centri abitati della Provincia bolognese (n. 06/47), sono presenti: l’obelisco di San Giorgio di Piano; un monumento a Bazzano; la lapide posta presso la R. Scuola Tecnica Manfredi di Bologna; una lapide a Molinella; una lapide a Praduro e Sasso; una lapide a Castel S. Pietro Emilia; un monumento a Sala Bolognese; un monumento a Ozzano dell’Emilia; una lapide a Malalbergo; una lapide a Medicina; una lapide a Liano di Castel S. Pietro; una lapide a Casalfiumanese. Tutti i monumenti sono riprodotti in bolli, 8 per ogni pagina della raccolta.

Tra le carte custodite presso l’Archivio di Stato bolognese è piuttosto raro trovare il progetto grafico o i disegni dell’epoca. Ne è un esempio quasi unico l’Obelisco eretto nel 1927 a Grizzana Morandi, in località Monte Acuto Ragazza, effettivamente realizzato e ancora oggi esistente.

Osservando le opere si può notare il largo uso di materiale lapideo e bronzeo. Lo stile dominante è quello neoclassico e la tendenza quella di dare importanza allo sviluppo in altezza, per aumentarne la monumentalità, grazie all’utilizzo di elementi architettonici come colonne, obelischi, strutture piramidali, archi a tutto sesto. Anche le scene rappresentate contribuiscono a dare un’immagine di grandezza della Guerra ed eroicità dei soldati, i quali sono rappresentati quasi sempre in movimento, nell’atto di attaccare, quasi mai morenti. Molto frequenti sono anche le rappresentazioni allegoriche della vittoria e la aggiunte di ulteriori motivi decorativi, anche se le linee sono perlopiù sobrie e minimaliste. Infine, targhe e lapidi, con le loro liste di nomi, sono la rappresentazione di come la morte renda tutti uguali, indipendentemente dal grado militare, proponendo il concetto di “democratizzazione” della morte.

I memoriali divenivano, così, un ulteriore veicolo di propaganda politica, con lo scopo di esaltare il sacrificio dei singoli caduti, presentato come parte di un disegno più grande e nobile: la difesa della Patria. Le sofferenze e la distruzione, dunque, erano legittimate in vista di un interesse superiore.

Un’altra circostanza che evidenzia la continua influenza delle ragioni politiche, su scelte più o meno importanti, è ciò che accade al momento di scegliere la collocazione dei monumenti stessi, in alcuni centri abitati. Diverse volte, infatti, si verificano dispute tra fazioni della stessa comunità, tra chi desidera che le opere siano ospitate in un luogo centrale e ben visibile e chi invece preferisce che vengano poste in aree più appartate. Ciascuna fazione presenta le proprie “nobili” ragioni: da una parte il rendere onore a coloro che avevano perso la vita sul campo di battaglia; dall’altra il non voler turbare i congiunti dei caduti con la vista quotidiana di un simbolo che poteva essere, per loro, doloroso. In realtà, ancora una volta, a fronteggiarsi sono coloro che durante il conflitto avevano mantenuto la loro posizione interventista e chi più volte aveva auspicato un imminente trattato di pace.

Simili vicende si registrano nei comuni di Castello d’Argile e Vergato e nella frazione di Monteacuto delle Alpi nel comune di Lizzano in Belvedere, dove antiche ostilità si manifestano in modo così preponderante da costringere persino alla sospensione dei lavori.

DIDASCALIE

4B_1_Programma della cerimonia di inaugurazione del monumento ai caduti di San Lazzaro di Savena, organizzata dal “Comitato Cittadino per le onoranze ai caduti in guerra“, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n.1385, fasc. “Monumenti e Lapidi Caduti e Parchi rimembranze”.

4B_2_Programma festeggiamenti per l'inaugurazione di una lapide a Zola Predosa, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n.1385, fasc. “Monumenti e Lapidi Caduti e Parchi rimembranze”.

4B_3_Inaugurazione lapide a Molinella, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n.1385, fasc. “Monumenti e Lapidi Caduti e Parchi rimembranze”.

4B_4_Realizzazione del "Libro d'Oro del Valore Italiano", In: ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_5_Richiesta di invio dell'elenco delle opere commemorative della provincia, finalizzata alla pubblicazione del "Libro d'Oro del Valore Italiano", In: ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_6-7_Depliant illustrativo del Libro d’Oro del Valore Italiano, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_8-9_Cartolina con riproduzione fotografica della lapide realizzata in onore dei caduti di Massumatico (comune di San Pietro in Casale), in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_10-11_Ricordo funebre dei caduti di Massumatico (comune di San Pietro in Casale), in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_12_Risposta del comune di Castel Maggiore, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_13_Risposta del comune di Castello di Serravalle, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_14_Risposta del municipio di Loiano, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_15_Risposta del comune di Medicina, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_16-17_Risposta del comune di Bologna, in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1923, busta n. 1385, fasc. “Libro d’oro del Valore Italiano”.

4B_18_Disegno in prospettiva del monumento ai caduti di Monte Acuto Ragazza (Grizzana Morandi), in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1922, b. n. 1385, fasc. “Monumenti e Lapidi Caduti e Parchi rimembranze”.

4B_19_Riproduzione fotografica del monumento ai caduti eretto nel comune di Castelfranco Emilia, in Archivio di Stato di Bologna, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1924, busta n. 1401, fasc. “Castelfranco Emilia. Inaugurazione Monumento Caduti” (il comune di Castelfranco Emilia, oggi in provincia di Modena, prima del 1929 apparteneva alla provincia di Bologna).

4B_20_Riproduzione fotografica della lapide in onore dei caduti della frazione di Piumazzo (Castelfranco Emilia), in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1924, busta n. 1401, fasc. Castelfranco Emilia. Inaugurazione Monumento Caduti(il comune di Castelfranco Emilia, oggi in provincia di Modena, prima del 1929 apparteneva alla provincia di Bologna).

4B_21_Contrasti per la scelta della collocazione della lapide ai caduti di Monteacuto delle Alpi (Lizzano in Belvedere), in ASBO, Prefettura di Bologna, Gabinetto, 1924, busta n. 1401, fasc. “Lizzano in Belvedere. Monumento ai Caduti in Monteacuto delle Alpi”.

Copyright immagini e documenti: Archivio di Stato di Bologna