La metodologia di studio

print this page

Come studiare i riveli?


1 - La rassegna bibliografica e la raccolta dati:

Fin dalla fase d’indagine preliminare, l’analisi della bibliografia esistente ha consentito di acquisire informazioni sia di carattere storico-topografico sul territorio di Castelbuono sia di tipo metodologico sulle modalità d’indagine di questa particolare tipologia documentaria da parte di altri studiosi. La consultazione degli indici relativi ai fondi archivistici di riferimento e di altri mezzi di corredo ha poi permesso di circoscrivere i riveli oggetto della ricerca e avere contezza della mole documentaria da esaminare. 

Nell’ottica di un progetto di ricerca da svolgere in un arco di tempo circoscritto soltanto ad alcuni mesi, si è deciso di esaminare un bando per secolo. Più in particolare sono stati presi in considerazione solo i riveli compilati a Castelbuono nel 1584, nel 1636 e nel 1748. 

Partendo dai riveli compilati per rispondere al bando del 1584, il primo a censire anche l’Università di Castelbuono, si è poi passati a quelli compilati nel 1636, in virtù dell’intervallo di 52 anni che intercorre tra questa e la documentazione relativa al primo bando esaminato, per l’esigenza di eseguire una verifica incrociata dei dati genealogici. Per finire, sono stati presi in esame i riveli del 1748, compilati per rispondere all’ultimo bando del XVIII secolo; in questo caso l’intervallo di 112 anni tra i riveli del 1636 e quelli del 1748 ha permesso di apprezzare l’evoluzione della struttura e mettere in evidenza i cambiamenti subiti da questa particolare tipologia di documenti nel corso del tempo.


Riepilogo:

L’Università di Castelbuono è presente nell’indicizzazione del fondo prodotto dal Tribunale del Real Patrimonio per la prima volta nel 1584. Successivamente torna a rispondere ai bandi del 1593, del 1607, del 1616, del 1623 e del 1636. Nel fondo prodotto dalla Deputazione del Regno, si ritrova di nuovo nel 1651, nel 1683, nel 1714 e nel 1748, seguono le rettifiche del 1811. Ai faldoni contenenti i documenti del XVIII secolo seguono quelli dedicati alle proprietà ecclesiastiche, il volume di miscellanee che contiene alcune informazioni utili per la compilazione dei riveli del 1748 e le spieghe, richieste di chiarimenti relativi ai documenti (ad esempio il metodo di rivelamento utilizzato, il sistema di calcolo della quantità di amollei in ore, la tabella dei falsi miseri).


Per effettuare una raccolta sistematica dei dati di maggiore interesse e per renderli facilmente accessibili a un team che doveva lavorare simultaneamente si è scelto di utilizzare uno spazio di archiviazione on-line (Google Drive) e un database su un foglio di calcolo elettronico condiviso (Microsoft Excel). 


2 - La predisposizione del database

Il database è stato pensato per registrare le informazioni in modo sintetico, veloce e facilmente consultabile durante l’analisi ex post dei dati raccolti. Le colonne iniziali della tabella sono riservate a registrare i dati generali: indicazioni sulla collocazione (fondo e faldone), numero di filza e di fogli, data del bando e di compilazione seguite dal nome del capitano d’arme. Segue poi la sezione dedicata ai dati più specifici relativi a ogni singolo rivelante. 

La prima parte registra le informazioni sulle anime, e in particolare su colui che rivela (nome, cognome, età titolo o professione) e i suoi parenti (nome della moglie e dei figli, età dei figli maschi, eventuali altri componenti del nucleo familiare). Le ultime due colonne riportano il numero complessivo dei componenti del nucleo familiare e l’indicazione del quartiere nel quale risiedono. 

La seconda parte è destinata ai beni. I beni immobili (stabili) si suddividono in fabbricati urbani o rurali e coltivazioni. Per entrambe le sottocategorie sono indicate la tipologia specifica, le dimensioni, l’ubicazione e il valore in onze. I beni mobili comprendono provviste, schiavi, bestiame e oggetti di vario tipo e crediti con il loro valore in onze. Infine nell’ultima parte della tabella sono elencati i debiti (gravezze) e la facoltà di netto (limpio). (Tav. 4) 

Dal punto di vista terminologico, inizialmente tutti i dati sono stati riportati nel database così come scritti nei riveli e solo in un secondo momento, per facilitare la consultazione a un’utenza più ampia e di interpolare i dati, si è proceduto a uniformarli compilando simultaneamente un file di testo che tenesse traccia di tutti i significati e le varianti vernacolari. Nel caso dei nomi propri di persona o dei nomi dei quartieri e delle contrade ci si è limitati a compilare un elenco, (per esempio il nome Tommaso, attestato  anche come Thomasi o Masi o ancora la contrada Cerasi attestata anche come Cirasa o Cirasi), per quanto riguarda le varietà di piante o le specie animali si è provveduto a redigere un glossario affiancando ai termini il corrispettivo italiano e ove necessario la spiegazione del significato, (ad esempio i gelsi, ceusi o  i somari, attestati  anche come balduini o scantusi).

Solo in alcuni casi sono state apportate delle modifiche in itinere alla struttura organizzativa del database. Ad esempio quando, durante l’analisi dei riveli del XVIII secolo, sono state aggiunte le colonne per registrare i dati relativi a piante o alberi da frutto presenti nei terreni: mentre nei secoli precedenti venivano elencate le tipologie di coltivazione e la loro estensione (es. un uliveto di cinque migliara), nei riveli del 1748 è possibile trovare all’interno dello stesso uliveto 100 ulivi, 15 alberi di gelsi, 3 peri, 2 albicocchi. 

Un altro caso particolare è costituito dai riveli che raccolgono le informazioni sulle proprietà ecclesiastiche per i quali sono state modificate le intestazioni di alcune colonne. 

Schema Database

Gli strumenti per la rappresentazione dei dati:

I dati sono poi confluiti in graficitabelle tematiche, funzionali sia alla consultazione che all’elaborazione degli stessi. Per rendere la fruizione ancor più agevole e immediata è stato ideato un sistema di icone, creato con un programma di grafica vettoriale. 

Allo stesso modo, al fine di ottenere una visualizzazione immediata dei dati riguardanti il contesto territoriale fornendo dei riferimenti spaziali, si è deciso di creare tre carte tematiche: una relativa all’evoluzione del centro abitato, la seconda con la localizzazione delle chiese e degli istituti religiosi all’interno dell’area urbana, la terza pertinente al territorio circostante (per il centro cittadino è stata utilizzata una pianta catastale e per le contrade circostanti una mappa dell’Istituto Geografico Militare). A questo proposito è risultata utile la ricerca topografica, effettuata durante la fase propedeutica allo studio congiuntamente alla rassegna toponomastica

Una volta caricate su MOVIO due delle tre carte tematiche, quella relativa ai quartieri e quella relativa alle contrade, sono state rese interattive attraverso l’inserimento di link ipertestuali che consentono di visualizzare rapidamente i contenuti multimediali correlati (immagini, testi, tabelle) e di condurre delle ricerche a partire dal dato spaziale.

Icone