Alimentazione in tempo di guerra

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(1915)Dicembre 26_Anno XLII_num 52_01

In varie pubblicazioni del periodo, accanto alle tabelle per una sana alimentazione si diffusero contemporaneamente rubriche sull'igiene alimentare, che alle raccomandazioni su come mantenere un corretto stile di vita univano consigli su quali fossero i cibi da consumare in relazione ai diversi stili di vita. Questo aspetto è particolarmente indicativo di come, almeno all'inizio del conflitto, la questione alimentare non aveva ancora assunto i caratteri drammatici che di lì a poco avrebbero portato ai razionamenti e alle requisizioni. Ben presto infatti la fame si fece più pressante e il problema dell'alimentazione ridotta divenne tema di dibattito: qual è il fabbisogno nutritivo di un individuo? Quali alimenti sono strettamente necessari e quali invece possono essere sostituiti? Quali conseguenze ci sono per l'organismo?

In seno a queste discussioni, il pane rimase l'alimento principale per la popolazione tanto che fu necessario intensificarne la produzione con il massimo risparmio di risorse, ricorrendo anche all’utilizzo del pane unico, preparato con farine più grezze del normale, private della sola crusca, e del pane di miscela, ottenuto con l'impiego di farina di frumento unita a quella di segale, di mais o di orzo.

La carne, specialmente quella bovina, divenne sempre più rara sulla tavola della popolazione sia per le requisizioni in favore dell'esercito che, di conseguenza, per i costi insostenibili; i legumi costituirono il suo principale sostituto, e tanto i ricettari quanto le pubblicazioni ufficiali non mancarono di esaltarne le proprietà nutrizionali; patate e polenta, ma anche ortaggi ed erbaggi divennero gli ingredienti principali della cucina di guerra.

Di fronte all'emergenza alimentare un ruolo molto importante fu rivestito dalle cucine economiche, ossia mense popolari dove veniva dispensato cibo a prezzi molto bassi per garantire un pasto caldo a chi non era in grado di procurarselo. Queste sorsero anche all'interno degli stabilimenti industriali per fornire vivande non solo ai propri operai impegnati nel lavoro in fabbrica, ma anche a tutti coloro che si trovavano in difficoltà.

Le immagini sono tratte da: Almanacco popolare Sonzogno (1915-1918), L’illustrazione italiana, Il sistema più razionale di panificazione economica, All’operaio! Al contadino!, Crisi granaria e panificazione economica, La questione del pane.