Paesaggio agrario
print this pageAll’inizio del XVIII secolo, la Calabria si presentava con una propria fisionomia economico-sociale, quasi priva di relazioni commerciali col resto d’Italia e del mondo. Impoverita e prostrata dai dominatori che si erano susseguiti, restava lontana dalle grandi direttici del traffico, abbandonata a se stessa in un isolamento geografico e in una forte crisi sociale.
Sulle coste imperversavano le scorrerie dei corsari, mentre all’interno i tanti baroni sfruttavano il lavoro dei contadini che soggiacevano ad inique tasse, disuguali da paese a paese e da persona a persona, ed alle angherie feudali. La Calabria, infatti, divisa in piccole aree dai tanti confini naturali quali torrenti, strapiombi, burroni, veniva «assediata ad ogni passo dai bravi della feudalità» (1).
Tuttavia, si avvertiva anche nel Mezzogiorno l’impegno riformistico che prendeva piede in tutta l’Europa e che aveva come obbiettivo primario l’agricoltura. I riformatori del ‘700, di fronte all’espansione dell’agricoltura del centro-nord, rendendosi conto dell’arretratezza che impastoiava quella calabrese, si mossero secondo la linea di tendenza che aveva fatto le fortune dell’agricoltura europea: quella di un miglioramento tecnico, sulla scorta di quanto metteva a disposizione la scienza del tempo. Nel Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra del 1770, di Domenico Grimaldi di Seminara, si apprende che, in fatto di meccanizzazione, le uniche macchine agrarie esistenti sul territorio calabrese consistevano in un aratro buono solamente per terreni leggeri ed asciutti. I terreni seminativi erano privi di ogni accorgimento utile a migliorarne la resa, come, ad esempio, fossi di scolo, drenaggi, ecc.;non si conoscevano regole costanti e certe sul diverso modo di lavorare i terreni secondo la loro diversa natura, così come si conosceva poco la tecnica della semina del grano e veniva stimata superflua la concimazione. Dai prati non irrigui si ricavava molto poco perché non si conoscevano le tecniche di “appratamento”, quelle della “sfalciatura” e, addirittura, mancavano le falci adatte; del tutto sconosciuti erano i prati artificiali. Unica eccezione la coltura della “sulla”, introdotta dagli arabi, della quale tuttavia, pochi erano al corrente dell'utilità economica.
Per quanto riguarda l'allevamento dei bovini, di carattere semibrado e migrante, occorre ricordare che la produzione del latte era scarsissima. Quello ovino era poco pregiato e la lana prodotta era ruvida e di infima qualità. L'allevamento dei suini, infine, produceva prodotti poco appetibili per i mercati esterni. Le frequenti epidemie decimavano mandrie e greggi. Il Grimaldi ricorda, inoltre, come «la maniera di lavorare i latticini» fosse «così grossolana, che i nostri formaggi, che potrebbero essere la maggior parte, eccellenti, sono ordinarissimi e soggetti a marcire».
La situazione manteneva le stesse caratteristiche ancora nel 1794, come si può evincere dalla petizione che don Vincenzo Grimaldi, funzionario della Cassa Sacra, in quanto "passato Commissionato del Dipartimento di S. Eufemia", indirizza alla Suprema Giunta di Corrispondenza di Napoli, nella quale, partendo dal presupposto che la prosperità dello Stato dipenda principalmente dall’agricoltura, mette in evidenza che «questa è generalmente male intesa, e mal praticata in tutta la Provincia di Calabria, perché s’ignora la maniera di formare li prati artificiali, ed irrigatori, che sono la base fondamentale della rustica economia. Le acque dell'Appennini, e delle altre sorgive, che potrebbero servire per far produrre l'erba in abbondanza scorrono a pura perdita verso il mare; così che il bestiame con specialità il bovino per mancanza di buoni pascoli, sempre più degenera, e si rende mancante per le operazioni agrarie, per li latticini, e per il macello. Di più non si conosce l’uso di nutrire tal bestiame col fieno l’inverno, in modo che diviene magro, e perisce; vi mancano li ingrassi per aumentare i pascoli, e per accrescere il prodotto del grano, e la Provincia per la scarsezza di questo prezioso genere ne soffre spesso carestie [...]». Il Grimaldi, consapevole della presenza di immensi territori da sfruttare - nella provincia - e ricco di conoscenze acquisite andando in giro per le più coltivate regioni "dell'Italia Superiore", «desiderava impiegare le sue forze per animare e dare un esempio in grande da poter invogliare l'individui della Provincia a trarre il maggior profitto de' loro immensi territori coll'aiuto delle acque, e con la formazione di prati per migliorare le razze di vacche ed aumentarle. Come anche di fare uso dell'ingrassi per accrescere il prodotto del grano» (2).
Nonostante l'isolamento permanga a causa dell'insufficienza delle vie di comunicazione e della normativa protezionistica, le riforme avviate nel corso del XIX secolo - come la creazione delle Società economiche - contribuirono alla promozione della "pubblica industria", intesa come miglioramento dell’economia pubblica e privata, incoraggiando e svolgendo studi relativi all’agricoltura ed alla pastorizia e corrispondendo con gli Istituti preposti.
