12. La cattura di Cerbero

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cratere attico a figure nere dal Tumulo Maroi della necropoli della Banditaccia di Cerveteri
cratere attico a figure nere dal Tumulo Maroi della necropoli della Banditaccia di Cerveteri

Ultima e più faticosa impresa fu la cattura di Cerbero, l’enorme cane a tre teste che custodiva l’accesso al regno dei morti. Dopo essersi purificato presso il santuario di Eleusi, Ercole scese negli Inferi presso capo Tenaro, in Laconia, guidato da Atena ed Ermes.

Attraversato lo Stige con il traghettatore Caronte, Ercole incontrò l’eroe defunto Meleagro che gli narrò la bellezza della sorella Deianira: l’eroe promise di sposarla.

Liberò Teseo, imprigionato per aver tentato di rapire Persefone, poi giunse al cospetto di Ade che gli diede il permesso di portare Cerbero a Micene, purché lo catturasse senza usare alcuna arma. Afferrandolo per la gola, Ercole riuscì a domare il terribile mostro e portarlo così a Micene, dove Euristeo già da tempo si era nascosto terrorizzato nella sua giara. Dimostrato il successo dell’impresa, come promesso, l’eroe riportò il mastino al suo compito, nell’Ade.

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