AD ASTRA

Giovanni Legrenzi

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28-08-2019_Ad Astra_6
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Details

Mercoledì 28 agosto, ore 21

MONTOMBRARO (ZOCCA)
Chiesa del Ss.mo Salvatore

ingresso libero 

visita alla chiesa, ore 20:45


AD ASTRA
Giovanni Legrenzi

Pyrigon Ensemble
Caterina Chiarcos, soprano
Margherita Burattini, arpa doppia
Iris Fistarollo, viola da gamba


ASCANIO MAYONE ? - 1627
Toccata Quarta
Diversi Capricci per Sonare, Libro Primo,Napoli 1603

GIOVANNI LEGRENZI 1626 - 1690
Anima mea, cur detineris?
Acclamationi Divote a voce sola, Op.10, Bologna 1670

SCIPIONE STELLA 1559 - 1622
Prima Canzon
London, B.L.MS Add.30491

GIOVANNI LEGRENZI (1626-1690)
Gaude, nunc gaude
Acclamationi Divote a voce sola, Op.10, Bologna 1670

PAOLO QUAGLIATI (1555-1628)
Toccata VIII Tuono
Il Transilvano di Girolamo Diruta, Venezia 1593

GIOVANNI LEGRENZI
Congratulamini filiae Sion
Acclamationi Divote

GIROLAMO FRESCOBALDI
Toccata XII
Primo libro di Toccate, Roma 1615

GIOVANNI LEGRENZI
Angelorum ad convivia
Acclamationi Divote

GIOVANNI MARIA TRABACI
Toccata Quarta, & ultima, a cinque
Il Secondo Libro di Ricercate & altri varij Capricci, Napoli 1615

GIOVANNI LEGRENZI 1626 - 1690
Durum cor
Acclamationi Divote

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Il musicista bergamasco Giovanni Legrenzi, operò in territorio ferrarese e veneziano, con frequenti contatti con Bologna (San Petronio), la corte di Modena e Milano (Duomo), e paesi stranieri. La raccolta di 12 mottetti solistici delle Acclamationi Divote a voce sola (di cui 8 espressamente per voci femminili), pubblicate a Bologna nel 1670 riportano la dedica: I brani sono “Consacrati all’impareggiabil Merito dell’Illustrissima Signora D. Antonia Francesca Clerici.

Monaca nel Monastero di Santa Redegonda in Milano” e afferma che “Se V.S. Illustriss. accoglierà i miei voti […], vedrò tesaurizare le mie ombre splendori di gloria e risuonare nelle dissonanze mie l’armonie più sonore del Cielo; mentre essa veramente è un Cielo di gratie, di virtù, e di perfetioni”. La Clerici, monaca benedettina del monastero di Santa Redegonda di Milano, all’epoca era celebre come cantante solista alla messa vespertina della congregazione cassinese. La dedica che segue è uno sfavillante gioco di contrasto poetico, in cui le oscurissime note e le ombre a cui Legrenzi paragona le sue composizioni brillano – ancora prima di essere eseguite – tra i costanti richiami alla virtù luminosa e agli splendori di gloria di quello che doveva essere il virtuosismo canoro della Clerici. I brani strumentali che intervallano i mottetti in programma, sebbene di qualche decennio precedenti sono tranquillamente ipotizzabili come ancora diffusi negli ambienti conventual e riportano la pratica esecutiva strumentale all’interno delle celebrazioni liturgiche laddove gli strumenti musicali accompagnavano i gesti del celebrante diventando parte integrante della solennità del rito.

Toccante e delicato, infine, il desiderio di Legrenzi che queste sue composizioni vocali rimanessero animate da “gl’influssi benignissimi della voce” della loro (forse) esecutrice di allora, invogliando l’esecutore e l’ascoltatore di oggi a cercare in questa musica l’eco di un antico vespro al monastero di Santa Redegonda.

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