I disegni scelti - tratti dai fondi Cassa sacra (1784-1796) e Intendenza di Calabria Ulteriore seconda (1806-1860) - rappresentano territori compresi nelle circoscrizioni dei comuni di: Acconia, Catanzaro, Curinga, Gagliano, Gizzeria, Maida, Nicastro, Parghelia, S. Pietro, Sambiase, Sersale, Soriano, Zagarise, Zambrone. Essi raffigurano l’utilizzo del suolo, il tipo di vegetazione esistente e l’economia dei singoli fondi. La presenza, a volte, di piccole costruzioni fa pensare alla trasformazione da stagionale in permanente dei coloni e, nei disegni realizzati nel corso dell’800, si nota un aumento della superficie agraria a scapito del bosco, la sistemazione dei corsi d’acqua ed un notevole sviluppo della rete viaria - se così è consentito definire le strade interpoderali e quelle che collegavano i numerosi villaggi.
Note:
(1) v. Matacena, 1983
(2) ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, b. 18, fasc. 2301
Bibliografia
- Giuseppe Bombardieri, Calabria Ricca e Povera, Reggio Calabria, Casa Editrice Meridionale, 1949
- Umberto Caldora, Calabria Napoleonica (1806-1815), Napoli, Fausto Fiorentino Editore, 1960
- Mario Gallo, Storia del paesaggio agrario e forestale della Calabria – I fondi rustici del vescovato di Martirano nel 500, Cinquefrondi, Due Emme, 1991
- Domenico Grimaldi, Saggio di Economia Campestre per la Calabria Ultra – Istruzioni sulla nuova manifattura dell’Olio introdotta in Calabria, a cura di Antonino Gatto, Catanzaro, Abramo Editore, 1994
- Domenico Grimaldi e la Calabria del 700, a cura di Domenico Luciano, Roma, Beniamino Carucci Editore, 1974
- Francesca Martorano, Catalogo Informatico dei Beni Archeologici e Architettonici I Calabria Ultra, Soveria Mannelli, Rubettino Editore, 1990
- Gennaro Matacena, Architettura del lavoro in Calabria tra i secoli XV e XIX, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1983
- Agazio Trombetta, La Calabria del ‘700 nel giudizio dell’Europa, Napoli, Fratelli Conte Editore, 1976
- Settecento Calabrese, a cura di Mario de Bonis, Pasquale Falco, Mauro F. Minervino, Cosenza, Periferia, 1985
- Le colture alternative in alta collina e montagna, Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Catanzaro
- Atti del I Congresso Storico Calabrese (Cosenza, 15-19 settembre 1954), Collezione Meridionale Editrice, Arti Grafiche A. Chicca Aprile 1957
PIANTA TOPOGRAFICA DI TRE CONTRADE NEL COMUNE DI SQUILLACE
Il disegno è allegato al fascicolo relativo alla controversia tra i Vescovi di Gerace e Squillace.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Miscellanea, b. 25, fasc. 1800
Oggetto: pianta topografica delle tre contrade Aguglia, Campoli e Bardoline assegnate al Vescovo di Squillace
Progettista: manca
Anno: 1786
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: manca
Misure: mm 425x310
CARTA TOPOGRAFICA RAPPRESENTANTE I TERRITORI APPARTENENTI ALLE DIOCESI DI GERACE E DI SQUILLACE
Il disegno è allegato al fascicolo relativo alla controversia tra i Vescovi di Gerace e Squillace per le usurpazioni che il primo esercita sui luoghi di Mongiana e di Nardo di Pace. È indicato alla sinistra del disegno il territorio della diocesi di Gerace, ed alla destra quello della diocesi di Squillace. È possibile notare la foce del fiume Allaro, e tra gli altri i territori di Stilo, Gioiosa e Placanica.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Miscellanea, b. 25, fasc. 1800
Oggetto: carta topografica rappresentante territori appartenenti alle Diocesi di Gerace e di Squillace
Progettista: manca
Anno: 1786
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: manca
Misure: mm 355 x 250
PLANIMETRIA DEI CAMPI ARATORI PRESSO SORIANO CALABRO
Il disegno è allegato agli atti civili ad istanza di D. Stefano D’Inzillo della terra di Soriano, che chiede la restituzione di cinque moggia di terreno, che dolosamente si aggregarono i PP. di quel Real Convento di S.Domenico.
