La passione per l'arte
print this pageSin dai tempi di Cosimo il Vecchio, e per i tre secoli successivi, i Medici dettero molta importanza alle proprie dimore suburbane, nelle quali cercavano di evadere dagli affanni cittadini, e di ritrovare una dimensione privata della vita attraverso le proprie passioni: l’arte, la filosofia, le scienze.
L’amore per l’arte dell’intera famiglia non si limita alle espressioni artistiche pù convenzionali: Lorenzo il Magnifico (1449‐1492) è il più grande committente e mecenate del suo tempo, e celebra il proprio potere personale e famigliare attraverso le arti figurative, letterarie e musicali.Colleziona rare “anticaglie” e, dedicandosi alla raccolta libraria, costituisce il primo nucleo della Biblioteca Laurenziana.
Cosimo I segue le orme dei predecessori e commissiona, tra le altre cose, gli Uffizi al Vasari, una serie di ritratti celebrativi al Bronzino, la grandiosa trasformazione della collina alle spalle della Villa di Castello al Tribolo; inaugura nel Giardino di Boboli una delle forme più raffinate di collezionismo, quello botanico, organizzando con i propri giardinieri la coltivazione dei “frutti nani” (1557).
Francesco I prosege nella passione per i giardini, commissionando a Bernardo Buontalenti la costruzione della Villa di Pratolino e del suo parco (1569), oltre a fondare, nel 1583, l'Accademia della Crusca.
Cosimo II segue con grande interesse le questioni scientifiche dell’epoca e tiene in alta considerazione gli studiosi: è così che Galileo Galilei dedica ai Medici la scoperta dei quattro pianeti di Giove, le Stelle Medicee, e proprio a Cosimo II lo scritto in cui ne dava notizia.
Cosimo III, alla fine del Seicento, commissiona numerose rappresentazioni a soggetto naturalistico a Bartolomeo Bimbi, artista che unisce nella propria opera la tecnica della natura morta all’illustrazione scientifica. Cosimo III è interessanto principalmente al valore documentario delle opere, rivolto a testimoniare le espressioni eccezionali del mondo vegetale ed animale.
Il frutto di questa passione per le scienze naturali e per la loro traduzione in pittura è visibile oggi nel Museo della Natura Morta nella Villa di Poggio a Caiano.
Alla passione per il collezionismo del Gran Principe Ferdinando si deve successiavamente l’acquisizione del maggior numero di nature morte presenti ancora oggi nelle raccolte dei musei fiorentini, la cui ricchezza dobbiamo alla lungimirante Anna Maria Luisa, ultima dei Medici, che, firmando il celebre Patto di Famiglia nel 1737, assicura a Firenze quasi tutto il patrimonio artistico prodotto nei secoli per la sua famiglia.