Guglielmotti, Alberto

ritratto

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Realizzato nel
fine sec. XIX
  • Alberto Guglielmotti

Scheda

olio su tela

cm 74x62

Dietro la figura: FRATER ALBERTVS GVGLIELMOTTI CENTUMCELLEN /ROM. PROV PRIOR EMERITVS / ET CASANATENSIVM THEOLOG. VITIM /OB ROMAE PRID. KAL NOV. A. D. M.DCCC.XCIII. Firmato in basso a d.: A. ZOFFOLI PINX. ROMAE

inv. 290049

Vita e opere

Figlio di Lorenzo e di Reginalda Pallini, nacque il 3 febbr. 1812 a Civitavecchia, presso Roma, e fu battezzato con il nome di Francesco, assumendo quello di Alberto, in onore di s. Alberto Magno, al momento del suo accoglimento nell'Ordine dei domenicani nel 1827.

Sulla sua formazione ebbero un'influenza decisiva l'ambiente familiare - il padre era stato ufficiale di marina e console di Ragusa - e la città natale, nella quale trascorse gli anni dell'infanzia e della prima giovinezza. Civitavecchia era stata, infatti, sino a qualche anno prima la base della Marina da guerra pontificia che per secoli si era battuta contro i corsari saraceni, turchi e barbareschi e di questi eventi permaneva, nella città, ancora vivissima la memoria. Nelle sue opere il G. avrebbe fatto cenno agli ultimi superstiti di quella Marina, che aveva conosciuto da ragazzo e dalla cui viva voce aveva raccolto i ricordi.

Il richiamo di questo mondo scomparso si sarebbe però fatto avvertire soltanto più tardi, negli anni della maturità; l'adolescente G., avvertita la chiamata della vita religiosa, fu accolto come novizio nel convento romano dei domenicani di S. Sabina. Dopo un iniziale periodo di difficoltà progredì rapidamente negli studi che - pronunciati i voti il 6 ott. 1828 - proseguì fino al 1830 nel convento di S. Maria sopra Minerva e poi, sino al 1832, in quello della Quercia, presso Viterbo. Ordinato sacerdote quello stesso anno a Perugia, vi rimase fino al 1834, per tornare infine a Roma, dove, il 7 luglio 1837, ottenne la laurea in teologia e in filosofia presso il collegio di S. Tommaso. Subito dopo ricevette l'incarico dell'insegnamento delle scienze fisiche e naturali nello stesso collegio, ed essendo questo sprovvisto di gabinetto scientifico ne curò la realizzazione, giungendo a costruire di propria mano alcuni fra gli strumenti di precisione. Il riconoscimento dei suoi meriti superò presto l'ambito del collegio, tanto che venne incaricato di dirigere la sistemazione dei parafulmini sulla Torre delle Milizie. Già allora erano tanto numerosi gli impegni dell'insegnamento, della vita religiosa e, soprattutto, dello studio, che il G. fu obbligato a chiedere l'autorizzazione a celebrare la messa anche prima dell'alba o fino a un'ora dopo mezzogiorno...

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Approfondimento

Per rendere omaggio a questa singolare figura di religioso che può essere considerato lo storico e il filologo della Marina italiana, nella prima sala di lettura della biblioteca gli ufficiali della Regia Marina posero nel 1894, qualche mese dopo la sua morte, una lapide commemorativa su cui spicca un fregio bronzeo in figura di trofeo di mare: la prua, fasciata di alloro, di un'antica nave da guerra, armata di cannoni, intorno a cui stanno un tridente, dei remi, un'ancora, un timone.
In alto il fregio è coronato da un'aquila con le ali spiegate simbolo dell'intelligenza, mentre al di sotto del fregio si svolge un cartiglio che ricorda il titolo dell'opera più famosa del Guglielmotti: Storia della Marina Pontificia.

Sue opere in biblioteca

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