Le terre pretese dal D’Inzillo, erano luoghi paludosi e boscosi “dove solo andavano gli animali” che non davano alcun frutto, resi coltivabili da un frate domenicano.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Mastrodattia, b.19, fasc. 366
Oggetto: il disegno è allegato alla lettera a firma di Frà Vincenzo Maria Arcidiacono
Progettista: manca
Anno: 1788
Tecnica: china nero ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: manca
Misure: mm 510 X 530
PIANTA DEL TRAPPETO, MAGAZZINO CON CAMERA SOPRA E DUE GIBIE
Il disegno è allegato alla stima del trappeto, appartenente alla Cappella del SS.mo di Gagliano che si trovava situato dentro un giardino alberato di “mori negri con altri alberi fruttiferi circondato da due parti di nuovi e ben grossi muri della capacità di una tomolata circa”. Il magazzino serviva per conservare l’olio del trappeto al quale “non ci manca niente anzi ci stanno una vita e una scrofina da più dello necessario, e pure ci sta un cancello di Frabica e tutto il giardino è ammurato di Fabrica dalla parte di innanzi e disotto”. Nelle due “gibie” entrava l’acqua della fontana con il “jusso” di due volte la settimana. Il trappeto ed il giardino, che risultavano posizionati bene trovandosi vicino alla piazza di Gagliano, erano stati venduti a don Ignazio Zinzi.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Vendite e Censuazioni, b. 99, fasc. 3806
Oggetto: pianta del trappeto e gibie dell’abolita Cappella del SS. Sacramento di Gagliano
Progettista: Nicola Noto
Anno: 1789
Tecnica: china acquerellata su carta
Scala: manca
Misure: mm 300 x 200
PIANTA DEL GIARDINO, TRAPPETO, CASA E GIBIA IN GAGLIANO
Il disegno è allegato all’apprezzo del giardino con le "fabbriche che esistono dentro", già appartenuto alla Cappella del SS.mo di Gagliano e venduto al Mag.co Ignazio Zinzi. La sua estensione era di "cinque ottavi in c.a", oltre quella parte occupata dalle fabbriche, "ridotto in piano da ripari e da un muro che lo sostiene da due lati". Conteneva "37 gelsi neri, un piede di fico, un piede di Persico, un piantone di noce e un piede di fico selvaggio che non danno frutto". La terra, essendo posta al riparo "non si porta via dalle acque ne si lava perchè gode il beneficio di aver l’acqua pubblica da sera di sabato fin mattina di lunedì è atta ad uso di giardino in ottavi tre (giacchè il deppiù si serve per nutrimento degli alberi)".
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Vendite e Censuazioni, b. 99, fasc. 3806
Oggetto: pianta del giardino, trappeto, casa e Gibia della soppressa cappella del SS.mo di Gagliano
Progettista: Vito De Luca
Anno: 1789
Tecnica: china acquerellata su carta
Scala: passi geometrici
Misure: mm 200 x 290
PIANTA TOPOGRAFICA DELLE BARACCHE ESISTENTI NEL FONDO CHIAMATO LA SANITÀ NEL TERRITORIO DI NICASTRO
Il disegno è allegato al verbale di apprezzo redatto dall’ingegnere Antonio D’Aloisjo.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Vendite e Censuazioni, b. 36, fasc. 1509
Oggetto: pianta topografica delle baracche esistenti nel fondo chiamato la Sanità appartenente al sospeso monastero di Donne Monache sotto il titolo di Santa Chiara in Nicastro
Progettista: Antonio D’Alojsio
Anno: 1794
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 7 palmi e 1/3 napoletani
Misure: mm 544 x 334
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO NEI PRESSI DI NICASTRO
Il disegno è allegato al volume relativo alle offerte di censuazione del bosco. Il colore giallo nella pianta indica le strade di comunicazione.
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Segreteria Pagana, b. 97, fasc. 1690
Oggetto: pianta del bosco del soppresso convento dei PP. Riformati della città di Nicastro
Progettista: Antonio D’Alojsio
Anno: 1795
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 300 palmi napoletani
Misure: mm 710 x 1190
PIANTA DEL FONDO NOMATO MAJOLINO DEL SOSPESO CONVENTO DI SAN DOMENICO DI NICASTRO SITO NEL TERRITORIO DI GIZZERIA
Il fondo Majolino, "ossia Caruso", censuito a don Paolo Stocco, patrizio di Cosenza, aveva una estensione di tomolate 105. Di queste, solo 15 erano seminate di grano bianco, mentre, le rimanenti, essendo ”boscose, montuose ed incolte” non erano atte alla semina, ma si sfruttavano per uso di pascolo nonostante il terreno non fosse ricco di erba e per giunta di cattiva qualità. In esso erano presenti 34 piedi di fichi, 20 piedi di gelsi neri, 3 piedi di gelsi bianchi, 2 piedi di peri. Inoltre, lo stesso veniva continuamente danneggiato dalle inondazioni di due torrenti, uno detto il fiume di Gizzeria o Tradattoli e l’altro detto Farfullo. Tutto ciò veniva descritto nella perizia, alla quale è allegato il disegno, fatta dal Regio Ingegnere Antonio d’Alojisio che differisce dalla precedente redatta dall’Agrimensore Falco che aveva calcolato 18 tomolate in più (quelle mancanti erano dovute alle inondazioni dei torrenti che avevano portato via una buona quantità di terreno compresi anche molti piedi di alberi).
Segnatura: ASCZ, Cassa Sacra, Vendite e Censuazioni, b. 100, fasc. 3812
Oggetto: pianta del fondo nomato Majolino del sospeso convento di S. Domenico di Nicastro sito nel territorio di Gizzeria
Progettista: Antonio D’Alojsio
Anno: 1795
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: 7 palmi e 1/3 napoletani
Misure: mm 260 x 180
PIANTA DELLA ZONA SOTTOSTANTE LA COSTIERA DI S. DOMENICO IN MAIDA
Il disegno è allegato al fascicolo relativo alla controversia tra il comune di Maida ed il Sig. Francesco Perris per la costruzione di un mulino. Il Sig. Perris decise di costruire un mulino in un suo fondo detto Costiera di S. Domenico, in territorio di Maida, molto utile alla popolazione che, per carenza di mulini era costretta, per macinare, ad andare, anche di notte, in quelli distanti dal paese. Questo suo progetto fu ostacolato da alcuni proprietari di mulini della zona, apportando come motivazione, il fatto che il luogo destinato a detta costruzione fosse proprietà comunale. Il fondo predetto "alberato di 220 piedi di ulivi, 6 piedi di granato, di due di mendole ed uno di arango", come risulta dall’atto stipulato nel 1787 dal Notaio Luigi Larussa, "confina da un lato col detto Convento di S. Domenico e dagli altri lati con le case di detto Perris, di Antonio Buccafurri, con l’orto di D. Ippolita Drago e fiume corrente".
