39 - Le trasformazioni

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73.b.116-Rosa dei venti

Il 1553 vede il precipitoso susseguirsi della prima e della seconda edizione della traduzione di Lodovico Dolce delle Metamorfosi di Ovidio: Le trasformationi di m. Lodouico Dolce e Le trasformationi di m. Lodouico Dolce, di nuouo ristampate e da lui ricorrette & in diuersi luoghi ampliate, edite entrambe a Venezia da Gabriel Giolito de’ Ferrari e fratelli.

L’opera annunciata sin dal 1551, all’interno dell’edizione giolitina dell’Orlando Furioso, ma in realtà la sua gestazione era stata di ben più lungo corso. Infatti, dopo il tentativo con Il primo libro delle trasformationi d’Ouidio da m. Lodouico Dolce in volgare tradotto, uscito a Venezia nel 1539 per i tipi di Francesco Bindoni e Maffeo Pasini, il piano della traduzione completa del poema ovidiano era stato portato avanti dal Dolce assieme con Gabriel Giolito de’ Ferrari. Il primo privilegio editoriale per le Metamorfoseo d’Ovidio tradotto dal Dolce in ottava rima venne richiesto dall’editore sin dal 1548. Concesso per dieci anni, il privilegio dovette essere rinnovato nel 1550 e nuovamente nel 1552, per la durata di un quindicennio, visto il ritardo accumulato dal Dolce nella consegna del lavoro. Frattanto incombeva sull’impresa il concorrente volgarizzamento di Giovanni Andrea dell’Anguillara, tanto da indurre Gabriel Giolito a inserire l’avviso propagandistico rivolto ai numerosi lettori dell’Orlando Furioso.

La prima edizione era ornata da 94 xilografie, alcune delle quali di soggetto biblico – eseguite per una Bibbia mai pubblicata dal Giolito – altre riutilizzate due o più volte; nella seconda, reimpaginate e spesso corredate di una cornice ornamentale, le vignette scendono a 85.

73.b.116-Ciparisso e il cervo
73.b.116-Alcesti Evadne e Anfinome

Bodo Guthmüller, accetta l’attribuzione della serie di silografie all’architetto Giovanni Antonio Rusconi

La serie delle tavole delle Trasformationi venne realizzata presumibilmente a partire dal 1548. Il poligrafo si era basato non sull’originale latino, come cinicamente dimostrato dal Ruscelli, ma sul volgarizzamento, di Niccolò degli Agostini. L’organica ornamentazione delle Trasformationi era stata parimenti condotta in parte sulla scorta dell’edizione illustrata del 1522, modello del Dolce, in parte, e più ancora, sulle illustrazioni dell’Ovidio Metamorphoseos vulgare, versione trecentesca di Giovanni Bonsignori, uscita a stampa nel 1497 per i tipi di Lucantonio Giunta. Presso il Giolito l’opera fu ristampata ancora nel 1557, 1558 e 1561, quest’ultima la più completa e corretta di tutte le edizioni. Francesco Sansovino la ripubblicò nel 1568, fornita di un corredo illustrativo integralmente nuovo, con il titolo Le trasformationi di m. Lodouico Dolce tratte da Ouidio. Con gli argomenti et allegorie al principio & al fine di ciascun canto. Et con la giunta della vita d’Ouidio. Di nuouo riuedute, corrette, et di molte figure ornate a suoi luoghi

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