Gugliemo Marconi

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Guglielmo Marconi, 1874 –1937 (Library of Congress, LC-USZ62-39702)
Guglielmo Marconi, 1874 –1937 (Library of Congress, LC-USZ62-39702)

Biografia

Guglielmo Marconi (1874-1937)

Nato a Bologna nel 1874 da una famiglia benestante, appassionato sin da giovanissimo allo studio della fisica elettromagnetica, a ventun’anni eseguì con successo a Pontecchio, nella villa paterna, i primi esperimenti di trasmissione a distanza di segnali Morse attraverso le onde elettromagnetiche (dette hertziane dal nome del fisico tedesco Hertz). Utilizzando apparecchiature di ricezione e trasmissione già esistenti, Marconi adottò un’antenna, novità rivelatasi determinante per il successo della comunicazione. In particolare l’esperimento con cui l’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l'apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (la collina dietro la villa paterna) viene considerato l'atto di battesimo della radio in Italia. Verificata l’impossibilità di ottenere in Italia i finanziamenti per rendere concreta e non solo ipotetica la sua invenzione, Marconi ebbe maggior fortuna in Gran Bretagna, Paese d’origine di sua madre, Annie Jamenson. Ottenuto nel 1896 il riconoscimento del primo brevetto della telegrafia senza fili, potè proseguire a Londra i suoi esperimenti, grazie all’appoggio del governo inglese e del ministero delle Poste, avendo modo di dimostrare in occasione di importanti dimostrazioni pubbliche e alla presenza di autorevoli testimoni, la bontà del suo progetto. Nel 1897 fondò una propria società, la Wireless Telegraph and Signal Company, che riuscì a ottenere l’incondizionata protezione della Marina britannica, da tempo alla ricerca di una tecnologia capace di garantire la comunicazione a qualsiasi ora e condizione climatica, senza dipendere da una rete di cavi. Notorietà al giovane Marconi e alla sua invenzione venne anche dalla sua collaborazione con alcuni giornali. Nel 1898 la radio trasmise al “Daily Express” di Dublino il resoconto telegrafico della regata di Kingstown, a cui partecipava il principe di Galles, che a sua volta, attraverso apparecchiature installate sulla sua imbarcazione, aveva modo di comunicare direttamente con la regina Vittoria. Poco tempo dopo il “New York Herald” riuscì a pubblicare, grazie a lui, i dettagli dell’America’s Cup ancor prima che le imbarcazioni rientrassero in porto. Anche eventi di ben altro segno contribuirono a dimostrare le virtù della nuova invenzione. Apparecchiature marconiane furono infatti in dotazione su navi da guerra britanniche in rotta verso il Sud Africa dove era in corso la guerra anglo-boera. Già forte di lucrose commesse da parte della Marina britannica e anche di quella italiana, l’imprenditore-scienziato sbarcò al di là dell’Atlantico, fondando una nuova società, la Marconi Wireless Company of America, con l’obiettivo di fare passi in avanti nella sperimentazione tecnologica e di conquistare definitivamente il mercato internazionale. Il primo parziale successo fu nel 1901 la trasmissione transoceanica del segnale morse “S”, trasmesso dalla stazione di Poldhu in Cornovaglia e ricevuto da Marconi nella stazione di Saint John, nell’isola di Terranova. Gli esperimenti per ottenere comunicazioni transoceaniche attendibili proseguirono fino al 1907, quando nacque la Marconi Corporation, che nell'ottobre di quello stesso anno inaugurò il primo regolare servizio pubblico di radiotelegrafia attraverso l’Oceano Atlantico, dando la possibilità alle navi di lanciare l’SOS senza fili. L'utilità del radio soccorso in mare fu dimostrata il 23 gennaio del 1909, quando tutti i 1700 passeggeri del transatlantico americano Republic, in procinto di affondare dopo uno speronamento, furono tratti in salvo grazie all’SOS che a bordo della nave l'operatore radiotelegrafico Binns, che lavorava per la compagnia Marconi, continuò a lanciare per 14 ore di fila. All’arrivo nel porto di New York di tutti i passeggeri sani e salvi, Binns fu festeggiato come un eroe e la gratitudine per la figura del “marconista” accrebbe ancora la popolarità di colui dal quale quell’importante figura prendeva il nome. Insignito sempre nel 1909 del premio Nobel per la fisica, Marconi fu in Italia celebrato come un genio della scienza ma anche chiamato a svolgere, in virtù delle sue relazioni con le autorità internazionali, un ruolo anche nella politica estera italiana. Nominato senatore nel 1912, fece da importante tramite nelle relazioni che intercorsero tra Italia e Gran Bretagna per preparare l’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, a fianco dell’Intesa. Nel 1919 rappresentò il nostro Paese al tavolo della conferenza di pace di Parigi. Nel 1923 si iscrisse al Partito Fascista e ricoprì, fra le altre, le cariche di presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Accademia d’Italia e fu membro del Gran Consiglio. Collaborò all’impianto delle reti radiofoniche nazionali e della rete della Radio Vaticana (inaugurata nel 1931), seguì i primi passi della televisione e delle sperimentazioni sugli impianti radar. Nel ventennio fascista nei libri di testo delle scuole fu indicato come esempio vivente del genio del popolo italiano. Morì a Roma nel 1937.

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