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore, Consiglio d’Intendenza, b. 2, fasc. 16
Oggetto: pianta della zona sottostante la costiera di S. Domenico in Maida
Progettista: manca
Anno: 1811
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: manca
Misure: mm 280x460
TOPOGRAFIA DEL LAGO IMBUTILLO E DRAGOFOSSO CON GLI ADIACENTI TERRENI
Il disegno, realizzato dall’Ingegnere di Acque e Strade, Sig. Vincenzo Sassone, è allegato al fascicolo relativo ai lavori di bonifica del lago denominato Imbutillo e Dragofosso, sito nella marina di Acconia, di pertinenza del comune di Curinga. Gli scopi della bonifica di un lago o di un terreno paludoso sono quelli di rendere coltivabili i terreni occupati dalle acque stagnanti, ricavando così un reddito da un suolo che produce poco o niente e salubre l’aria, resa irrespirabile dalla putrefazione delle acque stesse. Per tutto ciò, la bonifica del lago Imbutillo è necessaria, considerando che lo stesso si trova nella fertile pianura racchiusa tra i due fiumi Amato ed Angitola. L’agricoltura, in essa "si manifesta elevata a qualche grado di perfezione". Testimonianza ne sono gli ordinati uliveti, gli agrumeti, le ubertose vigne e gli estesi terreni aratori.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 25, fasc. 661
Oggetto: topografia del lago Imbutillo e Dragofosso con gli adiacenti terreni
Progettista: Vincenzo Sassone
Anno: 1834
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 4000 palmi
Misure: mm 440x505
PIANTA TOPOGRAFICA DEL FONDO DETTO ANDREONE
Il disegno è allegato alla perizia sul valore del fondo demaniale Andreone che, con i fondi Ragà, Rovetto, Borda, Contresto ed Olivella sono stati oggetto di un contenzioso tra i comuni di Sersale e Zagarise ed i signori Tallarico e Canalini di Sersale ed il Barone di Sellia. Rappresenta in modo accurato il territorio, ricco di coltivazione e di corsi d’acqua.
Il fondo, compreso tra i comuni di Sersale e Zagarise, ricco di 820 piedi di ulivi, di 400 piedi di castagni, di 476 piedi di castagni “di aumento”, di 21250 piedi di vite, di 37 piedi di noci, di 18 piedi di gelsi bianchi, di 78 piedi di ciliegi, di 15 piedi di ciliegi amarena, di 291 piedi di fichi, di 30 piedi di prugni, di 48 piedi di querce, “di grasciomoli piedi due”, oltre a terra aratoria e boscaglia viene valutato duc. 8.091,00.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 32, fasc. 810
Oggetto: pianta topografica del fondo detto Andreone
Progettista: Ciro Candela
Anno: 1834
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misure: mm 390x470
PIANTA GEOMETRICA DEL FONDO ROVETTO
Il disegno è allegato alla perizia sul valore dei fondi demaniali Androne, Ragà, Rovetto, Borda, Contresto ed Olivella che sono stati oggetto di un contenzioso tra i comuni di Sersale e Zagarise ed i signori Tallarico e Canalini di Sersale ed il Barone di Sellia. Viene rappresentata la varietà delle colture, le strade, i confini ed i corsi d’acqua.
Il fondo risultava ricco di 1376 piedi di ulivi “di aumento”, di 409 piedi di pero di 137 piedi di melo, di 4 piedi di castagno “di aumento”, di 22 piedi di ciliegi, di 6 piedi di “per cocchi”, di 72.000 piedi di vite, di 600 piedi di elce, di boscaglia tomoli 30, di due casette rurali.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 2, fasc. 16
Oggetto: pianta geometrica del fondo Rovetto
Progettista: Ciro Candela
Anno: 1836
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 200 palmi napoletani
Misure: mm 390x470
PIANTA TOPOGRAFICA CHE RAPPRESENTA PARTE DEI CONFINI E DEI TERRITORI DI PARGHELIA E ZAMBRONE ELEVATA PER INCARICO DEL CONSIGLIERE D'INTENDENZA D. N. SACCHI, DELEGATO DIETRO DECISIONE PER LA VERTENZA TRA I MEDESIMI DUE COMUNI CIRCA I CONFINI TERRITORIALI
Il disegno offre una rappresentazione dettagliata degli abitati di Parghelia, Zambrone, Daffinà, Daffinacello e Fitili. Il territorio circostante è raffigurato nei dettagli con l’indicazione di campi coltivati, zone scoscese, fiumi, confini naturali, “capo della tonnaja”, spiaggia, scogliere.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 40, fasc. 981
Oggetto: pianta topografica che rappresenta i confini dei territori di Parghelia e Zambrone
Progettista: Gaetano Strani
Anno: 1837
Tecnica: china acquerellata ed inchiostro colorato
Scala: 4000 palmi napoletani
Misure: mm 645x1010
DIMOSTRAZIONE TOPOGRAFICA DEI COMUNI DI S. ANDREA, S. SOSTE, DAVOLI, SATRIANO, GAGLIATO, PETRIZZI E SOVERATO
Il disegno è allegato al fascicolo relativo alla disputa, sorta tra i comuni di Davoli e Satriano, per la designazione della sede capoluogo del Circondario e, tuttavia, offre interessanti spunti per la comprensione del paesaggio che, dalla rappresentazione, appare ricco di acque, ubertoso, sovrastato da colline e poco distante dal mar Jonio.
