18 - "Tabulae anatomicae" del Casseri

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Le Tabulae anatomicae sono l’opera più importante del chirurgo e anatomista piacentino Giulio Casseri, titolare della cattedra di chirurgia presso lo Studio padovano dal 1609.

L’esemplare qui descritto, privo di frontespizio e testo stampato, costituisce un pregiatissimo unicum, essendo composto da sole 52 tavole rilegate in volume poco dopo il 1638-1639 che riportano le indicazioni autografe di Casseri per le didascalie delle illustrazioni. Le tavole rappresentano per lo più figure maschili dall’anatomia accuratamente delineata, ciascuna contraddistinta da una fisionomia fortemente caratterizzata, che mostrano il proprio scheletro o i propri organi interni sollevando brani di epidermide. Accanto a queste figure, poste entro paesaggi rocciosi o definiti da delicate notazioni naturalistiche, sono presenti delle altre tavole che raffigurano minuziosamente singoli particolari anatomici.

Casseri morì nel 1616 senza riuscire a vedere stampate le sue tavole anatomiche, frutto del lavoro di un’intera vita, che il nipote Luca trasmise a Adrian van der Spiegel, successore di Casseri alla cattedra di chirurgia. Alla morte dello Spigel nel 1625, le tavole non erano ancora state pubblicate e furono date alle stampe dal suo discepolo Daniel Rindfleisch (Danieles Bucretius).

Solo nel 1627 le Tabulae di Casseri videro la luce sotto i torchi di Evangelista Deuchino come atlante anatomico del De humani corporis fabrica dello Spigel, che era privo di immagini. L’edizione del 1627 delle Tabulae di Casseri è illustrata da 98 incisioni non firmate. Egli, nella prefazione del suo trattato De vocis auditusque organis, indica come autore Joseph Murer (1564-1630), che lavora con lui dal marzo del 1593 “pro pingendis figuris anatomicis”.

Nel 1613 il medico piacentino dichiara, in un documento, che le tavole anatomiche, nel numero di 150, sono pronte per la stampa. Di questo vasto corpus solo 78 furono utilizzate da Bucretius, che ne fece incidere altre 20 da Francesco Valesio su disegno del bolognese Odoardo Fialetti, artisti che avevano già lavorato in precedenza con Casseri, come dichiara Bucretius nella prefazione alle Tabulae.

Dell'attività pittorica di Fialetti, caratterizzata dalla commistione di elementi desunti dalla scuola bolognese dei Carracci, dalla lezione di Tintoretto e dall’influsso di Palma il Giovane, rimangono solo una quindicina di dipinti su 38, conservati a Venezia, Tolmezzo, Noale e in Inghilterra.

Più nota è la sua attività grafica, che conta circa 240 incisioni sia di traduzione (da Polidoro da Caravaggio, Tintoretto e Pordenone) sia di invenzione. Citiamo a titolo di esempio:

  • Il vero modo et ordine per dissegnare tutte le parti e membra del corpo umano (Venezia, Sadeler, 1608): manuale di disegno a cui collaborò anche Palma il Giovane. Fu l' opera con cui esordì nel campo incisorio

  • le 15 tavole di soggetto mitologico degli Scherzi d’amore (1617)

  • La fortificazione guardia difesa et espugnatione delle fortezze di Francesco Tensini (Venezia, Deuchino, 1624)

  • De gli abiti delle religioni (Venezia, Sadeler, 1626)

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