09. La cintura di Ippolita

print this page
anfora a figure nere dalla tomba 371 della necropoli della Banditaccia di Cerveteri
anfora a figure nere dalla tomba 371 della necropoli della Banditaccia di Cerveteri

Euristeo ordinò ad Ercole, come nona fatica, di impadronirsi della cintura che il dio Ares aveva donato a sua figlia Ippolita, regina delle Amazzoni, le mitiche donne guerriere, che, nella regione del Mar Nero, vivevano in una società matriarcale da cui gli uomini erano completamente esclusi. Giunto a destinazione, Ercole incontrò Ippolita che se ne invaghì e decise di offrirgli la cintura come pegno d’amore; ma Era, assunte le sembianze di amazzone, convinse le compagne della regina che Ercole stava per rapirla: queste allora si precipitarono in forze contro la nave dell’eroe, il quale, dopo aver resistito agli assalti, strappò la cintura a Ippolita e intraprese la via del ritorno.

In viaggio verso Micene, Ercole accorse in aiuto di Laomedonte, re di Troia, tormentato da un terribile mostro inviato da Poseidone, in collera con il re che non aveva pagato al dio il compenso pattuito per la costruzione delle prodigiose mura di Troia. All’arrivo di Ercole, Laomedonte aveva accettato di sacrificare sua figlia Esione al mostro pur di avere salve la propria vita e la propria città. L’eroe e il re stabilirono allora un accordo: Ercole avrebbe ucciso il mostro e salvato Esione in cambio delle cavalle sacre che a Laomedonte aveva ricevuto da Zeus. Ma, dopo che la principessa fu salva, Laomedonte non mantenne, come d’abitudine, la parola data, e l’eroe ripartì per Micene covando nel cuore propositi di vendetta.

Relazioni