I fautori della sede a Satriano sostengono che detto comune abbia, come caratteristica, la “salubrità dell’aere” essendo “situato su di una ridente collina, in prospetto al mare. Davoli nel fondo di una valle, umido ed ingombrato di un’aere malsana”e “pantanoso”. “Piu’ falso è ancora che in Satriano vi mancano de’ comodi di vita, stante che vi sono degli eccellenti ed ubertose fontane, vi sono abbondanze di vini ed ogni altro genere di vittitazione”.
Nei due Comuni, “essendo siti su di una costa sporgente al mare, gli abitanti vivono colla industria e questa è tanto ferace in Satriano che da questa Comune per ogni giorno si porta il pane a vendere in Davoli”.
“Satriano è situato sulla china del Monte Cicino, suolo malioso ed asciutto di prospetto all’Oriente ……… in dove si rattrovano delle acque fresche e legiere”.
I sostenitori della sede a Davoli affermavano che “la novella organizzazione porterebbe molto disguido alle Comuni che si vorrebbero aggregare, perché dovrebbero percorrere strade più lunghe e disaggiose, e tragittare de’ fiumi considerevoli, oltre che il Comune di Satriano non offre tutti i comodi della vita, mancando assolutamente di acqua nella stagione estiva, e di vino, non producendone il suo territorio”. Inoltre, “per rinvenirsi da’ distanti Paesi si dovea transitare il fiume Cecino o Ancinalesca” “grossissimo e pericoloso per i Borroni e scoscendimenti che si devono passare”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Circoscrizione Territoriale, b. 1, fasc. 18
Oggetto: il disegno è allegato alla lettera inviata dal regio giudice del circondario di Davoli per la rimessa del quadro dimostrativo delle distanze, per l'elevazione di Satriano a capoluogo del circondario
Progettista: Gregorio Falcone
Anno: 1841
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: miglia itinerarie del Regno di Napoli
Misure: mm 360x540
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO COMUNI
Il disegno è allegato al verbale datato 16 marzo 1844 di misurazione e circoscrizione e dello stato del bosco "li Comuni, formato ai termini dell’art. 32 della L. 21 agosto 1826 in forma statistica". In detto bosco sono stati rinvenuti “felci, ginostre, boscaglie di elghe, mirti, ascini, trifogli, elci, cocomerari, cerri di alto fusto n. 3700 circa, querce di alto fusto n. 1600 circa, nate da seme e naturalmente”. Sono evidenziati i corsi d’acqua esistenti ed i confini e le usurpazioni che ascendono a moggia n. 12.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 6, fasc. 73
Oggetto: pianta topografica del bosco Comuni, sito in territorio di Sambiase, di proprietà dello stesso Comune: di moggia locali, di palmi 34596, n.563 1/2, pari a napoletani n. 402 ½, pari a legali n. 1948,27
Progettista: Pasquale Gigliotti
Anno: 1844
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misure: mm 370 x 498
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO DI DIFESA
Il disegno è allegato al verbale datato 17 marzo 1844 di misurazione e circoscrizione e dello stato del bosco "li Comuni, formato ai termini dell’art. 32 della L. 21 agosto 1826 in forma statistica". In detto bosco sono stati rinvenuti "boscaglie di elci, elghe, mirti, ascini e cocomerari e delle frattami di felci, roveti e ginostre, querce di alto fusto n. 284, picciole piante dell’istessa specie n. 18, cerri pure di alto fusto n. 134 e castagni anche di alto fusto n. 13, nati da seme e naturalmente"; il legname morto si utilizzava per "cuocere calcaje da calce, da tegole e mattoni". Sono evidenziati i corsi d’acqua esistenti, le strade "regolari e solite" e le usurpazioni di terreno per "moggia n. 6 1/8".
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 6, fasc. 73
Oggetto: pianta topografica del bosco Difesa Trippa-Gallizzi, sito in territorio di Sambiase, di proprietà dello stesso comune: di moggi locali, di palmi 34596, n. 212 ½ , pari a napolitani n. 152 ½ , pari a legali n. 735,45
Progettista: Pasquale Gigliotti
Anno: 1844
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misura: mm 380 x 505
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO MITOJO
Il disegno è allegato al verbale datato 15 marzo 1844 di misurazione e circoscrizione e dello stato del bosco "li Comuni, formato ai termini dell’art. 32 della L. 21 agosto 1826 in forma statistica". In detto bosco sono stati rinvenuti “boscaglie di elci, elghe, cocomerari, ascini, mirti e trifogli e delle frattami di felci, roveti e ginostre, castagni di alto fusto n. 5160 circa, cerri anche di alto fusto n. 246 circa, picciole piante dell’istessa specie n. 520 circa, querce pure di alto fusto n. 81 circa ed alberetti di questa specie n. 200 circa, elci ancora di alto fusto n. 190 circa e piccioli elci n. 400 circa, nati da seme e naturalmente”. Sono evidenziati i corsi d’acqua esistenti, le strade “regolari e solite” ed i confini.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 6, fasc. 73
Oggetto: pianta topografica del bosco Mitojo sito in territorio di Sambiase, di proprietà dello stesso Comune: di moggi consetudinali, di palmi34596, n.736 3/4, pari a napoletani n. 547 ½, pari a legali n. 2648,95.
