Segni, forme e colori

Il percorso tematico mette in relazione le opere della Quadreria CGIL di Genova accomunate dalla forza espressiva dei loro esiti formali.
Si tratta del nucleo più ampio della collezione, che permette di ripercorrere le correnti artistiche degli anni nei quali le opere sono state prodotte, analizzando i percorsi formativi dei rispettivi autori, impegnati nel dibattito culturale e nelle prassi artistiche sperimentali di specifici gruppi, circoli culturali, scuole di pensiero artistico che si diffusero in Italia e all'estero nella seconda metà del Novecento.
Le diverse personalità creative, separate a volte da più di una generazione, si incontrano così, nella Quadreria CGIL di Genova, nell'astrattismo geometrico o in quello informale, con incursioni nella rivisitazione del surrealismo e del simbolismo, fino a una pittura che interagisce dinamicamente con lo spettatore, perdendo  la sua connotazione figurativa o concettuale per rappresentare il rapporto tra l'autore e la materia stessa dell'opera, come, ad esempio, le tele di Egidio Colombo, realizzate a partire dagli anni '70 esclusivamente con le terre naturali delle campagne attorno a Voltaggio (GE).
Dopo la stasi ideativa degli anni ’80, con gli anni ’90 del Novecento anche gli esponenti della pittura ligure sembrano ritrovare una nuova idea di contemporaneità; ai mezzi di comunicazione emergenti fa eco un rinnovato desiderio di sperimentazione, dalle performances alle installazioni, alla ricerca di uno spirito soggettivo che riconduce anche alle radici del proprio territorio.
Dall'astrattismo di Eugenio Disconzi al simbolismo di Luigi Maria Rigon o di Renato Ghilarducci, dal segno ritmico di Antonella Bonino allo strutturalismo di Natale De Luca, fino all'astrattismo geometrico di Renzo Venezia o Concetta Pisano, le opere di questo percorso rappresentano il trionfo dei segni, delle forme e dei colori.
"Tutto è colore" - scrive Enrico Bruno Novali, Segretario Generale del Sindacato Nazionale Artisti di Genova dal 1975 al 2000 - "Anche il buio della notte si illumina al canto dell'usignolo, ed è colore".
Anche nella pur esigua collezione di sculture e di disegni preparatori a opere plastiche, si evidenzia il duplice  aspetto della scultura del Novecento, da un lato protesa verso un realismo che si ispira alla purezza della classicità, come nelle metamorfosi di Susanna Lunini o la ritrattistica di Franco Repetto, dall'altro animata da uno sviluppo dinamico che porta all'astrazione, come nella scultura di Enrica Bixio o i bronzi di Giorgio Asfodele.