34 - I capricci serii delle Muse

print this page

54.a.89-Antiporta.part.MusaLa raccolta di poesie di Giambattista Vidali, di piccolo formato, pubblicata a Venezia nel 1677 presso l’editore Niccolò Pezzana, è considerata dalla critica una delle sperimentazioni formali portate alle estreme conseguenze della poesia barocca della fine del XVII secolo.

Giambattista Vidali, la cui biografia rimane a tutt’oggi piuttosto oscura, è un poeta marinista, di cui parla Francesco Fulvio Frugoni nel Tribunal della critica. Altre frammentarie notizie si ricavano dal testamento redatto il 17 dicembre 1679 dal quale si possono evincere informazioni sui legami con alcuni tra i maggiori protagonisti dell’arte veneziana di fine secolo. Vidali, figlio di Michel, risiedeva in Ca’ Moro, nei pressi di Sant’Antonin, e in quella chiesa volle essere seppellito nella cappella e nell’altare dedicati a San Liborio Vescovo.

Il poeta apparteneva all’Accademia dei Delfici che si riuniva dal 1647 nel palazzo del patrizio veneziano Marco Bembo, e in seguito in quello del senatore Francesco Gussoni fino al 1690 (da cui assunse il nome anche di Accademia Gussonia), assieme ad altri letterati tra cui si ricordano Giovan Francesco Busenello e Marco Boschini.

L’operetta che qui si analizza è divisa in sei parti, come si desume dal frontespizio. Le prime quattro trattano temi filosofico-religiosi (Dio, Tempo, Nulla, Creazione) mentre i sonetti che compongono le due ultime parti, sono rime di argomento politico, sociale e d’amore, cui sono aggiunte alcune rime di Giovanni Francesco Loredan. Ci rende edotti di questa struttura lo stesso autore, che, dopo la dedica, descrive la propria opera osservando: “della mia divisione non mi starò lungamente a dichiarar teco, o Secolo, essendo per sè stessa bastevolmente chiara. Dio, Tempo, Nulla, Creazione, Uomo, e Divertimenti Umani, sono le parti che formano il mio tutto”.

54.a.89-Giambattista Vidali

 54.a.89-Ascanio Varese.Possesso part.  note manoscrittelente-d-ingrandimento-2lente-d-ingrandimento-2provenienze e possessori

 Le illustrazioni e l'antiporta sono un frutto precoce dell’ingegno del disegnatore e incisore francese Martial Desbois (Parigi 1630-1700) attivo a Venezia e Padova nella seconda metà del XVII secolo, che, oltre ad essere un abile ritrattista, aveva realizzato anche numerosissime antiporte e tavole per libri stampati tra il 1677 e gli inizi del nono decennio del secolo, prima di ritornare definitivamente a Parigi nel 1696. Il frontespizio presenta la marca tipografica del giglio che il Pezzana aveva ereditato dai Giunti di cui aveva rilevato l’attività negli anni ’70 del Seicento.

L’autore, nella dedica “il libro al secolo”, spiega al lettore che “Le Muse, per relatione di Sant’Agostino, non sono state nella loro origine più, che tre; Ma volutesi publicare altrui nel Tempio d’Apollo si sono moltiplicate in nove; lavoratene tante statue a fine di sceglierne le più belle, e riuscite sì perfette tutte, che sarebbe stata imperfezione l’escluderne alcune. Così le composizioni dello ingegno, quando voglionsi esporre, sotto gli occhi di tutti, all’osservazioni della Fama, si perfezionano, e si moltiplicano”. 

Il volume presenta due dediche. La prima, postuma, a Nicolò Sagredo, ambasciatore a Roma e, dal 1675 doge a Venezia, noto per essere stato uno dei fautori dell’ampliamento della collezione di dipinti della famiglia, mentre la seconda dedica è rivolta “ai Sig. Francesco, Marco, Alvise e Stefano Sagredo, fratelli del Serenissimo”.

Compare di seguito un ritratto di gusto francese dichiaratamente realizzato dal vivo, di Giambattista Vidali (mm 135 x 66) inciso da Martial Desbois. Al centro della scena è raffigurato un tralcio di vite attorto ad un sostegno verticale, chiaro riferimento al cognome dell’effigiato, come si legge nel sonetto in cui si allude “alla Vite delle sue Armi”. In basso, su quattro righe, l’iscrizione identificativa

IOANNES BAPTISTA/ VIDALI IURIS/ UTRIUSQUE DOCTOR/ ACADEMICUS DELPHICUS

e, sotto il ritratto, l’indicazione dell'autore: MDesbois Gallus ad Vivum fecit Venet.

(M. Desbois, francese, ritrasse dal vivo a Venezia)