Progettista: Pasquale Gigliotti
Anno: 1844
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misure: mm 450x515
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO DI SANTA MARIA
Il disegno è allegato al verbale datato 18 marzo 1844 di misurazione e circoscrizione e dello stato del bosco "li Comuni, formato ai termini dell’art. 32 della L. 21 agosto 1826 in forma statistica". Sono stati rinvenuti boscaglie di elci, elghe, e delle frattami di felci, roveti e delle spine bianche, cerri di alto fusto n. 56 circa, querciole n. 82 circa, castagni di medio fusto n. 70 circa, peri di diverso inserto n. 114, perastri n. 500 circa, cirieggi pure di diverso inserto n. 58 circa, e noci del pari di medio fusto n. 44 circa, de’ quali alberi tutti soltanto nati da seme e naturalmente li cerri, le querce, ed i perastri essendo stati gli altri piantati ed aumentati dagli affittuari pro tempore"; il legname morto si utilizzava per "cuocere calcaje da calce, da tegole e mattoni". Sono evidenziati i corsi d’acqua esistenti, le strade “regolari e solite”, i confini e la presenza di terreno destinato alla semina.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 6, fasc. 73
Oggetto: pianta topografica del bosco di Santa Maria, sito in territorio di Sambiase, di proprietà dello stesso Comune: di moggi locali, di palmi 34596, n. 587, pari a napoletani n. 419 ½, pari a legali n. 2030,37
Progettista: Pasquale Gigliotti
Anno: 1844
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misure: mm 380x520
PIANTA TOPOGRAFICA DIMOSTRANTE L’ANDAMENTO DE’ TORRENTI CONACE E MASSENTO IN CONTRADA CASCIOLINO
Il disegno è allegato al verbale del 26 marzo 1851 relativo alla vertenza tra i Sig.ri D. Salvatore Provenzano e D. Gregorio Ferrari di Catanzaro circa la spettanza delle pubbliche acque della contrada Casciolino, parte delle quali, avendo origine su fondi privati, si incanalano e scorrono sul letto di un torrente “pubblico” e vengono utilizzate per l’irrigazione dei fondi. Il principio sostenuto è quello che si “mira sempre a favorire ed a rendere estesa la cosa pubblica nella benefica veduta di migliorare l’industria e l’agricoltura.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 47, fasc. 1159
Oggetto: borro di pianta della Fiumarella di Casciolino
Progettista: Ferdinando Primicerio
Anno: 1845
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: manca
Misure: mm 300x225
PIANTA DELL’ACQUEDOTTO DEL FONDO IRRIGATO DAL SIG. CATIZONE APPELLATO VALLE DI GAGGIANO
La pianta è allegata alla documentazione prodotta da don Filippo Catizone di Taverna “contro il comune di Sorbo per combattere le insulse pretenzioni di tassa sulle acque inservienti alla irrigazione delle proprietà in contrada Gaggiano”. Lo stesso sostiene che le acque di cui si serve per irrigare i suoi fondi sono private e non pubbliche e che il Comune ha sottoposto arbitrariamente i detti fondi al dazio d’irrigazione.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 63, fasc. 1459
Oggetto: pianta dell'acquedotto del fondo irrigato da don Filippo Catizone
Progettista: manca
Anno: 1852
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: manca
Misure: mm 300x195
TOPOGRAFIA DI UN TRATTO DEL FONDO RUSTICO ATTRAVERSATO DALLA STRADA CONSOLARE
Il tracciato previsto come sede della Strada Regia, in territorio di S. Pietro a Gimigliano, occupò i fondi detti Acquafredda, Colla di Graziano, Graziano e Paone “alberati di castagne secondo la loro natura”, di proprietà di don Francesco Antonio Ciambrone. Il disegno è allegato al processo verbale datato 23/29 aprile 1854 di verifica dei danni, causati dai lavori di costruzione, “ordinata dall’Intendente della Provincia il 14 marzo 1854 ed eseguita dall’Agrimensore don Gregorio Trapasso di Gimigliano coll’assistenza del Sindaco ed altri intervenuti”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Opere Pubbliche Provinciali, b. 27, fasc. 551
Oggetto: topografia di un tratto di terreno del fondo rustico attraversato dalla strada consolare
Progettista: Gregorio Trapasso
Anno: 1854
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 500 palmi
Misure: mm 255x385
TOPOGRAFIA DI UN TRATTO DI TERRENO DEL FONDO ACQUAFREDDA ATTRAVERSATO DALLA STRADA CONSOLARE IN DANNO DI D. FRANCESCO ANTONIO CIAMBRONE DI SAN PIETRO
Il disegno è allegato al processo verbale datato 23/29 aprile 1854 di verifica dei danni, causati dai lavori di costruzione, “ordinata dall’Intendente della Provincia il 14 marzo 1854 ed eseguita dall’Agrimensore D. Gregorio Trapasso di Gimigliano coll’assistenza del Sindaco ed altri intervenuti”. Detto terreno, stimato di seconda classe, è stato valutato duc. 35. In esso sitrovano molti alberi di castagno,” dei quali parte rimasero distrutti dalla costruzione della Consolare e parte esistono lateralmente. In tali alberi si rinvenuto il prodotto annuale minimo di tomoli di castagne num. 50”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Opere Pubbliche Provinciali, b. 27, fasc. 551
Oggetto: topografia di un tratto di terreno del fondo Acquafredda attraversato dalla strada consolare
Progettista: Gregorio Trapasso
Anno: 1854
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 500 palmi
Misure: mm 255x385
PIANTA TOPOGRAFICA DELLA CAMPAGNA E DELLA NUOVA STRADA APERTA DAL SIGNOR CAVALIERE DON FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI NEL LITORALE DI PIZZO
Il disegno, realizzato dall’Architetto Civile Gaetano Strani, è allegato al verbale redatto dal medesimo che ha ricevuto l’incarico “di elevare una pianta topografica della campagna dove attraversa la nuova linea di strada aperta in traccia dal Sig. Cordopatri della città di Monteleone verso il litorale , nonché l’attuale vecchia che dalla marina del Pizzo conduce verso Bivona”. Il desiderio del Cavaliere D. Francesco Pasquale Cordopatri è quello di rendere più “agevole e delizioso” il transito da Pizzo alla marina di Bivona, apportando dei vantaggi non solo a se stesso ( la strada percorre il suo fondo detto Piedigrotta) ma anche “al pubblico che vi frequenta”.
Infatti l’attuale strada si trova “sulla base di un alta rupe, quasi a picco dal lato di levante da dove pur vi si scaricano molti rivoli di acqua piovana e due torrenti, che la rendono molto disagevole”.
Propone di sostituirne una nuova, quasi parallela, a pochi passi dalla vecchia, soggetta a continui guasti, molto più comoda, dove si potrà passeggiare a cavallo e “transitarla sulle ruote guarnendola all’uopo di brecciame e lapillo”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Usurpazione di acque e suolo pubblico, b. 5, fasc. 125
Oggetto: pianta topografica della campagna e della nuova strada aperta dal signor Cavaliere don Francesco Pasquale Cordopatri nel litorale di Pizzo
Progettista: Gaetano Strani
Anno: 1855
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: 1000 palmi napoletani
Misure: mm 560x360
PIANTE OSTENSIVE DELLE SORGIVE E CORSO DELLE ACQUE DI ZAMBRONE
Il disegno, allegato al contenzioso tra il comune di Zambrone contro don Cesare Bisogni ed altri circa la distribuzione delle acque, offre una rappresentazione degli abitati di Zambrone e S.Giovanni, delle sorgenti, delle fontane, dei corsi d’acqua, delle strade, dei mulini, degli acquedotti.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Consiglio d’Intendenza, b. 70, fasc. 1620
Oggetto: piante ostensive delle sorgive e corso delle acque di Zambrone
Progettista: Saverio Fazzari
Anno: 1856
Tecnica: china ed acquerello colorato su carta
Scala: manca
Misure: mm 475x375
PIANTA TOPOGRAFICA DEL BOSCO REGIO ARCHIFORO DI PROPRIETÀ DEL REAL DEMANIO PROVVISORIAMENTE ASSEGNATO AI COMUNI DI SERRA E SPADOLA, DELL’ESTENSIONE DI TOMBOLATE LOCALI 4605, OGNUNA COMPOSTA DI PALMI QUADRI 44100 PARI A MOGGIA LEGALI 20308—5000, ALBERATO DI CASTAGNI, FAGGI ED ABETI
La pianta - che rappresenta il bosco Archiforo con l’indicazione dei confini, delle strade che lo attraversano, compresa la “Strada Regia che mena a Mongiana, i corsi d’acqua e la fontana detta di S. Brunello - è allegata al fascicolo relativo alla concessione al Reale Stabilimento Metallurgico di Mongiana delle autorizzazioni sovrane per l’acquisto di legname dai boschi comunali o privati per la carbonizzazione. La Direzione dello Stabilimento chiede il “taglio di 120 tombolate di faggi ad uso di carboni nel bosco comunale di Serra, denominato Archiforo. Il Consiglio forestale, esaminati gli atti relativi al bosco medesimo, ha rilevato che esso è parte in piano e semipiano e parte in collina o burroni e che contiene faggi ed abeti d’alto e medio e basso fusto tutti provenienti da seme [...] considerato che tale bosco non trovasi soggetto a sfolto o taglio regolare di sort’alcuna ma solo vi si pratica annualmente per sovrana concessione la recisione di faggi ed abeti per la costruzione di barili e che non è lieve l’estensione di faggi maturi, nella quale può aver luogo il detto taglio” concede l’autorizzazione all’uso richiesto del legname.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 7, fasc. 100
Oggetto: pianta topografica del bosco Regio nomato Archiforo di proprietà del Real Demanio provvisoriamente assegnato ai comuni di Serra e Spadola
Progettista: Antonio Trapasso
Anno: 1856
Tecnica: china nera e acquerello colorato su cartoncino
Scala: manca
Misure: mm 400x540
PIANTA GEOMETRICA DELLA CONTRADA CRIFOGLIETTO FACENTE PARTE DEL BOSCO ARCHIFORO
Il disegno della parte del bosco Archiforo, destinato “all’uso di Mongiana”, rappresenta la vegetazione in esso esistente: abeti nella parte inferiore, abeti e faggi in quella intermedia - indicati con macchie più o meno forti - e faggi nella parte superiore. Vengono indicati, anche, i corsi d’acqua e le strade interne.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 7, fasc. 100
Oggetto: pianta geometrica della contrada Crifoglietto facente parte del bosco Archiforo
Progettista: Salomone Barillari
Anno:1857
Tecnica: China nera e acquerello colorato su cartoncino
Scala: 2000 palmi
Misure: mm 470 x 580
PIANTA GEOMETRICA DEL BOSCO ARCHIFORO DI PROPRIETÀ DEL REAL DEMANIO
Il disegno è allegato al fascicolo relativo alla concessione al Reale Stabilimento Metallurgico di Mongiana delle autorizzazioni sovrane per l’acquisto di legname dai boschi comunali o privati per la carbonizzazione, necessaria al funzionamento delle ferriere. Esso rappresenta la parte del bosco detto Crifoglietto alberato di abeti e faggi: “i primi signoreggiano nelle parti più basse esposte al Nord-Ovest ed i secondi nelle parti più elevate”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Boschi, b. 7, fasc. 100
Oggetto: pianta geometrica del bosco Archiforo di proprietà del Real Demanio
Progettista: Salomone Barillari
Anno: 1857
Tecnica: China nera e acquerello colorato su cartoncino
Scala: 10000 palmi
Misure: mm 515 x 700
PIANTA TOPOGRAFICA DEL COMPRENSORIO SAN FRANCESCO D’ASSISI ED ORTO BALESTRIERI
Il disegno è allegato al progetto e stato estimativo di alcune case da costruirsi in un “comprensorio di terra dove esistono dei ruderi di un antico Convento di S. Francesco di Assisi”.
Nella contrada “Portello” di Cirò, le abbondanti piogge avevano fatto franare una parte di terreno, rendendo pericolanti le case di quella zona, costringendo gli abitanti ad abbandonarle. L’Architetto Civile Giuseppe Pirozzi, incaricato di redigere un progetto di lavori per riparare i danni causati dalla frana, “anziché consolidare il terreno scosceso”, ritenne necessario” riedificare le casette altrove “per la sicurezza delle persone, trovando idoneo a tal fine, il fondo comunale di S. Francesco D’Assisi, “perché si presta ai mezzi del comune, contiguo alle altre case, costeggiato da pubbliche strade ed in vicinanza della pubblica fontana” e per “ la sua posizione meridionale e dolcezza del pendio ed in considerazione favorevole col suo futuro ingrandimento”.
Segnatura: ASCZ, Intendenza di Calabria Ulteriore seconda, Esiti Comunali, b. 133, fasc. 5453
Oggetto: pianta topografica del comprensorio S. Francesco di Assisi e orto Balestrieri
Progettista: Giuseppe Pirozzi
Anno: 1858
Tecnica: china ed acquerello colorato su cartoncino
Scala: manca
Misure: mm 260x370
PROGETTO DI DERIVAZIONE DI ACQUA DAL TORRENTE SPADARO PER USO FORZA MOTRICE AD UNA MACCHINA OLEARIA DA COSTRUIRSI DAL SIG. FILIPPO PIETRO PAOLO DI FRANCO
Il sig. Filippo Pietropaolo da Sciconi, villaggio aggregato al comune di Briatico (VV), intendendo costruire una macchina olearia nella sua proprietà limitrofa al fiume Spataro, chiede la concessione governativa all’uso delle acque per uso industriale. Allega, alla sua richiesta, la perizia redatta dall’ing. A. Santulli il quale evidenzia che l’andamento del fiume è tortuoso e la costa – prospiciente alla proprietà - è così scoscesa da essere completamente inutile ed inaccessibile, cosicché la deviazione del corso d’acque e la costruzione di una briglia “sarà di sommo vantaggio, perché riducendo la pendenza dell’alveo verrebbe ad ammorsare l’urto dell’acqua alla costa stessa. Con detta derivazione poi non verranno per nulla lesi gl’interessi dell’agricoltura locale, perché l’unica proprietà innaffiabile nelle adiacenze è solo quella dello stesso richiedente, ma questa non verrà neanche a soffrirne, perché l’esercizio delle macchine olearie nella località dura soltanto dal mese di novembre a tutto marzo, epoca in cui non è necessaria l’irrigazione”.
Segnatura: ASCZ, Prefettura, Serie I, Categoria XXII, b. 60, fasc. 2
Oggetto: planimetria e profilo longitudinale
Progettista: Santulli
Anno: 1896
Tecnica: china colorata su tela cerata
Scala: 1:200 ascisse, 1:200 ordinate
Misure: mm 300 x 428